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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 6.1900

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https://doi.org/10.11588/diglit.18743#0357
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BIBLIOGRAFIA

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argomentazioni quasi simili, si potrebbero accusare quali in-
cendiari anche altri, p. e. gli Ebrei.

Il prof. De Crescenzo svolge contro l'ipotesi del Pascal
un altro metodo polemico, quello cioè di seguirlo argomentazione
per argomentazione, quasi parola per parola, e confutarlo. Per
tale ragione il suo lavoro mal si presta ad essere riassunto in
poche parole. Notiamo però che adduce per il primo in appog-
gio della consuetudinaria interpretazione di Tacito, l'altro passo
di lui in cui narra che Subrio Flavio, arrestato per la congiura
di Pisone, rispondesse al tiranno : « Odisse coepi postquam par-
ricida matris et uxoris, et auriga, et Bistrò et incendiarius
exstitisti ». {Ann., XV, 67).

Poco dopo, su un giornale romano comparve un articolo
firmato F. S., sigla al certo di persona molto versata negli
studi storici, che prendeva in esame unicamente il contrastato
passo di Tacito, e sia servendosi di severa ermeneutica, lo poneva
in accordo col vicino contesto, e sia seguendo filologicamente la
latinità propria dello storico, mostrava che, come sempre ave-
vano i commentatori seguito, Tacito non poneva innanzi che le
due ipotesi: o quella dell'incendio fortuito (forte), o quella del
delitto di Nerone (dolo principis) — (Ann., XV, 44).

Ài suoi contraddittori rispondeva il prof. Pascal con una
seconda edizione del suo opuscolo 2, insistendo sugli argomenti
da lui già esposti, rispondendo a parecchie delle obiezioni mos-
segli, e apportando su tutto una vastissima erudizione.

Contemporaneamente alla pubblicazione del Pascal, iniziava
un suo lungo e particolareggiato studio il dott. Achille Coen 3.
Non si occupa dell'autore dell'incendio, e solo incidentalmente
veniamo a conoscere ch'egli non ne crede colpevole Nerone
(n. 22, p. 303), ma porta il dibattito unicamente sul quesito
della colpabilità dei Cristiani, che nega recisamente, come nega
che gli ebrei abbiano potuto suggerire a Nerone l'accusa contro
quelli, né crede al giudaismo di Poppea. Giustamente osserva
che Tacito dice essere i Cristiani per flagitia invisos; ora, se
essi fossero stati incendiari, avrebbe dovuto usare la parola
scelus o crimen e non flagitium. Osserva inoltre che il genitivo
Immani generis può essere subbiettivo od obiettivo, cioè indicare,
nella frase quam odio immani generis, l'odiante o l'odiato; e
poiché si ha nel testo odio e non odii (quam [in crimine] odii

1 La Voce delia Verità, n. 223, 28 sett. 1900.

2 L'incendio di Soma e i primi cristiani, 2a ediz. con molte ag-
giunte. Torino, E. Loescher, 1900.

3 La persecuzione neroniana dei Cristiani, nell'Atene e Roma, bul-
Iettino della Società italiana per la diffusione e l'incoraggiamento degli
studi classici; nn. 21-23 del 1900, Firenze.
 
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