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NAPOLI NOBILISSIMA
Un arco a festoni, di quattro segmenti circolari, impostava sulle
colonne, e sotto di esso, disposti simmetricamente, erano tre
mezze figure di angioli, che sostenevano un drappo tutto pie-
ghettato, campeggiante nel fondo della nicchia.
Questa riproduzione mi dispensa dalla descrizione di altri
particolari.
V'è ora chi fa la caccia ad alcuni importanti frammenti di
una chiesuola fuori le mura, dedicata a S. M. d'Arabona, i quali,
senza dubbio, prenderanno il volo per lontane regioni, come av-
venne, anni fa, per i bellissimi avanzi dell'ambone quattrocen-
tino di questa chiesa della Tomba.
Si dice pure, che si vanno facendo delle pratiche per la ven-
dita di alcuni pezzi del tesoro della chiesa madre di Castelvec-
chio Subequo (Provincia di Aquila), consistenti in una statuetta
della Vergine, quattro reliquari e una croce smaltata, tutti di
argento, del sec. XIV, provenienti dalle officine sulmonesi, e un
cofanetto con pregevoli sculture di osso.
Come impedire tanta iattura?
Fortunatamente v'è alla Minerva un saggio ministro che ha
a cuore la tutela del patrimonio artistico nazionale: egli, perciò,
non permetterà che i nostri tesori di arte vadano ad arricchire
le gallerie e i musei di oltralpe.
Sulmona, marzo 1902.
P. Piccirilli.
NOTIZIE ED OSSERVAZIONI
L'ARCHITETTO CARLO VANVITELLI NEL 1799.
Ristampiamo dagli Avvenimenti del 1799 nelle Due Sicilie di A. San-
sone (pp. CCLXII a CCLXIV del voi. VII dei Documenti per servire
alla storia di Sicilia pubblicati per cura della Società Siciliana per la sto-
ria patria) questo documento su Carlo Vanvitelli, e che è estratto da-
gli incartamenti di quell'anno funesto che si conservano nell'archivio
di Stato di Palermo:
« Il Cavaliere D. Carlo Vanvitelli, incoraggito dalla fiducia che
l'ispira la Vostra Reale Clemenza, ardisce di presentarsi a piè del-
l'augusto trono della M. V. ed implorare sulla sua persona gli effetti
della stessa Reale Clemenza. — Egli da trentasette anni ha l'onore
di servire la M. V. nelle Reali fabbriche di Caserta col soldo corri-
spondente, e da anni diciotto nel Real Palazzo di Napoli, e suoi siti
senza soldo alcuno. — Molte straordinarie incombenze ha avuto dalla
M. V., le quali ha avuto il piacere di eseguire con tutta esatezza e
con piena soddisfazione di V. M. e del Pubblico. La Villa Reale di
Napoli, che oggi forma la più bella della città, è opera del sup-
plicante. — Ultimamente ha avuto l'onore di costruire la statua del
fu augusto vostro Genitore che ha incontrato l'applauso generale. —
Tralascia poi le particolari incombenze, che sempre da tempo in tempo
sono state alla sua cura dalla M. V. affidate, le quali il supplicante
ha eseguite sempre senza ricompensa alcuna, come è ben noto a V. M.
— Tralascia ancora di parlare del suo fedele attaccamento alla Real
Corona, credendo di far torto alla sua persona. Basta dire che lui,
nelle passate sciagure, si contentò starne in casa chiuso colla moglie,
e sottoporsi alle più alte oppressioni, e tasse con aver contratti molti
debiti, e di non mai comparire in pubblico, lasciando anche abbando-
nati a tale oggetto i particolari suoi negozii. — Di tutto ciò la M. V.
potrà prendere informo da chi meglio le piace, e potrà anche consul-
tare (se altrimenti non stima) il Consultore Troysi. — Quindi per
tanti servigi prestati senza soldo, e senza ricompensa, e per la non
equivoca esperimentata fedeltà verso la M. V. si lusinga di poter me-
ritare un argomento di Reale gradimento. Implora dunque dalla Vo-
stra Reale clemenza la carica di Primario del S. R. Consiglio, carica
che V. M. ha deliberato conferire a persone di professione. — Signore,
il supplicante non ha mai preteso, come è ben noto alla M. V., infatti
nessuna pensione gode. Oggi implora la sopradetta grazia e la spera
dalla M. V., ut Deus ».
