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408 Palatino
paragraso seguente. Sullo stesso colle, senza però che
possa assegnarsene il sito, ma forse non lungi da quelle
di Cicerone e di Clodio su ancora la casa di Marco An-
tonio, la quale fu donata da Augusto ad Agrippa e a
Messala dopo la battaglia di Azio : questa arse l' an-
no 729 di Roma, onde Augusto reintegrò Messala con
danaro, e prese Agrippa ad abitare con se, come narra
Dione lib. LIII. c. XXVII. Da tutto ciò che si espose
circa le case de'grandi sul declinare della republica pa-
re che sosse per la commodità della salita e per la vi-
cinanza al Foro particolarmente prescelto 1' angolo oc-
cidentale del monte, parte inoltre che offriva come an-
cora offre una veduta vasta ed amena. Finalmente Ci-
cerone prò Roscio Amer. c. VII indica che esistevano
a'suoi dì bagni palatini, presso i quali fu ucciso Sesto
Roscio padre di quello, pel quale scrisse l'arringa Cice-
rone: occiditur ad balneas palatinas rediens a coena
Sex. Roscius. Sebbene non si conosca il sito preciso di
questi bagni è certo che non furono i medesimi di quel-
li edificati sullo stesso colle da Cneo Domizio Calvino,
e ricordati da Festo nella voce Mutiiii Titini, poiché
questi non furono eretti prima dell'anno 724, e quelli
di già esistevano l'anno 672.
Ricordai poc'anzi come Cajo Ottavio padre di Au-
gusto ebbe casa sul Palatino nella quale Augusto vide
la luce l'anno del consolato di Cicerone, cioè il 691 di
Roma. Narra su tal proposito Svetonio c. V. che Cajo Le-
torio giovane patrizio nell'implorare indulgenza per un
adulterio commesso, oltre la età giovanile e i natali allega-
va in suo patrocinio di esser possessore e come edituo
del suolo che il Divo Augusto appena nato avea toccato,
e perciò implorava di esser donato a lui come al nume suo
proprio e particolare, onde fu decretato che quella parte
della casa sua fosse consagrata. Quindi è chiaro che il
 
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