RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA
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e il tutto è ricoverto da un baldacchino di forma gotica.
Questo sepolcro, che ultimamente venne colpito da un
fulmine che ne rovinò il fastigio, ha pochissima impor-
tanza artistica.
Lo stesso motivo architettonico è ripetuto in più grandi
proporzioni nel cenotaffio elevato nel coro; ma la forma
è anche più trasandata. È in uno stile gotico, che si po-
trebbe chiamare barocco, tanto è sgarbato, ed accenna ad
una precipitosa decadenza.
E. Bernich.
NOTIZIE DI ARTISTI
CHE LAVORARONO A NAPOLI NEL SEC. XVII E XVIII
dal « Cronicamerone » del Bulifon
Il Cronicamerone ovvero Annali e Giornali istorici delle cose
notabili accadute nella città e nel regno di Napoli dall'era
volgare fino al 1690 fu una delle tante imprese ideate da
Antonio Bulifon, il notissimo librato letterato, che nato
nel Delfinato spiegò la sua attività in Napoli dove era ve-
nuto giovane nel 1670. Ma questa, contrariamente alle
altre, non ebbe esito fortunato e l'opera fu interrotta al pri-
mo tomo, pubblicato nel 1690, che contiene le note cro-
nologiche fino al 1284.
Rimase inedito il copioso materiale raccolto, del quale
due volumi che riguardano gli anni 1691-92 si conservano
nella Biblioteca Nazionale. Trascrivendo da questi e da
altri codici che contengono le notizie degli anni antece-
denti, Scipione Volpicella formò una cronaca che va dal
1670 al 1706 che si legge con grande interesse. Aspet-
tando che il manoscritto, ora conservato dalla Società di
Storia Patria, sia pubblicato integralmente, stralciamo ora
le notizie che riguardano gli artisti fioriti a Napoli tra il
finire del XVII e il cominciare del XVIII secolo.
Luca Giordano.
È noto che egli dipinse per la navata del duomo i santi
protettori di Napoli. Assodiamone la data e sentiamo il
giudizio dei contemporanei. Nella settimana santa del 1676
« furono posti nella chiesa dell'arcivescovado li quadri delli
Santi protettori attorno la nave all'alto delli pilastri. Fu-
rono fatti dal famoso pittore Luca Giordano, ma dagli
intendenti di pitture non furono giudicati degni di un si-
mile pennello » (9.
Il 27 maggio 1692 fu esposta un'altra sua pittura nell'ar-
civescovado: « essendo ristorata la chiesa di S. Restituta
dai signori canonici, patroni di detta chiesa, fu riaperta
con solenne festa vi posero al solito un quadro di Luca
Giordano » I1), cioè la bella e fantasiosa composizione che
ancora si ammira sotto la volta.
Ecco ora dei mosconi sul viaggio in Ispagna del fecondo
artista, che « per nome battesimale — scrive il Bulifon —
Agostino, ma per antonomasia fu chiamato Luca, a causa
della mostruosità che ha nella pittura come imitatore di
S. Luca, anzi si è accomodata la fede del battesimo con
dichiarare che è lo stesso Agostino Luca Giordano ».
Partì il 22 aprile 1692 « per andare a Madrid sopra la
galera del capitano Don Antonio Gonzales suo genero, al
quale si è data facoltà di lasciare la sua galera alla cura
di altri e di accompagnare il socero fin alla Corte, ivi
chiamato dal Re, che lo desidera per pittare cose di suo
desiderio, essendo questi tanto celebre che suo pari il
Mondo ancora non ha veduto in prestezza e perfezione,
come dirò altrove. Egli è d'anni circa 60: nel quale tempo
ha fatto più quadri che molti pittori uniti, contandosi fin
adesso .... mila pezzi. Se avesse solo faticato per la glo-
ria, non avrebbe pari, avendo tale talento che ha imitato
tutti i pittori più insigni, ma con tale perfezione che non
si può conoscere il vero dal falso. Alcuni pochi quadri
però si ritrovano, che non meritano il di lui nome. Scri-
verò in breve la di lui mirabile vita, a quale mi rimetto.
Il Re già li fe' mercè di una toga perpetua per Lorenzo
suo figlio ed un'altra per quel dottore che sposerà l'altra
sua figlia, queste mercè, inclusi scudi 1500 d'aiuto di costa,
per Spagna circa 15 m. scudi, oltre l'altre molte speranze,
come dirò appresso, avendole già dichiarato suo dipintore.
Egli ha moltiplicata le sue fatiche finora più di 4 m. scudi
d'annue entrate, oltre più di 20 m. scudi di mobili. La
premura che fe' partire di subito Giordano fu l'avere il
Re domandato al segretario suo: Di Giordano che nova
vi è? Rispose: Ben presto V. M. lo vedrà. Rispose il Re:
Non è vero. Li Viceré non si vogliono levare il loro piacere
per me. Il vicerè lo regalò prima di partire di un anello
di 600 scudi di valuta, ch'era stato dato a S. E. dal Prin-
cipe di Butera e Roccella » (2).
Sotto la data del 26 luglio scrive: « Con le lettere di
Madrid del 3 luglio si seppe l'arrivo colà del nostro ce-
leberrimo pittore Luca Giordano, e che S. M. l'aveva
molto onorato mandandolo ad incontrare con due tiri a
sei leghe lontano. Fu mandato dal Contestabile, che li
consegnò la chiave doppia della forziera, favore e confi-
denza che si fa a personaggi di merito, con farli dare il
(1) Cronicamerone, manoscritto della Società di Storia Patria, se-
gnato fol. 17 t.
(1) Ivi, fol. 91
(2) Ivi, fol. 89.
