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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 11.1902

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Nr. 5
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Bernich, Ettore: L' arte in Puglia, Il campanile di Soleto
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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

75

L'ARTE IN PUGLIA

Il CAMPANILE DI SOLETO.
Nel giugno del 1896 mi recai a Soleto, che dista
poco più di due chilometri da Galatina. Sapeva che in
Soleto vi erano da osservare alcune opere di arte, tra cui
la bellissima torre che avevo da lontano ammirato tante
volte col desiderio vivissimo di osservarla sul luogo.
Soleto, per chi non lo sa, è una delle tante graziose
cittadine che s'incontrano lungo la via ferrata che da Brin-
disi mena a Gallipoli.
L'origine è messapica, a giudicarne dagl'importanti ci-
mei trovati nelle tombe a nord e ad ovest del suo ter-
ritorio. Erano pure dell'epoca messapica le sue mura, in
parte esistenti ancora nel secolo XVI, costrutte a grossi
blocchi in quadro di sabbioni calcarei. Antonio de Ferra-
ris, detto il Galateo, che li vide, li menziona nella sua
opera De situ Japygi^.
Nessuna notizia di questa città abbiamo nell'epoca ro-
mana; e soltanto verso la fine del secolo XIII il nome
di Soleto comincia ad apparire nei documenti. Nella metà
del secolo XIV già aveva preso un rilevante sviluppo, per
esser divenuta il centro di una vasta contea, della quale
facevano parte, fra altre terre e casali, Galatina, Zollino,
Aradeo, Noha, Cutrofiano, Sternatia e Sogliano 0).

Il primo conte di Soleto fu Raimondo del Balzo Gran
Camerario del Regno ai tempi di Giovanna I.
Egli è sepolto in S. Chiara in Napoli colla moglie Isa-
bella d'Apia (2). Morirono entrambi nel 1375 e gli suc-
cesse l'unica figliuola Maria, che andò sposa a Nicola
Orsini Principe di Salerno e Conte di Nola.
La contea di Soleto fu assegnata di poi al secondoge-
nito di costei, Raimondello Orsini del Balzo, valoroso ca-
pitano di Carlo di Durazzo, di Ludovico d'Angiò e di
Urbano IV.
A Raimondello viene attribuita da tutti gli scrittori la
costruzione della torre di Soleto che sarebbe stata fab-
bricata verso il 1405, 0 secondo altri nel 1406; ma non
si è badato che in quell'anno ne erano scorsi già dieci
dalla morte di Raimondello, avvenuta in Nola nel 17 gen-
naio 1395 (3). Non tenendo conto di queste date, vi sono

altre ragioni d'indole artistica che escludono che la torre
sia stata costrutta in quel tempo e per opera di Raimon-
dello. L'impronta stilistica della sua architettura non ha
nessun rapporto con quella adoperata nell'interno della
chiesa di S. Caterina in Galatina, la quale fu, come sap-
piamo, riedificata da Raimondello tra il 1384 e il 1391.
Le severe linee francescane ad arco ogivale di questa si
scostano assai dalla smagliante e fiorita architettura della
torre Soletina. Questa ha molta affinità col coro ottago-
nale della chiesa di Galatina che venne aggiunto da Gian
Antonio Orsini Principe di Taranto, figlio di Raimondello,
qualche decennio dopo la morte del padre suo, ed è pro-
babilissimo che gli stessi artisti che lavorarono nel coro,
avessero poi preso parte all'edificazione della torre.
Tutto ciò già affermai nel Corriere delle Puglie del 28
febbraio 1898, dopo che per la seconda volta ero andato
in Soleto, ma senza poter assegnare qualche prova estrin-
seca.
Ma ora non dubito più che la costruzione della torre
debba attribuirsi a Gian Antonio Orsini. Ritornando in So-
leto nello scorso marzo, salii per la prima volta, non senza
pericolo, per mezzo di scale portatili sulla balconata della
torre. Ivi trovai, fra gli arabeschi a trafori che ornano il
magnifico parapetto, lo stemma proprio di Gian Antonio
Orsini.
Questo stemma è simile a quello che vidi scolpito nei
pinnacoli, che a guisa di acroteri coronano il fastigio del-
l'ottagonale coro di S. Caterina, edificato da lui. È di for-
ma quadrata, partito in due; nella prima metà sono le ar-
mi degli Orsini inquadrate con quelle dei Del Balzo e
degli Enghien, cioè della nonna e della madre di Gian
Antonio; nell'altra metà è la colonna coronata, arma notis-
sima della famiglia Colonna di Roma alla quale apparte-
neva Anna figlia di Lorenzo Conte di Amalfi moglie di
Gian Antonio Orsini. Non c'è nessun dubbio dunque che
l'erezione della nostra torre debba attribuirsi a lui.
* *
Questa torre viene comunemente chiamata, non si sa
perchè, guglia gotica. In realtà, essa non è se non il cam-
panile della Chiesa di S. Antonio di Padova, l'unica par-
rocchiale di Soleto (ò. La chiesa in origine doveva anche
essere di stile gotico fiorito, ma dopo che venne scossa
e diroccata dai terremoti, fu rifatta tra il 1770 e il 1783
sui disegni dello architetto Antonio Preite da Copertino,

(1) De Giorgi, Geografia fisica e descrittiva della Provincia di Lecce,
Lecce.

(2) P. Benedetto da Subiaco, Un monumento di Sancia in Napoli,
opera illustrata con rilievi e disegni originali del Bernich, Napoli,
1901. — De la Ville sur Yllon, La Cappella dei del Balzo in S. Chiara,
in Napoli nobilissima, voi. I; Il Castello di Casaluce, ivi, voi. X.

(3) Litta, Famiglie celebri italiane.

(1) Nel Voyage pittoresque a Naples et en Sicile di S. C. Richard
de Saint-Non (Paris, 1786), è delineata alla tav. 64 la veduta di So-
leto, dove si scorge la nostra magnifica torre, e un'altra più lungi non
compiuta, in cui mi sembra di ravvisare l'altro campanile che poi fu
aggiunto sul lato nord della chiesa, quando questa venne rifabbri-
cata. Il campanile resta tuttora incompiuto: una lapide dice che i la-
vori vennero fatti nel 1782 dal vescovo.
 
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