E non la sperò indarno: nella stessa filza 3399 della real Segre-
teria è la risoluzione del Re così concepita: « Avendo il Re preso in
considerazione li lunghi servizi resi dal cav. D. Carlo Vanvitelli in
cotesto Real Palazzo e nelle reali Fabbriche di Caserta, come altresì
la sua abilità nell'architettura, le straordinarie incombenze disimpe-
gnate dal medesimo con tutta l'esattezza e la lodevole e fedele con-
dotta tenuta nella caduta Anarchia, e volendogli dare un contrassegno
del pieno suo Real godimento, la M. S. si è degnata di eleggerlo a
Primario del Sacro Regio Consiglio col soldo e con tutti gli averi e
lucri corrispondenti ».
Il Primario presiedeva al collegio dei Tavolari, ingegneri periti
chiamati nelle controversie giudiziarie.
Don Fastidio.
DA LIBRI E PERIODICI
Importante per la storia del costume è l'inventario, compilato nel
settembre 1272, dei beni mobili costituenti l'eredità di Ruggiero del-
l'Aquila Conte di Fondi e di Traetto, marito di Adelasia d'Aquino so-
rella di S. Tommaso. Lo ha pubblicato F. Scandone in Ancora nuovi
documenti per S. Tommaso d'Aquino (Napoli, D'Auria 1901, estr. dalla
Rivista di Scienze e Lettere, II, io), che fanno seguito alle altre sue
accurate ricerche, pubbl. nei fase. 4-6 della stessa Rivista, col titolo
Documenti e congetture sulla famiglia e sulla patria di S. Tommaso d'A¬
quino (Napoli, D'Auria, 1901).
Don Ferrante.
NAPOLI NOBILISSIMA
Un arco a festoni, di quattro segmenti circolari, impostava sulle
colonne, e sotto di esso, disposti simmetricamente, erano tre
mezze figure di angioli, che sostenevano un drappo tutto pie-
ghettato, campeggiante nel fondo della nicchia.
Questa riproduzione mi dispensa dalla descrizione di altri
particolari.
V'è ora chi fa la caccia ad alcuni importanti frammenti di
una chiesuola fuori le mura, dedicata a S. M. d'Arabona, i quali,
senza dubbio, prenderanno il volo per lontane regioni, come av-
venne, anni fa, per i bellissimi avanzi dell'ambone quattrocen-
tino di questa chiesa della Tomba.
Si dice pure, che si vanno facendo delle pratiche per la ven-
dita di alcuni pezzi del tesoro della chiesa madre di Castelvec-
chio Subequo (Provincia di Aquila), consistenti in una statuetta
della Vergine, quattro reliquari e una croce smaltata, tutti di
argento, del sec. XIV, provenienti dalle officine sulmonesi, e un
cofanetto con pregevoli sculture di osso.
Come impedire tanta iattura?
Fortunatamente v'è alla Minerva un saggio ministro che ha
a cuore la tutela del patrimonio artistico nazionale: egli, perciò,
non permetterà che i nostri tesori di arte vadano ad arricchire
le gallerie e i musei di oltralpe.
Sulmona, marzo 1902.
P. Piccirilli.
NOTIZIE ED OSSERVAZIONI
L'ARCHITETTO CARLO VANVITELLI NEL 1799.
