538 Capitoli©
me coronamento del tempio e del frontone aquile e sta-
tue. Livio ricorda lib. XXVI. c. XXIII. come 1’ anno
di Roma 541. una Vittoria, che era sull’acroterio di
mezzo percossa dal fulmine cadde addosso ad altre Vit-
torie, che coronavano il tempio, e quivi rimase appesa:
In aedo Concordine Vittoria, quae in culmine erat,
fulmine icta, decussaque, ad Victorias, quae in an-
teflxis erant haesit, neque inde procidit. Ho detto di
sopra, che il portico di questo tempio è men largo del-
la cella, onde quasi direbbesi un portico aggiunto; ma
il masso di questo è legato con quello della cella e di
una costruzione così simile , che d’ uopo è riconoscere
una identità di tempo. Di questa specie di anomalia fa-
cilmente si ha una soluzione considerando il luogo, in
che si trova il tempio, e l’uso a che era destinato: ora
il luogo non ammetteva un portico più largo senza tron-
care il clivo capitolino da una parte, ed il clivo sacro
dall’altra: l’uso poi di tenervi adunanza il senato, non
permetteva, che la cella fosse ristretta alle dimensioni
del portico; laonde data alla cella la capacità necessa-
ria, che avrebbe esatto un portico di dieci colonne, si
restrinse questo a sole sei colonne, ed alla faccia della
cella, che rimaneva scoperta in luogo di colonne si die-
dero mezze colonne fralle quali aprivansi due ampie fe-
nostre, perchè la cella fosse sufficientemente illuminata
nelle adunanze, che il senato ivi teneva. La trabeazio-
ne superstite come pure la medaglia sovraindicata dimo-
strano, che tutta questa decorazione era di ordine co-
rintio: un frammento di risalto della mezza colonna an-
golare della cella verso il tempio di Giove Tonante ri-
mane ancora sul luogo, come pure chiaramente appari-
scono le vestigia della estensione del portico e della cel-
la. E circa il masso che ancora rimane dell’uno e dell’
altra noterò che presenta una costruzione di piccioli tu-
me coronamento del tempio e del frontone aquile e sta-
tue. Livio ricorda lib. XXVI. c. XXIII. come 1’ anno
di Roma 541. una Vittoria, che era sull’acroterio di
mezzo percossa dal fulmine cadde addosso ad altre Vit-
torie, che coronavano il tempio, e quivi rimase appesa:
In aedo Concordine Vittoria, quae in culmine erat,
fulmine icta, decussaque, ad Victorias, quae in an-
teflxis erant haesit, neque inde procidit. Ho detto di
sopra, che il portico di questo tempio è men largo del-
la cella, onde quasi direbbesi un portico aggiunto; ma
il masso di questo è legato con quello della cella e di
una costruzione così simile , che d’ uopo è riconoscere
una identità di tempo. Di questa specie di anomalia fa-
cilmente si ha una soluzione considerando il luogo, in
che si trova il tempio, e l’uso a che era destinato: ora
il luogo non ammetteva un portico più largo senza tron-
care il clivo capitolino da una parte, ed il clivo sacro
dall’altra: l’uso poi di tenervi adunanza il senato, non
permetteva, che la cella fosse ristretta alle dimensioni
del portico; laonde data alla cella la capacità necessa-
ria, che avrebbe esatto un portico di dieci colonne, si
restrinse questo a sole sei colonne, ed alla faccia della
cella, che rimaneva scoperta in luogo di colonne si die-
dero mezze colonne fralle quali aprivansi due ampie fe-
nostre, perchè la cella fosse sufficientemente illuminata
nelle adunanze, che il senato ivi teneva. La trabeazio-
ne superstite come pure la medaglia sovraindicata dimo-
strano, che tutta questa decorazione era di ordine co-
rintio: un frammento di risalto della mezza colonna an-
golare della cella verso il tempio di Giove Tonante ri-
mane ancora sul luogo, come pure chiaramente appari-
scono le vestigia della estensione del portico e della cel-
la. E circa il masso che ancora rimane dell’uno e dell’
altra noterò che presenta una costruzione di piccioli tu-