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Palatino 405
scena del suo teatro temporaneo: lib. XXXV. c. XI.
§. XL. di tutte le pitture insigni di Sicione da lui com-
prate: lib. XXXVI c. II., e XV. delle 360 colonne di
marmo luculleo, ossia porta santa di 38 piedi di altezza
pure portate per ornamento della scena, e poscia fatte
servire per ornamento della sua casa: e c. VI. §. VII.
c. XXV. §. LXIV. de'massi di marmo e delle lastre di
vetro impiegati prima per la scena e poscia anche essi
trasportati ad ornato della sua magione. Fu pertanto la
casa di Scauro fra le più magnitiche di Roma. Asconio
nelle chiose alla orazione detta da Cicerone a favore
di Scauro stesso accusato dai Sardi de repetundis, della
quale ci rimangono frammenti, commentando quel pas-
so dell'oratore: praesertim quum propinquitas et cele-
britas loci suspicioneni desidiae tollat, aut cupiclitatis,
passo che si riferiva alla casa palatina, dice di aver di-
mostrato, che quella trovavasi sul Palatino in quella
parte, che quando scendevasi per la summa sacra via
e pel vico prossimo a sinistra sboccavasi, e che allora
possedevasi da Largo Cecina che fu console insieme
con Claudio : Demonstrasse vobis niemini me liane
domimi in ea parte Palatii esse quae quum ab Sacra
via descenderis et per proximum vicum qui est ab si-
nistra parte prodieris posila est. Possiclet cani nane
Longus Caecina (doversi leggere Largus è un fatto, poi-
ché fu Cajo Cecina Largo che ebbe insieme con Clau-
dio il consolato nell'anno 795 di Roma, 42 della era
volgare ) qui consul suit cum Claudio. Questa dichia-
razione di uno scrittore che vide ancora in piedi la
casa di Scauro ai tempi di Claudio smentisce la falsa
opinione inveterata presso i topografi moderni che stes-
se sul Celio, e ne fa riconoscere il sito sulla falda del
monte Palatino che domina il Velabro. Questo fatto si
conferma ancora con un altro passo di Asconio nell'ar-
 
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