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e il tutto è ricoverto da un baldacchino di forma gotica.
Questo sepolcro, che ultimamente venne colpito da un
fulmine che ne rovinò il fastigio, ha pochissima impor-
tanza artistica.
Lo stesso motivo architettonico è ripetuto in più grandi
proporzioni nel cenotaffio elevato nel coro; ma la forma
è anche più trasandata. È in uno stile gotico, che si po-
trebbe chiamare barocco, tanto è sgarbato, ed accenna ad
una precipitosa decadenza.
E. Bernich.
NOTIZIE DI ARTISTI
CHE LAVORARONO A NAPOLI NEL SEC. XVII E XVIII
dal « Cronicamerone » del Bulifon
Il Cronicamerone ovvero Annali e Giornali istorici delle cose
notabili accadute nella città e nel regno di Napoli dall'era
volgare fino al 1690 fu una delle tante imprese ideate da
Antonio Bulifon, il notissimo librato letterato, che nato
nel Delfinato spiegò la sua attività in Napoli dove era ve-
nuto giovane nel 1670. Ma questa, contrariamente alle
altre, non ebbe esito fortunato e l'opera fu interrotta al pri-
mo tomo, pubblicato nel 1690, che contiene le note cro-
nologiche fino al 1284.
Rimase inedito il copioso materiale raccolto, del quale
due volumi che riguardano gli anni 1691-92 si conservano
nella Biblioteca Nazionale. Trascrivendo da questi e da
altri codici che contengono le notizie degli anni antece-
denti, Scipione Volpicella formò una cronaca che va dal
1670 al 1706 che si legge con grande interesse. Aspet-
tando che il manoscritto, ora conservato dalla Società di
Storia Patria, sia pubblicato integralmente, stralciamo ora
le notizie che riguardano gli artisti fioriti a Napoli tra il
finire del XVII e il cominciare del XVIII secolo.
Luca Giordano.
È noto che egli dipinse per la navata del duomo i santi
protettori di Napoli. Assodiamone la data e sentiamo il
giudizio dei contemporanei. Nella settimana santa del 1676
« furono posti nella chiesa dell'arcivescovado li quadri delli
Santi protettori attorno la nave all'alto delli pilastri. Fu-
rono fatti dal famoso pittore Luca Giordano, ma dagli
intendenti di pitture non furono giudicati degni di un si-
mile pennello » (9.
Il 27 maggio 1692 fu esposta un'altra sua pittura nell'ar-
civescovado: « essendo ristorata la chiesa di S. Restituta
dai signori canonici, patroni di detta chiesa, fu riaperta
con solenne festa vi posero al solito un quadro di Luca
Giordano » I1), cioè la bella e fantasiosa composizione che
ancora si ammira sotto la volta.
Ecco ora dei mosconi sul viaggio in Ispagna del fecondo
artista, che « per nome battesimale — scrive il Bulifon —
Agostino, ma per antonomasia fu chiamato Luca, a causa
della mostruosità che ha nella pittura come imitatore di
S. Luca, anzi si è accomodata la fede del battesimo con
dichiarare che è lo stesso Agostino Luca Giordano ».
Partì il 22 aprile 1692 « per andare a Madrid sopra la
galera del capitano Don Antonio Gonzales suo genero, al
quale si è data facoltà di lasciare la sua galera alla cura
di altri e di accompagnare il socero fin alla Corte, ivi
chiamato dal Re, che lo desidera per pittare cose di suo
desiderio, essendo questi tanto celebre che suo pari il
Mondo ancora non ha veduto in prestezza e perfezione,
come dirò altrove. Egli è d'anni circa 60: nel quale tempo
ha fatto più quadri che molti pittori uniti, contandosi fin
adesso .... mila pezzi. Se avesse solo faticato per la glo-
ria, non avrebbe pari, avendo tale talento che ha imitato
tutti i pittori più insigni, ma con tale perfezione che non
si può conoscere il vero dal falso. Alcuni pochi quadri
però si ritrovano, che non meritano il di lui nome. Scri-
verò in breve la di lui mirabile vita, a quale mi rimetto.
Il Re già li fe' mercè di una toga perpetua per Lorenzo
suo figlio ed un'altra per quel dottore che sposerà l'altra
sua figlia, queste mercè, inclusi scudi 1500 d'aiuto di costa,
per Spagna circa 15 m. scudi, oltre l'altre molte speranze,
come dirò appresso, avendole già dichiarato suo dipintore.
Egli ha moltiplicata le sue fatiche finora più di 4 m. scudi
d'annue entrate, oltre più di 20 m. scudi di mobili. La
premura che fe' partire di subito Giordano fu l'avere il
Re domandato al segretario suo: Di Giordano che nova
vi è? Rispose: Ben presto V. M. lo vedrà. Rispose il Re:
Non è vero. Li Viceré non si vogliono levare il loro piacere
per me. Il vicerè lo regalò prima di partire di un anello
di 600 scudi di valuta, ch'era stato dato a S. E. dal Prin-
cipe di Butera e Roccella » (2).
Sotto la data del 26 luglio scrive: « Con le lettere di
Madrid del 3 luglio si seppe l'arrivo colà del nostro ce-
leberrimo pittore Luca Giordano, e che S. M. l'aveva
molto onorato mandandolo ad incontrare con due tiri a
sei leghe lontano. Fu mandato dal Contestabile, che li
consegnò la chiave doppia della forziera, favore e confi-
denza che si fa a personaggi di merito, con farli dare il
(1) Cronicamerone, manoscritto della Società di Storia Patria, se-
gnato fol. 17 t.
(1) Ivi, fol. 91
(2) Ivi, fol. 89.