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NAPOLI NOBILISSIMA
tini di piperno, ove sugli archi si veggono i mezzi busti
a rilievo di Paolo IV e di Maria Carafa, scolpiti in pie-
tra e ricoperti di stucco (V; e sulla cornice, lungo la su-
perficie piana di una striscia di marmo, leggasi a grosse
lettere: Sapientia Aedificavit sibi Domum.
Un'ampia scalinata a due bracci mena alla chiesa, che,
decorata all'interno da pilastri corintii, ha le pareti fina-
mente rabescate con ornamenti di stucco dorati. È rico-
verta a volta divisa in grandi scompartimenti, con ornati
di stucco, nei quali s'ammirano gli affreschi eseguiti da
Bellisario Corenzio, al pari della cupola abbellita da stuc-
chi e da dipinture del medesimo artista (2).
Su le pareti laterali della chiesa, fra le cappelle, comin-
ciando dalla porta, veggonsi a dritta le belle tele dinanzi
ricordate, che rappresentano il Battesimo (Enrico Semer),
la Trasfigurazione (Giov. Richa), la Cena (Dom. Gargiulo);
e dalla parte sinistra quelle della Tentazione nel Deserto
(Andrea Vaccaro), dell'Ossesso e del Cristo in croce, en-
trambe attribuite, come è cennato, a Massimo Stanzioni (3).
Oltre ai già notati dipinti, ammirasi tuttora nella prima
cappella, a destra di chi entra, il pregiato quadro dino-
tante la SS. Annunziata, ivi, come dissi, trasportato dalla
cappella di Berardina Transo della vecchia chiesa (4), e
creduto opera di Francesco Curia (5), o come altri dice di
Bernardo Lama (').
Ai laterali della stessa cappella veggonsi ancora due belle
tele che rappresentano la Vergine con le anime del Purga-
torio e S. Antonio di Padova in estasi, ritenute opera di
Massimo Stanzioni (U; al quale si attribuiscono del pari
gli affreschi decoranti la volta, che, ripartiti in scomparti-
menti, dinotano: la Presentazione, lo Sponsalizio, la Mis-
sione di S. Gabriele e Putti nel sottarco d'ingresso (2).
Opera di Giacinto de Popoli, come è già cennato, sono
le pitture a fresco della cappella che segue, un tempo de-
dicata alla Natività; il quale artista, è detto pure, dipinse
del pari ad olio i due quadri laterali esprimenti la B. Ver-
gine e S. Anna (3).
Appartengono alla scuola di Bernardino Siciliani, come
vuoisi, gli affreschi che decorano l'altra cappella, la terza
che segue; ed anche ai lati le tele dell'Angelo Custode e
di S. Michele Arcangelo (4). Ma meritevole di una speciale
con siderazione è la bella tavola che riscontrasi sull'altare,
che ritrae Cristo piagato nelle cui ferite i Santi Domenicani
intingono il rosario; pittura ricca di pregi, stimata ancora
di Bernardo Lama (5).
L'altra cappella ornata ancora di pitture da Giacinto de
Popoli, sia negli affreschi, sia nelle tele laterali, è certa-
mente la prima entrando a sinistra, e che conserva tut-
tora il titolo della Concezione. Nella quale cappella la
bella tavola che ora vedesi sull'altare, raffigurante l'Im-
macolata, contornata da ricca cornice, affermasi pure fosse
opera del Lama (6).
Proseguendo innanzi, la cappella che segue, da alcuni
anni rinnovata, è senza dubbio quella un tempo dedicata
mi) Ivi, p. 55. Catalani, op. cit., p. 4.
(2) Catalani, ivi. Negli scompartimenti della volta il Corenzio ef-
figiò la creazione del mondo ed altre storie di Cristo, e virtù; profeti
ed angeli sui finestroni e allato le lunette dei medesimi. Nella cupola
dipinse il Paradiso, nei peducci gli Evangelisti, e ai lati delle finestre
Dottori della chiesa latina e greca. L'Eterno Padre dipinto nel centro
della cupola, e posteriormente rifatto ad olio su tela, lo si attribuisce
dal Catalani e dal Galante (op. cit.) a qualche allievo del Solimene
0 al de Matteis.
