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A CHI VORRÀ LEGGERE »
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sL cuor delPUomo, con cui Jì suol denotctre F u*
wana Vdonta, può ben chiamarfi un mantice indefef-
fo e perpetuo di Defderj « Formato che ne e appena
uno , ne succede nt? altro ; e pure iantì e sì diverf
Defderj noflri non fono per lo piìt, che un folo, nella ftef
fa guisa che tanti rami efcono da un tronco, e compongo-
no un' Albero folo . Anche in noi il Defderio maeftro , e
padre di tanti altri, e quello del nostro privato Bene ,
della nostra particolar Feiicità* Cioe il piu ordinarìo no^
stro Defderio ha per mira qualche oggetto o mezzo, che
pojfa o poco o molto ridondare in noftro Bene. Quefto e non
folamente un conftglio, ma anche un inceffante tmpulfo del-
la Natura noftra, che fi fa fentire tanto al Nobile che alP
Jgnobile, tanto agP Ignoranti che ai Dotti. Di ssera poi
piu sublime, e di origine pi'u nobile f e ut? altro Defde-
rio, cioe qitello del Bene della Società, del Ben Pubbii-
co , o fa della Pubblica Felicità * Nasce ìl primo dalla
Natura , queftP altro ha per maàre la Virtu . Ntun merito
ci e gìà in defiderare e procacciar del Bene a noi ftejjì
(pav/o dei Beni terreni ). Può anzi quefto movimento delf
Anima noftra divenir Vizio, e cagionar demerito, quando
fa fregolato in rtguardo a noi , o agli altri, o pur con-
trario al Bene della Repubb/ica. Di gran merito a/P incon~
tro prejfo Dio e prejfo gli Uomini fempre e il bramare e
procurare il pubbhco Bene, purche f efeguisca con oncfti
- r wzzì.