Ristampiamo dagli Avvenimenti del 1799 nelle Due Sicilie di A. San-
sone (pp. CCLXII a CCLXIV del voi. VII dei Documenti per servire
alla storia di Sicilia pubblicati per cura della Società Siciliana per la sto-
ria patria) questo documento su Carlo Vanvitelli, e che è estratto da-
gli incartamenti di quell'anno funesto che si conservano nell'archivio
di Stato di Palermo:
« Il Cavaliere D. Carlo Vanvitelli, incoraggito dalla fiducia che
l'ispira la Vostra Reale Clemenza, ardisce di presentarsi a piè del-
l'augusto trono della M. V. ed implorare sulla sua persona gli effetti
della stessa Reale Clemenza. — Egli da trentasette anni ha l'onore
di servire la M. V. nelle Reali fabbriche di Caserta col soldo corri-
spondente, e da anni diciotto nel Real Palazzo di Napoli, e suoi siti
senza soldo alcuno. — Molte straordinarie incombenze ha avuto dalla
M. V., le quali ha avuto il piacere di eseguire con tutta esatezza e
con piena soddisfazione di V. M. e del Pubblico. La Villa Reale di
Napoli, che oggi forma la più bella della città, è opera del sup-
plicante. — Ultimamente ha avuto l'onore di costruire la statua del
fu augusto vostro Genitore che ha incontrato l'applauso generale. —
Tralascia poi le particolari incombenze, che sempre da tempo in tempo
sono state alla sua cura dalla M. V. affidate, le quali il supplicante
ha eseguite sempre senza ricompensa alcuna, come è ben noto a V. M.
— Tralascia ancora di parlare del suo fedele attaccamento alla Real
Corona, credendo di far torto alla sua persona. Basta dire che lui,
nelle passate sciagure, si contentò starne in casa chiuso colla moglie,
e sottoporsi alle più alte oppressioni, e tasse con aver contratti molti
debiti, e di non mai comparire in pubblico, lasciando anche abbando-
nati a tale oggetto i particolari suoi negozii. — Di tutto ciò la M. V.
potrà prendere informo da chi meglio le piace, e potrà anche consul-
tare (se altrimenti non stima) il Consultore Troysi. — Quindi per
tanti servigi prestati senza soldo, e senza ricompensa, e per la non
equivoca esperimentata fedeltà verso la M. V. si lusinga di poter me-
ritare un argomento di Reale gradimento. Implora dunque dalla Vo-
stra Reale clemenza la carica di Primario del S. R. Consiglio, carica
che V. M. ha deliberato conferire a persone di professione. — Signore,
il supplicante non ha mai preteso, come è ben noto alla M. V., infatti
nessuna pensione gode. Oggi implora la sopradetta grazia e la spera
dalla M. V., ut Deus ».
E non la sperò indarno: nella stessa filza 3399 della real Segre-
teria è la risoluzione del Re così concepita: « Avendo il Re preso in
considerazione li lunghi servizi resi dal cav. D. Carlo Vanvitelli in
cotesto Real Palazzo e nelle reali Fabbriche di Caserta, come altresì
la sua abilità nell'architettura, le straordinarie incombenze disimpe-
gnate dal medesimo con tutta l'esattezza e la lodevole e fedele con-
dotta tenuta nella caduta Anarchia, e volendogli dare un contrassegno
del pieno suo Real godimento, la M. S. si è degnata di eleggerlo a
Primario del Sacro Regio Consiglio col soldo e con tutti gli averi e
lucri corrispondenti ».
Il Primario presiedeva al collegio dei Tavolari, ingegneri periti
chiamati nelle controversie giudiziarie.
Don Fastidio.
DA LIBRI E PERIODICI
Importante per la storia del costume è l'inventario, compilato nel
settembre 1272, dei beni mobili costituenti l'eredità di Ruggiero del-
l'Aquila Conte di Fondi e di Traetto, marito di Adelasia d'Aquino so-
rella di S. Tommaso. Lo ha pubblicato F. Scandone in Ancora nuovi
documenti per S. Tommaso d'Aquino (Napoli, D'Auria 1901, estr. dalla
Rivista di Scienze e Lettere, II, io), che fanno seguito alle altre sue
accurate ricerche, pubbl. nei fase. 4-6 della stessa Rivista, col titolo
Documenti e congetture sulla famiglia e sulla patria di S. Tommaso d'A¬
quino (Napoli, D'Auria, 1901).
Don Ferrante.