458 Palatino
» Dopo avere i barbari per tre giorni saccheggiata la
» infelice città , e commesse in essa tutte le crudeltà
» possibili ... ne uscirono e se ne andarono nella lo-
» ro malora ». Più lunga fu la catastrofe di Genseri-
co. Questo feroce re de' Vandali, che evasi annidato
nell'Affrica, ed avea fissata la sede in Cartagine fu
chiamato l'anno 455. a soqquadro di Roma da Eudos-
sia vedova di Valentiniano III., morto vittima delle sue
sregolatezze , come può leggersi in Procopio Guerra
Vandalica lib. I. c. IV, ed in Marcellino conte nella
Cronaca; ed approdato nel littorale ostiense entrò in Ro-
ma colle sue orde il dì 12 di giugno, e per quattordici
dì e quattordici notti la saccheggiò con furore eccessivo:
narra a tal proposito Procopio che particolarmente andò
esposto ai suoi guasti il palazzo imperiale, poiché lo spo-
gliò non solo di tutti gli arredi e mobili preziosi, che
sece caricare sulle sue navi, ma ancora di tutti i bron-
zi, frai quali oggetti vi furono i vasi, che Vespasiano
avea portato in Roma da Gerusalemme , e che allora
vennero col rimanente della preda trasportati a Carta-
gine, come poscia avendo Belisario presa quella città
vennero portati a Costantinopoli, e di là da Giustinia-
no inviati in dono alla chiesa di Gerusalemme. Furo-
no questi guasti riparati almeno in parte dopo la par-
tenza de' barbari, ed il palazzo continuò a servire di
residenza imperiale quando quegli ultimi efimeri im-
peradori tornarono a risiedere in Roma. Quindi nella
cronaca di Cassiodoro si legge, che Severo morì avve-
lenato nel palazzo l'anno 465 della era volgare : His
consulibus, cioè Arminerico a Basilisco, ut clicitur Ri-
cimeris sraude Severus Romae in palatio intereni-
ptus est. L'anno 476 Odoacre nella sua venuta in Ro-
ma vi dimorò, come pure vi dimorò Teoderico 1' an-
no 500. Questo re, che ristaurò tutte le sabbriche an-
» Dopo avere i barbari per tre giorni saccheggiata la
» infelice città , e commesse in essa tutte le crudeltà
» possibili ... ne uscirono e se ne andarono nella lo-
» ro malora ». Più lunga fu la catastrofe di Genseri-
co. Questo feroce re de' Vandali, che evasi annidato
nell'Affrica, ed avea fissata la sede in Cartagine fu
chiamato l'anno 455. a soqquadro di Roma da Eudos-
sia vedova di Valentiniano III., morto vittima delle sue
sregolatezze , come può leggersi in Procopio Guerra
Vandalica lib. I. c. IV, ed in Marcellino conte nella
Cronaca; ed approdato nel littorale ostiense entrò in Ro-
ma colle sue orde il dì 12 di giugno, e per quattordici
dì e quattordici notti la saccheggiò con furore eccessivo:
narra a tal proposito Procopio che particolarmente andò
esposto ai suoi guasti il palazzo imperiale, poiché lo spo-
gliò non solo di tutti gli arredi e mobili preziosi, che
sece caricare sulle sue navi, ma ancora di tutti i bron-
zi, frai quali oggetti vi furono i vasi, che Vespasiano
avea portato in Roma da Gerusalemme , e che allora
vennero col rimanente della preda trasportati a Carta-
gine, come poscia avendo Belisario presa quella città
vennero portati a Costantinopoli, e di là da Giustinia-
no inviati in dono alla chiesa di Gerusalemme. Furo-
no questi guasti riparati almeno in parte dopo la par-
tenza de' barbari, ed il palazzo continuò a servire di
residenza imperiale quando quegli ultimi efimeri im-
peradori tornarono a risiedere in Roma. Quindi nella
cronaca di Cassiodoro si legge, che Severo morì avve-
lenato nel palazzo l'anno 465 della era volgare : His
consulibus, cioè Arminerico a Basilisco, ut clicitur Ri-
cimeris sraude Severus Romae in palatio intereni-
ptus est. L'anno 476 Odoacre nella sua venuta in Ro-
ma vi dimorò, come pure vi dimorò Teoderico 1' an-
no 500. Questo re, che ristaurò tutte le sabbriche an-