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Nibby, Antonio
Roma nell'anno 1838: descritta da Antonio Nibby (Parte 1): Antica — Roma: Tipografia delle belle arti, 1838

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https://doi.org/10.11588/diglit.68900#0580
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ò42 Capitoli©
quale apparisce che la faccia di questo podio investita
di marmo era interrotta da risalti corrispondenti alle
colonne del portico. Rimane inoltre il piano della cel-
la che veniva fasciata da un muro di massi quadrilate-
ri di travertino a strati alternati , perfettamente squa-
drati e commessi, i quali rimangono in parte nel lato
occidentale. Questo muro era rivestito di lastre di mar-
mo lunense e di massi dello stesso masso era il zoccolo,
del quale rimangono avanzi sul luogo da ambo i lati,
e recano meraviglia per la grandezza e per la precisio-
ne con che sono commessi. Una parte del piano della
cella rimane, e mostra essere stato coperto di marmo:
come pure in fondo alla cella addossato alla sostruzione
del Tabulario è il masso, o piantato del tabernacolo che
conteneva la statua del nume. Lo stile delle colonne
presenta il lavoro de’tempi augustani, non così quello
del zoccolo e della cornice, che certamente apparten-
gono ad una epoca di ricercatezza e moltiplicità di or-
nati e di esecuzione stentata, che è quanto dire sono
lavori di un ristauro de’primi tempi della decadenza ,
onde fan riconoscere che questo edilizio eretto ne’pri-
mi tempi dell’impero fu ristaurato sotto Settimio Seve-
ro e Caracalla : e che andasse soggetto ad un ristauro
per parte di più imperadori insieme fa fede la paro-
la mutila . . . ESTITVER (cioè RESTITVER) che an-
cora si legge sulla fronte, dove per porre la memoria
di questo ristauro si scalpellarono insieme gli ornati
del fregio e dell’architrave. Fin qui descrissi lo stato
di questo monumento , il quale fu un tempio eretto
sotto di Augusto e ristaurato da Settimio Severo e Ca-
racalla, e posto sul clivo capitolino. Ora in Vittore Re-
gio Vili. leggesi: Aedis lovis Tonantis ab Augusto
dedicata in Clivo Capitolino, quindi i topografi di Ro-
ma con poche eccezioni riconobbero in questi avanzi
 
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