Ilo DEL Ly? PERFETTA
Natura può farcì vedere, anzi spesse voìte ci fa vedere gli errori de*
grandi uomini, e delle semmine illuitri: perchè non sarà lecito ai
Poeta il rappresentarne alcuno, per ritirare con si fatti elempj altre
nobili, e valorose persone da limili precipizi? Dirò di più, che que-
sli due Ritratti, oltre ali'elsere Verisimiii neH'universàle, ancora ii
sono nel particolare, emendo Rinaldo, e Armida giovanetti, e con-
ducendosi amendue con verisimiii circoslanze a cadere in una sollia,
in cui egualmente poliono cadere, e cadono tutto giorno nobili, e
plebei, donne, e uomini, e caddero secondo l'opinione degli antichi
un' Ercole, un' Achille, e altri samosì guerrieri. Rappresèntasì dal
Tasfo Rinaldo, come giovane, ed è coslume de'giovani l'innamorar-
li ancor perdutamente. Rappresentali pure valorosìlsimo, e forte in
guerra; ma a quello carattere di Fortezza non s'oppone l'altro dell'
Incontinenza. Anzi AriRotele ne'Libri delia politica inlegna, che gli
uomini forti, e guerrieri son prontillìmi alla lalcivia. Che se lì dirà,
che il Poeta ha dipinto con troppo vivi colori, e con troppa cura
le tenerezze, e gli amori di quelle perlone; ciò sarà non diletto di
Verilìmiie, nè peccato di Poelìa, come Poesia, ma errore della Poe-
sia, considerata come Arte subordinata alla Politica, e perciò obbli-
gata a fuggire il pericolo di nuocere co'suoi Ritratti agli altrui co-
siumi, sìccome diremo altrove. Conchiudiamo dunque, che i Poeti
al pari de'Dipintori, per dilettar colla Materia, cioè colie cose, deb-
bono formarli in mente un' Idea perfetta della Natura, conhgliandoR
cen quella nei rappresentare si la leggiadria, bellezza, e maggior per-
sezion delle cose; e si la deformità più terribile, più ridicolosa, più
rilevante delle medesime secondo ii grado, e la qualità loro. Siena
le azioni, le cose, le persone, o sublimi, o mezzane, o umili; sie-
no i Vizj, le Virtù, gli affetti, e i collumi delle persone o in ec-
cedo, o pur mediocri; sieno i fatti veramente, o pur solo verismil-
mente avvenuti: dovrà il Poeta rappresentar quelli sì differenti og-
getti coll'eminenza più nobile, o ignobile della propria Natura di essi,
cercando sempre ii Mirabile, e riguardando sempre il Vero, o Ve-
nsimile della Natura. In quello Maraviglioso, in quello Vero, o Ve-
risimiie consile il Bello della Materia; e trovandoli ne'Ritratti, ne-
gli avvenimenti, ne'coslumi, negli affetti rappresentati dal Poeta,
quelle due belle doti, sicuramente ne trarrà diletto chiunque gli a-
ìcolta, o li mira.
Natura può farcì vedere, anzi spesse voìte ci fa vedere gli errori de*
grandi uomini, e delle semmine illuitri: perchè non sarà lecito ai
Poeta il rappresentarne alcuno, per ritirare con si fatti elempj altre
nobili, e valorose persone da limili precipizi? Dirò di più, che que-
sli due Ritratti, oltre ali'elsere Verisimiii neH'universàle, ancora ii
sono nel particolare, emendo Rinaldo, e Armida giovanetti, e con-
ducendosi amendue con verisimiii circoslanze a cadere in una sollia,
in cui egualmente poliono cadere, e cadono tutto giorno nobili, e
plebei, donne, e uomini, e caddero secondo l'opinione degli antichi
un' Ercole, un' Achille, e altri samosì guerrieri. Rappresèntasì dal
Tasfo Rinaldo, come giovane, ed è coslume de'giovani l'innamorar-
li ancor perdutamente. Rappresentali pure valorosìlsimo, e forte in
guerra; ma a quello carattere di Fortezza non s'oppone l'altro dell'
Incontinenza. Anzi AriRotele ne'Libri delia politica inlegna, che gli
uomini forti, e guerrieri son prontillìmi alla lalcivia. Che se lì dirà,
che il Poeta ha dipinto con troppo vivi colori, e con troppa cura
le tenerezze, e gli amori di quelle perlone; ciò sarà non diletto di
Verilìmiie, nè peccato di Poelìa, come Poesia, ma errore della Poe-
sia, considerata come Arte subordinata alla Politica, e perciò obbli-
gata a fuggire il pericolo di nuocere co'suoi Ritratti agli altrui co-
siumi, sìccome diremo altrove. Conchiudiamo dunque, che i Poeti
al pari de'Dipintori, per dilettar colla Materia, cioè colie cose, deb-
bono formarli in mente un' Idea perfetta della Natura, conhgliandoR
cen quella nei rappresentare si la leggiadria, bellezza, e maggior per-
sezion delle cose; e si la deformità più terribile, più ridicolosa, più
rilevante delle medesime secondo ii grado, e la qualità loro. Siena
le azioni, le cose, le persone, o sublimi, o mezzane, o umili; sie-
no i Vizj, le Virtù, gli affetti, e i collumi delle persone o in ec-
cedo, o pur mediocri; sieno i fatti veramente, o pur solo verismil-
mente avvenuti: dovrà il Poeta rappresentar quelli sì differenti og-
getti coll'eminenza più nobile, o ignobile della propria Natura di essi,
cercando sempre ii Mirabile, e riguardando sempre il Vero, o Ve-
nsimile della Natura. In quello Maraviglioso, in quello Vero, o Ve-
risimiie consile il Bello della Materia; e trovandoli ne'Ritratti, ne-
gli avvenimenti, ne'coslumi, negli affetti rappresentati dal Poeta,
quelle due belle doti, sicuramente ne trarrà diletto chiunque gli a-
ìcolta, o li mira.