Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Real Museo Borbonico — 5.1829

DOI article:
Tavola I - LXI [Text und Tafeln]
DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.10977#0072
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
4 VOL. V. TAV. XIII.

le labbra, il bevitore tirando a sè il lìato, ne
traeva il fluido -, 1' altra parte più grande ehe
qui è rotta nella estremità, anche è bucata, e
s' intrometteva nel collo di qualche recipiente
di cui volevasi assaggiare il liquore senza smuo-
verlo dal sito dove trovavasi. Tutto ciò si rileva
dalla descrizione fattane da Oppiano (1) il quale
lo chiama aulon fy setera avXov (fucrrnpoc.

........òri rtf •x'htiov Tretpaf/jtìiOi ufi<pi<Poptio<;

At/Aa? (ftaiv vipucnv ùrz~o %-opicc (putryiriìpoc
A(rè<ACtTi è ccv sputi yjiSuoq tjotcv ipiT&ctXiv iXx.ojt
XejAétìv c/,x,poTa.T6ic, ' io & uv»rpi%ti c.v^poc, uut/av,.

Pruova se alcun far vuol di colmo vaso
Tromba aspirante a la sua bocca adatta,
E a se traendo con gli estremi labbri
L' aer , così ne tragge anebe il licore (a).

I recipienti poi nei quali s' introduceva erano i
grandi vasi , dai quali se si avesse voluto at-
tingere un pò di vino altrimenti, conveniva smuo-
verli dal loro sito , ed intorbidarne così tutto il
liquore. La tromba di cui parliamo rimediava ad
ambedue questi inconvenienti. E dippiù essendo

(1) Hai. v. 463.

(2) Dalla mia traduzione.
 
Annotationen