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Monatshefte für Kunstwissenschaft — 2.1909

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PIETRO NOVELLI
(II Monrealese)
Di Enrico Mauceri
Un pittore ehe nel '600 impresse nuova e gagliarda vita all' arte siciliana
allora bamboleggiante dietro le orme del valoroso toscano Filippo Paladino, fu Pietro
Novelli, meglio conosciuto col soprannome di Monrealese, essendo egli nato nella
lieta e bella cittadina normanna il 2 Marzo 1603.
Eppure, non ostante tal merito, egli e poco noto fuori di Sicilia, come in
generale e quasi sconosciuta tutta l'arte ehe lungo il corso del sec. XVII si svolse
nell' Isola, arte piena di ricchezza, di fasto e di splendore decorativo ').
Le chiese siciliane di quel tempo presentano, invero, una tale eleganza di
barocco che difficilmente se ne incontra l'eguale: ai dipinti a fresco smaglianti di colore
si unirono festosamente gli stucchi animati da agile fantasia, quegli stucchi che inghir-
landarono di gloria il genio di Giacomo Serpotta, aggiungendovisi ancora quella
esuberante e nello stesso tempo equilibrata decorazione policromica in pietra dura
che forma oggi la nostra ammirazione.
Ma, oltre al grande Serpotta, uno scultore rimasto ingiustamente oscuro, scultore
e decoratore pieno di talento, e Gioacchino Vitaliano che in Palermo, nella cappella del
Rosario in S. Zita e nella chiesa di Casa Professa, die' prove bastevoli della sua
non comune abilitä.
Figlio di artista, il Monrealese 2) ben presto dimoströ le sue rare attitudini e il
suo svegliato ingegno nella sua stessa patria dove ancora giovanissimo compie vari
lavori come alcuni affreschi nella chiesa di S. Maria dell' Orto; altri in una cappella
della chiesa del monastero di S. Castrenze per la quäle esegui anche una tela rap-
presentante la Sacra Famiglia; ed altri ancora nella volta della chiesa dell' Itria 3).
Passato indi a Palermo, si vuole sia stato allievo del pittore trapanese Vito
Carrera; ma chi gli svelö un mondo a lui affatto sconosciuto fu il grande Antonio
Van Dyck che fin dal 1622 era in Palermo, e nel 1624 esegui un ritratto di Sofonisba
Anguissola e molto probabilmente anche quello del Vicere Emanuele Filiberto 4).
A questo primo periodo di ondeggiamento fra le vecchie tendenze scolastiche
e gl'influssi della vivissima luce vandyckiana, appartiene il piccolo quadro „La morte
del Giusto" (m. 0,66X0,80) acquistato dal Museo Naz. di Palermo, dove le tonalitä
calde del volto della Vergine di carattere fiammingheggiante contrastano con le tinte

9 II chiaro Hermann Voss lamenta a ragione la poca cura che finora si e avuta dell' arte
siciliana del '600 e perfino dello stesso Pietro Novelli. In „Monatsheften für Kunstwissen-
schaft" p. 987.

-) II padre Pietro Antonio, oltre che pittore, fu musaicista, e mori nella peste del 1625
in Monreale dove si additano alcuni suoi lavori.

3) A. Gallo. Elogio storico di Pietro Novelli. Palermo, 1828, p. 2.

') Cfr. C. Matranga. Dipinti di Antonio Van Dyck e della sua scuola nel Museo
Naz. di Palermo. In „Boll. d'Arte del R. Ministero della P. Istruzione".
 
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