(3) Così ritengono il Catalani, il Dalbono (Guida di Nap., p. 137)
e altri che tralascio; mentre la tela raffigurante l'Ossesso, come opina
il Bonazzi (op. cit., p. 5), potrebbe credersi del cennato Carlo de Rosa.
Noto poi che quasi tutti gl'indicati quadri, pel loro cattivo stato, me-
riterebbero essere ripuliti.
(4) Però non vi si vede più il ritratto della Berardina. In questa
cappella sulla parete dal lato dell'evangelo leggesi la seguente epigrafe:
D. O. M.
Mariae Annunciane Sacellum cum annexo Iure Patro-
natus Familiae De Transo in Veteri Coenobii Aede
A Berardina De Transo Tomae Filia Fundatum Anno
MDLXX
In Hanc novam aedis aream Io. Francisci. Alphonsi. et
Antonii jundatricis successorum adsensu translatum
Anno MDCLVI.
Demum losepho de Transo. Antonii Nepote
Curiae Montanae Neapolitano Caietanoque Tessitore Ta-
bulis celebratis Kalendis Octobris An. MDCCLXXIX.
(5) Catalani, op. cit., p. 6. Galante, op. cit., p. 106. Stabile, Le
opere di arti belle esistenti nella chiesa di S. Maria della Sapienza.
(6) Sigismondo, Descrizione di Napoli, voi. I, p. 167.
(1) Stabile, op. cit., Catalani, ivi.
(2) Catalani, op. cit. Galante, ivi.
(3) Gli affreschi, che rappresentano il Riposo in Egitto, la Circon-
cisione e l'Epifania, con evidente errore, dallo Stabile, op. cit., e da
altri sono stati attribuiti al Marullo, ed anche dal Catalani inesatta-
mente ritenute di scuola del Vaccaro le tele laterali. Non saprei dire
poi perchè fosse stato tolto il quadro della Natività, alla quale, come
è notato, la cappella era consacrata, per sostituirvi sull'altare quello
del Martirio di S. Colomba; mediocre pittura, che affermasi dal Cata-
lani e da altri eseguita dal settecentista Cenatiempo.
(4) Catalani, op. cit., p. 7. Galante, op. cit., p. 107. Dalbono,
Guida etc., p. c.
(5) Autori su citati, Stabile, op. cit., p. 4. Il Catalani, op. e p.
cit., notò sull'altare di questa cappella un Cristo in Croce di avorio
di pregevole fattura, con pietre dure incastrate nel legno della croce,
e nella base molti ornati di rilievo dorati, e medaglioni di avorio con
piccole figure relative alla vita del Redentore. Notò pure sullo stesso
altare due medaglioni di marmo rappresentanti a mezzo rilievo la Ver-
gine e S. Giuseppe. Però sia il Cristo in croce, come i medaglioni,
ora non più vi si veggono.
(6) I quadri che sono nelle pareti laterali della cappella dinotano
la Natività della Vergine e l'Assunzione, e dal Catalani e da altri sono
creduti della scuola del Santafede, mentre gli affreschi si attribuiscono
a quella del Massimo. Ma non v'è dubbio che sia i detti quadri, co-
me le pitture a fresco fossero opera del de Popoli; il quale, già notai,
eseguì nella cappella della SS. Concezione « tutte le pitture tanto a
« fresco quanto ad oglio » (cit. ms. di S. Martino). La gran tavola del-
l'Immacolata, titolare della cappella, vi si doveva già ritrovare quando
il de Popoli vi lavorò; perchè nel cit. ms. dicesi che fu eseguita la
« politura della cornice del quadro grande », come fu fatto « lo zoc-
« colo sotto la cona ».
