Tempio di Giove Capitolino 565
proporzione elevata contiene nel timpano Giove assiso
fra due figure in piedi, e dietro queste due altre fi-
gure in azione, una delle quali è accovacchiata : or-
natissima è la cornice del timpano: due Vittorie coro-
nano gli acroterii laterali, due figure stanti ornano l’in-
tervallo fra queste e l’acroterio supremo, la cui statua
manca. Una medaglia di Tito offre il medesimo rove-
scio, ed anche in questa manca l’ornamento dell’acro-
terio di mezzo. In un’ altra medaglia di Tito però
in bronzo mezzano è sulla sommità di mezzo una qua-
driga : da Livio lib. X. cap. XXIII. apprendiamo ,
che fin dall’ anno di Roma 438 gli edili curali aveano
eretto sull’ acroterio di mezzo una quadriga portante
Giove, lovemque in culmine cum quadrigis, e questo
ornamento così bene adattato sarà stato sempre rista-
bilito nelle riedificazioni successive del tempio. Questa
lascia travvedere in fondo ai due intercolunnii estre-
mi due porticine, che mentre mostrano il tempio non
avere avuto portico nella parte posteriore, appunto co-
me ricavasi da Dionisio, indicano ancora che per esse
uscivasi nell’area, sulla quale sorgeva il tempio. Un ro-
vescio simile a quello di Tito hanno le medaglie in
bronzo grande e mezzano battute da Domiziano : quelle
in argento poi presentano sempre l’intercolunnio diver-
so e nel fregio la iscrizione IMP. GAESAR. Si può
quindi conchiudere che il tempio sfilano, come quello
riedificato da Vespaziano e da Domiziano non ebbe che
sei colonne di fronte, e queste triplicate , e con in-
tercolunnii ineguali, cioè massimo era il medio, minori
i laterali, minimi gli estremi: ora avendo 185 piedi
di larghezza ne siegue che le colonne ebbero 9 pie-
di di diametro, e che l’intercolunnio di mezzo sor-
passò i 3 diametri e mezzo: i laterali a questo n’eb-
bero 3, e gli estremi 2~, cioè quel di mezzo 32 piedi,
P. I. 37
proporzione elevata contiene nel timpano Giove assiso
fra due figure in piedi, e dietro queste due altre fi-
gure in azione, una delle quali è accovacchiata : or-
natissima è la cornice del timpano: due Vittorie coro-
nano gli acroterii laterali, due figure stanti ornano l’in-
tervallo fra queste e l’acroterio supremo, la cui statua
manca. Una medaglia di Tito offre il medesimo rove-
scio, ed anche in questa manca l’ornamento dell’acro-
terio di mezzo. In un’ altra medaglia di Tito però
in bronzo mezzano è sulla sommità di mezzo una qua-
driga : da Livio lib. X. cap. XXIII. apprendiamo ,
che fin dall’ anno di Roma 438 gli edili curali aveano
eretto sull’ acroterio di mezzo una quadriga portante
Giove, lovemque in culmine cum quadrigis, e questo
ornamento così bene adattato sarà stato sempre rista-
bilito nelle riedificazioni successive del tempio. Questa
lascia travvedere in fondo ai due intercolunnii estre-
mi due porticine, che mentre mostrano il tempio non
avere avuto portico nella parte posteriore, appunto co-
me ricavasi da Dionisio, indicano ancora che per esse
uscivasi nell’area, sulla quale sorgeva il tempio. Un ro-
vescio simile a quello di Tito hanno le medaglie in
bronzo grande e mezzano battute da Domiziano : quelle
in argento poi presentano sempre l’intercolunnio diver-
so e nel fregio la iscrizione IMP. GAESAR. Si può
quindi conchiudere che il tempio sfilano, come quello
riedificato da Vespaziano e da Domiziano non ebbe che
sei colonne di fronte, e queste triplicate , e con in-
tercolunnii ineguali, cioè massimo era il medio, minori
i laterali, minimi gli estremi: ora avendo 185 piedi
di larghezza ne siegue che le colonne ebbero 9 pie-
di di diametro, e che l’intercolunnio di mezzo sor-
passò i 3 diametri e mezzo: i laterali a questo n’eb-
bero 3, e gli estremi 2~, cioè quel di mezzo 32 piedi,
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