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Nibby, Antonio
Roma nell'anno 1838: descritta da Antonio Nibby (Parte 1): Antica — Roma: Tipografia delle belle arti, 1838

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https://doi.org/10.11588/diglit.68900#0393
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Acquedotti, Meta Sudante 371
Sudante a Baja. La forma di questa fontana , e la sua
decorazione vedesi nelle medaglie sovraccitate, colle quali
si accordano gli avanzi superstiti, che nella costruzione
del cono presentano la opera laterizia, simile a quella che
in altri lavori della era de’Flavii si osserva. Non così nelle
vestigia del bacino esterno che sembra essere stato ri-
fatto circa i tempi costantiniani: avvertendo di non pren-
dere per antica la costruzione moderna a quella sovrap-
posta affine di conservare l’antica. Così pure è d’uopo
avvertire, che la Meta Sudante effigiata a bassorilievo
nel corridore delle lapidi nel Vaticano è una moderna
imitazione di quella che si vede espressa sulle medaglie.
Il cono, ed il bacino erano rivestiti di marmo : ed il
cono formava piccioli risalti, come nelle mete circensi
si osservavano : l’ultima fascia poi verso il bacino era
ornata di figure di Ninfe entro nicchie, versanti acque :
e la sommità del cono reggeva una specie di globo, dal
quale usciva il getto dell’ acqua che era grandissimo,
se vuol starsi al diametro dell’ incavo, entro cui passa-
va il condotto, che ancora si traccia. Quale acquedotto
fornisse questa fontana è incerto, come pure se dal Celio,
o dall’Esquilino venisse, ricerca sulla quale si sono dibat-
tuti il Ficoroni, ed il Cassio, senza nulla decidere. E<di
è certo per gli ultimi scavi, che il condotto vi entrava
dal canto dell’Esquilino : è però incerto, se nella piazza
dell’ Anfiteatro non rivolgeva di nuovo verso il Celio,
o verso il Palatino ancora; quello poi di che non può
dubitarsi, e che è di una importanza molto maggiore è
il vedere in questa fontana la prova di fatto che gli
antichi conoscevano la proprietà dell’ acqua di risalire
e 1 arte di farla risalire con forza, osservazione dalla
quale mi dispenserei, se anco questa cognizione degli
antichi non fosse stata dall’ arroganza de’ moderni mes-
sa in dubbio. E si domanderà ancora qual motivo po-
 
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