NAPOLI NOBILISSIMA
tini di piperno, ove sugli archi si veggono i mezzi busti
a rilievo di Paolo IV e di Maria Carafa, scolpiti in pie-
tra e ricoperti di stucco (V; e sulla cornice, lungo la su-
perficie piana di una striscia di marmo, leggasi a grosse
lettere: Sapientia Aedificavit sibi Domum.
Un'ampia scalinata a due bracci mena alla chiesa, che,
decorata all'interno da pilastri corintii, ha le pareti fina-
mente rabescate con ornamenti di stucco dorati. È rico-
verta a volta divisa in grandi scompartimenti, con ornati
di stucco, nei quali s'ammirano gli affreschi eseguiti da
Bellisario Corenzio, al pari della cupola abbellita da stuc-
chi e da dipinture del medesimo artista (2).
Su le pareti laterali della chiesa, fra le cappelle, comin-
ciando dalla porta, veggonsi a dritta le belle tele dinanzi
ricordate, che rappresentano il Battesimo (Enrico Semer),
la Trasfigurazione (Giov. Richa), la Cena (Dom. Gargiulo);
e dalla parte sinistra quelle della Tentazione nel Deserto
(Andrea Vaccaro), dell'Ossesso e del Cristo in croce, en-
trambe attribuite, come è cennato, a Massimo Stanzioni (3).
Oltre ai già notati dipinti, ammirasi tuttora nella prima
cappella, a destra di chi entra, il pregiato quadro dino-
tante la SS. Annunziata, ivi, come dissi, trasportato dalla
cappella di Berardina Transo della vecchia chiesa (4), e
creduto opera di Francesco Curia (5), o come altri dice di
Bernardo Lama (').
Ai laterali della stessa cappella veggonsi ancora due belle
tele che rappresentano la Vergine con le anime del Purga-
torio e S. Antonio di Padova in estasi, ritenute opera di
Massimo Stanzioni (U; al quale si attribuiscono del pari
gli affreschi decoranti la volta, che, ripartiti in scomparti-
menti, dinotano: la Presentazione, lo Sponsalizio, la Mis-
sione di S. Gabriele e Putti nel sottarco d'ingresso (2).
Opera di Giacinto de Popoli, come è già cennato, sono
le pitture a fresco della cappella che segue, un tempo de-
dicata alla Natività; il quale artista, è detto pure, dipinse
del pari ad olio i due quadri laterali esprimenti la B. Ver-
gine e S. Anna (3).
Appartengono alla scuola di Bernardino Siciliani, come
vuoisi, gli affreschi che decorano l'altra cappella, la terza
che segue; ed anche ai lati le tele dell'Angelo Custode e
di S. Michele Arcangelo (4). Ma meritevole di una speciale
con siderazione è la bella tavola che riscontrasi sull'altare,
che ritrae Cristo piagato nelle cui ferite i Santi Domenicani
intingono il rosario; pittura ricca di pregi, stimata ancora
di Bernardo Lama (5).
L'altra cappella ornata ancora di pitture da Giacinto de
Popoli, sia negli affreschi, sia nelle tele laterali, è certa-
mente la prima entrando a sinistra, e che conserva tut-
tora il titolo della Concezione. Nella quale cappella la
bella tavola che ora vedesi sull'altare, raffigurante l'Im-
macolata, contornata da ricca cornice, affermasi pure fosse
opera del Lama (6).
Proseguendo innanzi, la cappella che segue, da alcuni
anni rinnovata, è senza dubbio quella un tempo dedicata
mi) Ivi, p. 55. Catalani, op. cit., p. 4.
(2) Catalani, ivi. Negli scompartimenti della volta il Corenzio ef-
figiò la creazione del mondo ed altre storie di Cristo, e virtù; profeti
ed angeli sui finestroni e allato le lunette dei medesimi. Nella cupola
dipinse il Paradiso, nei peducci gli Evangelisti, e ai lati delle finestre
Dottori della chiesa latina e greca. L'Eterno Padre dipinto nel centro
della cupola, e posteriormente rifatto ad olio su tela, lo si attribuisce
dal Catalani e dal Galante (op. cit.) a qualche allievo del Solimene
0 al de Matteis.
