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Nibby, Antonio
Roma nell'anno 1838: descritta da Antonio Nibby (Parte 1): Antica — Roma: Tipografia delle belle arti, 1838

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https://doi.org/10.11588/diglit.68900#0574
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536 Capitokio
ticolari tendenti ad illustrare questo tempio; ma una la-
pide riferita dai topografi di Roma de’secoli passati, co-
me esistente nella chiesa di s. Giovanni in Laterano ,
ed oggi smarrita ricordava un ristauro fatto di questo
tempio da più imperadori in questa guisa:
AEDEM . CONCORDIAE . VETVSTATE . COL
LAPSAM . IN . MELIOREM . FACIEM . OPERE
ET.CVLTV. SPLENDIDIORE. RESTITVERVNT
Forse gl’imperadori furono Severo ed Antonino, poiché
10 stile si accorda con quello della iscrizione posta da
loro sull’architrave del Pantheon, tempio della era au-
gustana anche esso, e che come VESTASIATE . COR-
RVPTVM dicesi da loro ristabilito con tutti gli ornati:
CVM . OMNI . CVLTV . RESTITVERVNT : certo è
però che questo brano di lapide venne dai topografi so-
praccitati confuso con una iscrizione onoraria eretta a
Costantino l’anno 334 e fattane una sola si dedusse che
11 tempio della Concordia era stato ristaurato da Costan-
tino. Quantunque in rovina non era dimenticato il suo
nome ne’tempi bassi, siccome ricavasi dall’ Orcio Ro-
manus del secolo XII. nel quale l’arco di Settimio vien
designato, come esistente inter templum Fatale , oggi
chiesa di s. Martina, e templum concordi ae: veggasi
Mabillon Museum Italicum T. II. p. 118. e seg. Così
nel Mirabilia Romae ricordasi il Templum Concordiae
come posto iuxta Capitolium, e coll’arco di Settimio di-
nanzi: ante quod arcus triumphalis. Forse fino a quel
tempo gli avanzi erano ancora imponenti; ma demoliti
questi il suo nome passò fino dal primo periodo del se-
colo XV. a quelli del tempio ancora superstite delle ot-
to colonne, che lo ha con poca oscillazione mantenuto
 
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