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Monatshefte für Kunstwissenschaft — 2.1909

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Monatshefte für Kunstwissenschaft

tiene in mano il turbante, a destra, nel pannello del principe in trono.1) Identico e
nei due quadri ehe stiamo esaminando (e nella tavola di SS. Abdon e Senen dell'Huguet)
il modo di trattare le barbe e i capelli, queste fluenti, a filamenti, quelli a bioccoletti
serpentini.2) Anche le mani flosce, dalle dita cilindriche, spesso aggranchiate a uncino,
del dipinto di Palermo si ritrovano nella tavola del Louvre.")
Tipologicamente considerate le figure del Trionfo della Morte hanno riscontro
con altre figure dell'Huguet. Oltre i vecchi, comuni a tutti i quadri dell'artista cata-
lano 4), il tipo virile all'estremitä sinistra sotto il ritratto del pittore e d'una corri-
spondenza assoluta col tipo dei Santi Abdon e Senen della sua tavola di Tarrassa
viso scarno allungato con i caratteristici baffetti spioventi e mancanti nel mezzo, e la
barbetta rada e bipizzuta attaccata alla punta del mento.
Un altro dei caratteri dell'arte dell'Huguet, giä notato dal Miquel, e la sua
qualitä di animalista.5) Nel Trionfo della Morte si riscontra appunto lo sfoggio di
tale gusto: oltre lo scheletro del cavallo della Morte, appaiono logicamente poco
necessarii i due cani del giovane signore nel fondo del quadro a sinistra, e addirittura
superflui gli altri due cagnolini.6) Una somiglianza specifica e fra le forme del cavallo
che trascina San Giorgio e la parte posteriore del cavallo della Morte. In tutte e due
e eguale l'impostatura leggermente di scorcio, ed eguale il profilo esterno delle coscie
magre e arcuate con identica attaccatura della coda a insenatura e identico ed esage-
rato rilievo della colonna vertebrale. Ora se si pensa che uno dei cavalli e scorti-
cato e l'altro no, la somiglianza non puö apparire fortuita o superficiale. Un'altra
concordanza fra le opere dell'Huguet e il Trionfo di Palermo e nella concezione del
fondo. Qui nulla delle minute e complesse vedute dei quattrocentisti fiamminghi:

9 Un confronto di eguale valore si potrebbe ripetere per i motivi grafici degli scorci
dall'Huguet cosi spesso usati contrariamente all'abitudine della sua scuola e di quella fiamminga. Un
primo viso in scorcio all'in su si vede nella decollazione di San Cosma e Damiano, della tavola
di S. Abdon e Senen, l'unica documentata (Chiesa di S. Michele di Tarrassa).

2) Non dovrä fare difficoltä contro la nostra attribuzione il trovare nel Trionfo dei gio-
vani cavalieri coi capelli lunghi, poiche la moda dei capelli corti cominciata col 1461 in Bor-
gogna non distrusse completamente quella dei capelli lunghi, ne sappiamo se fu seguita in
Sicilia. Cf. Sanpere y Miquel op. cit. II p. 25 e nota 1.

3) I piedi della Morte, soli scoperti nel dipinto di Palermo, hanno le dita a forchetta
come quelli, per non citarne altri, di San Giorgio flagellato.

4) I vecchi che si vedono in questa pittura si trovano pure nel quadro di S. Giorgio.
I due monaci a sinistra con le enormi barbe bianche, fluenti, filiformi, su cui piovono i lunghi
baffi trovano un perfetto riscontro nel vecchio che spinge il cavallo nel Martirio di S. Giorgio,
nel tiranno, e in due manigoldi nella scena della flagellazione.

°) A questo proposito noteremo ch'egli ama introdurre animali nei suoi quadri tavolta
anche senza nessuna necessitä logica. Oltre i leoni, orsi, lupi del Martirio di Sant Abdon
e Senen, si noti il mulo carico dei barili in altro pannello dello stesso quadro, il cavallo che
trascina S. Giorgio e il cavallo del centurione nella stessa scena, e i cavalli della scena dell ester-
minio degli uccisori di S. Giorgio, tutti nello stesso quadro, dove pure si vede in un altro pan-
nello un cagnolino bianco ai piedi del principe.

6) In questi cagnolini, oltre la stessa durezza di disegno, si nota quella specie dinse-
natura all'attaccatura dell'orecchio, che si ritrova nel cagnolino ai piedi del principe nel quadro
di San Giorgio.
 
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