PARTE IL
SULLA PRIMITIVA CERAMICA CROMICA
E SULLE PERSISTENZE NEOLITICHE
I. - Distribuzione della ceramica dipinta
dell'età della pietra in Italia.
Occorre vedere, sia pur brevemente, le località o
gli strati italiani dai quali uscì la ceramica cromica
più affine a quella di Capri. Mi limiterò a poche osser-
vazioni fondamentali, poiché i problemi che con essa
si connettono son tutt'ora avvolti in molta oscurità,
Il travamento più settentrionale è offerto dalle
caverne liguri, donde si ricuperò solo qualche scarso
saggio. Appena tre ne sono ricordati, tra loro molto
diversi e diversi dallo stile di Capri.
Dei due frammenti assai rozzi della caverna del-
l'Acqua, uno ci presenta striscio formate da mac-
chiette nere, l'altro zone nere longitudinali. L'esem-
plare della Pollerà, che è il migliore, è porzione di olla
globale con basso collo ed ansa a tubo sul ventre. Due
strisce nere girano sotto l'orlo del collo, e da queste
si staccano altre strisce nere parallele verticali che
passano anche sull'ansa
Ma è nella Valle della Vibrata che troviamo materia
di riflessione.
In cotesta sede famosa della civiltà neolitica, Con-
cezio Rosa scoperse la stazione di Ripoli nel comune
di Corropoli, estesa sulla riva del fiume, a qualche chi-
lometro dal mare. Egli la considerò come un officina
e vi eseguì qualche saggio col Capellini e col Nicolucci.
A parecchi anni di distanza dalla scoperta, estesi scavi
(1) Issel, Liguria preistorica, pag. 114, flg. 41.
vi intrapresero il Mosso e il Dall'Osso ; quest'ultimo
accertava l'esistenza di una vasta stazione e di una
necropoli dell'età della pietra.
Pui' troppo, non è stata pubblicata la relazione
di codeste importanti ricerche. Ma da un cenno in-
serito nella Guida del Museo di Ancona e dalle figure
che l'accompagnano si rileva che nella stazione di Ri-
poli era abbondante la ceramica colorata con lo stesso
stile di ("apri. L'esame diretto del materiale, conser-
vato nel Museo di Ancona, permette importanti con-
statazioni.
È una ceramica opaca, di color gialliccio sporco
che tendo talvolta verso il grigio - chiaro perlaceo
o verso il rossiccio.
È argilla figulina, abbastanza ben lavala: la su-
perfìcie generalmente si sfarina, e si incide con l'un-
ghia. Alle fratture si mostra di color chiaro, uguale
per tutto lo spessore.
Non manca qualche pezzo più cotto, con super-
ficie levigata vellutata al tatto, come negli esemplari
di Capri.
La pittura e sempre lineare. Manca la curva. Il
motivo fondamentale è dato da una fascia verticale
rossiccia, scendente dall'orlo, presso l'ansa, che va
ad attaccarsi ad altre fascie rossiccie condotte in giro
allo svolto del vaso. Queste fascie non sono margi-
nate sottilmente di bruno come a Capri. Subito sotto
la fascia orizzontale, rossiccia, corre un'altra larga
fascia di color bruno, dalla quale si staccano altre si-
mili fasce strette, per lo più tre, alquanto irregolari,
che vanno al fondo del vaso.
SULLA PRIMITIVA CERAMICA CROMICA
E SULLE PERSISTENZE NEOLITICHE
I. - Distribuzione della ceramica dipinta
dell'età della pietra in Italia.
Occorre vedere, sia pur brevemente, le località o
gli strati italiani dai quali uscì la ceramica cromica
più affine a quella di Capri. Mi limiterò a poche osser-
vazioni fondamentali, poiché i problemi che con essa
si connettono son tutt'ora avvolti in molta oscurità,
Il travamento più settentrionale è offerto dalle
caverne liguri, donde si ricuperò solo qualche scarso
saggio. Appena tre ne sono ricordati, tra loro molto
diversi e diversi dallo stile di Capri.
Dei due frammenti assai rozzi della caverna del-
l'Acqua, uno ci presenta striscio formate da mac-
chiette nere, l'altro zone nere longitudinali. L'esem-
plare della Pollerà, che è il migliore, è porzione di olla
globale con basso collo ed ansa a tubo sul ventre. Due
strisce nere girano sotto l'orlo del collo, e da queste
si staccano altre strisce nere parallele verticali che
passano anche sull'ansa
Ma è nella Valle della Vibrata che troviamo materia
di riflessione.
In cotesta sede famosa della civiltà neolitica, Con-
cezio Rosa scoperse la stazione di Ripoli nel comune
di Corropoli, estesa sulla riva del fiume, a qualche chi-
lometro dal mare. Egli la considerò come un officina
e vi eseguì qualche saggio col Capellini e col Nicolucci.
A parecchi anni di distanza dalla scoperta, estesi scavi
(1) Issel, Liguria preistorica, pag. 114, flg. 41.
vi intrapresero il Mosso e il Dall'Osso ; quest'ultimo
accertava l'esistenza di una vasta stazione e di una
necropoli dell'età della pietra.
Pui' troppo, non è stata pubblicata la relazione
di codeste importanti ricerche. Ma da un cenno in-
serito nella Guida del Museo di Ancona e dalle figure
che l'accompagnano si rileva che nella stazione di Ri-
poli era abbondante la ceramica colorata con lo stesso
stile di ("apri. L'esame diretto del materiale, conser-
vato nel Museo di Ancona, permette importanti con-
statazioni.
È una ceramica opaca, di color gialliccio sporco
che tendo talvolta verso il grigio - chiaro perlaceo
o verso il rossiccio.
È argilla figulina, abbastanza ben lavala: la su-
perfìcie generalmente si sfarina, e si incide con l'un-
ghia. Alle fratture si mostra di color chiaro, uguale
per tutto lo spessore.
Non manca qualche pezzo più cotto, con super-
ficie levigata vellutata al tatto, come negli esemplari
di Capri.
La pittura e sempre lineare. Manca la curva. Il
motivo fondamentale è dato da una fascia verticale
rossiccia, scendente dall'orlo, presso l'ansa, che va
ad attaccarsi ad altre fascie rossiccie condotte in giro
allo svolto del vaso. Queste fascie non sono margi-
nate sottilmente di bruno come a Capri. Subito sotto
la fascia orizzontale, rossiccia, corre un'altra larga
fascia di color bruno, dalla quale si staccano altre si-
mili fasce strette, per lo più tre, alquanto irregolari,
che vanno al fondo del vaso.