(3) Così ritengono il Catalani, il Dalbono (Guida di Nap., p. 137)
e altri che tralascio; mentre la tela raffigurante l'Ossesso, come opina
il Bonazzi (op. cit., p. 5), potrebbe credersi del cennato Carlo de Rosa.
Noto poi che quasi tutti gl'indicati quadri, pel loro cattivo stato, me-
riterebbero essere ripuliti.
(4) Però non vi si vede più il ritratto della Berardina. In questa
cappella sulla parete dal lato dell'evangelo leggesi la seguente epigrafe:
D. O. M.
Mariae Annunciane Sacellum cum annexo Iure Patro-
natus Familiae De Transo in Veteri Coenobii Aede
A Berardina De Transo Tomae Filia Fundatum Anno
MDLXX
In Hanc novam aedis aream Io. Francisci. Alphonsi. et
Antonii jundatricis successorum adsensu translatum
Anno MDCLVI.
Demum losepho de Transo. Antonii Nepote
Curiae Montanae Neapolitano Caietanoque Tessitore Ta-
bulis celebratis Kalendis Octobris An. MDCCLXXIX.
(5) Catalani, op. cit., p. 6. Galante, op. cit., p. 106. Stabile, Le
opere di arti belle esistenti nella chiesa di S. Maria della Sapienza.
(6) Sigismondo, Descrizione di Napoli, voi. I, p. 167.
(1) Stabile, op. cit., Catalani, ivi.
(2) Catalani, op. cit. Galante, ivi.
(3) Gli affreschi, che rappresentano il Riposo in Egitto, la Circon-
cisione e l'Epifania, con evidente errore, dallo Stabile, op. cit., e da
altri sono stati attribuiti al Marullo, ed anche dal Catalani inesatta-
mente ritenute di scuola del Vaccaro le tele laterali. Non saprei dire
poi perchè fosse stato tolto il quadro della Natività, alla quale, come
è notato, la cappella era consacrata, per sostituirvi sull'altare quello
del Martirio di S. Colomba; mediocre pittura, che affermasi dal Cata-
lani e da altri eseguita dal settecentista Cenatiempo.
(4) Catalani, op. cit., p. 7. Galante, op. cit., p. 107. Dalbono,
Guida etc., p. c.
(5) Autori su citati, Stabile, op. cit., p. 4. Il Catalani, op. e p.
cit., notò sull'altare di questa cappella un Cristo in Croce di avorio
di pregevole fattura, con pietre dure incastrate nel legno della croce,
e nella base molti ornati di rilievo dorati, e medaglioni di avorio con
piccole figure relative alla vita del Redentore. Notò pure sullo stesso
altare due medaglioni di marmo rappresentanti a mezzo rilievo la Ver-
gine e S. Giuseppe. Però sia il Cristo in croce, come i medaglioni,
ora non più vi si veggono.
(6) I quadri che sono nelle pareti laterali della cappella dinotano
la Natività della Vergine e l'Assunzione, e dal Catalani e da altri sono
creduti della scuola del Santafede, mentre gli affreschi si attribuiscono
a quella del Massimo. Ma non v'è dubbio che sia i detti quadri, co-
me le pitture a fresco fossero opera del de Popoli; il quale, già notai,
eseguì nella cappella della SS. Concezione « tutte le pitture tanto a
« fresco quanto ad oglio » (cit. ms. di S. Martino). La gran tavola del-
l'Immacolata, titolare della cappella, vi si doveva già ritrovare quando
il de Popoli vi lavorò; perchè nel cit. ms. dicesi che fu eseguita la
« politura della cornice del quadro grande », come fu fatto « lo zoc-
« colo sotto la cona ».