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vaghe, che polsono occorrere fra si fatte persone, que'sentimenti,
quelle rihelhoui più naturali, pellegrine, e leggiadre, che probabil-
mente caderebbono loro in penhero. Oltre a ciò con Ma attenzione
figurano l'innocenza, gli affetti diversì o lieti, o trilli, ed ogni al-
tra qualità della Vita pahoraie; e quali nascerebbono Verihmiimen-
te in cuor de'Pallori, e delle Ninfe i penlieri, tali dal Poeta si rap-
presentano. Quelli penlieri verihmili, e naturali, esprimendo le so-
praddette qualità della Vita pahoraie, saran belli per cagion della.
Materia, e cagioneranno negli alcoltanti una dolcihìma sensazioney
perchè l'oggetto vivamente dipinto di quella vita felice, e pura, pre-
sentandoli davanti alla nollra Fantalia, con soavita la muove, e la
rapilce, come cola a noi altri foreliiera, e rara. Potrà ben darsi ca-
so, che non ha bella per le hehà la Materia, come allorché i Pa-
llori s'introducono a narrar certe vili, e trivialiilìme loro fatiche in-
torno alla cura degli armenti, oalla cohivazion de campi. Ma ciò,
che non può dilettarci per le (felso, ci diletterà usando grand'Arte e
grazia nel ben vellire la Materia desorme, o {piacevole con Figure,
con Immagini, e con altri ajuti deli'alcoso Artihzio Poetico; e al-
lora non la Materia, ma 1'Artihzio d'elsa, diverrà cagione dei no-
slro diletto. E in quello propohto troppo h pretende da uno Scrit-
tor Francele moderno col non volere, che in quelle Poehe h toc-
chino giammai le bahezze, e milerie della Vita pahoraie, perch'elle
rapprelentano un rincrelcevole, e {piacente oggetto, nel che, dice
egli, che peccarono Teocrito, Virgilio, ed altri. Se h dovelse ular
tanta cautela in verh, non h dovrebbono tampoco dipingere giam-
mai in verh azioni viziole, battaglie, morti, fami, tempelle, lamen-
ti, e sbmìglianti cole (piacevoli ad udirle, non men che a vederle.
E pure ciò non (blamente è permeilo, ma gloriolo ancora, divenen-
do quelli oggetti ahai dilettevoli per virtù dei pennello Poetico, cioè
dell'Artihzio, e della grazia, con cui li rappresenta il Poeta. Quell*
eforimere vivamente il collume, e la lemplicità Pahoraie, è un'in-
canto alia nohra Immaginazione; ed egli è bensì certo, che le un
Pallore dirà ad un'altro, che gli è fuggita una vaccaie il pregherà
d'andarne in tracci*, e trovatala di darle poi molte buhe: ciò per
viltà della Materia piacerà poco. Ma s'egli dirà con Galfurnio: *
allora I'Artihzio, leggiadramente rappresentante il collume, ci farà
piacere alsaishmo ancor la Materia. Se un Pahore alla buona dirà,
M m m 2 ch'egli
vaghe, che polsono occorrere fra si fatte persone, que'sentimenti,
quelle rihelhoui più naturali, pellegrine, e leggiadre, che probabil-
mente caderebbono loro in penhero. Oltre a ciò con Ma attenzione
figurano l'innocenza, gli affetti diversì o lieti, o trilli, ed ogni al-
tra qualità della Vita pahoraie; e quali nascerebbono Verihmiimen-
te in cuor de'Pallori, e delle Ninfe i penlieri, tali dal Poeta si rap-
presentano. Quelli penlieri verihmili, e naturali, esprimendo le so-
praddette qualità della Vita pahoraie, saran belli per cagion della.
Materia, e cagioneranno negli alcoltanti una dolcihìma sensazioney
perchè l'oggetto vivamente dipinto di quella vita felice, e pura, pre-
sentandoli davanti alla nollra Fantalia, con soavita la muove, e la
rapilce, come cola a noi altri foreliiera, e rara. Potrà ben darsi ca-
so, che non ha bella per le hehà la Materia, come allorché i Pa-
llori s'introducono a narrar certe vili, e trivialiilìme loro fatiche in-
torno alla cura degli armenti, oalla cohivazion de campi. Ma ciò,
che non può dilettarci per le (felso, ci diletterà usando grand'Arte e
grazia nel ben vellire la Materia desorme, o {piacevole con Figure,
con Immagini, e con altri ajuti deli'alcoso Artihzio Poetico; e al-
lora non la Materia, ma 1'Artihzio d'elsa, diverrà cagione dei no-
slro diletto. E in quello propohto troppo h pretende da uno Scrit-
tor Francele moderno col non volere, che in quelle Poehe h toc-
chino giammai le bahezze, e milerie della Vita pahoraie, perch'elle
rapprelentano un rincrelcevole, e {piacente oggetto, nel che, dice
egli, che peccarono Teocrito, Virgilio, ed altri. Se h dovelse ular
tanta cautela in verh, non h dovrebbono tampoco dipingere giam-
mai in verh azioni viziole, battaglie, morti, fami, tempelle, lamen-
ti, e sbmìglianti cole (piacevoli ad udirle, non men che a vederle.
E pure ciò non (blamente è permeilo, ma gloriolo ancora, divenen-
do quelli oggetti ahai dilettevoli per virtù dei pennello Poetico, cioè
dell'Artihzio, e della grazia, con cui li rappresenta il Poeta. Quell*
eforimere vivamente il collume, e la lemplicità Pahoraie, è un'in-
canto alia nohra Immaginazione; ed egli è bensì certo, che le un
Pallore dirà ad un'altro, che gli è fuggita una vaccaie il pregherà
d'andarne in tracci*, e trovatala di darle poi molte buhe: ciò per
viltà della Materia piacerà poco. Ma s'egli dirà con Galfurnio: *
allora I'Artihzio, leggiadramente rappresentante il collume, ci farà
piacere alsaishmo ancor la Materia. Se un Pahore alla buona dirà,
M m m 2 ch'egli