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Tempio delle Camene 653
Qui pure è luogo parlare dell'antro e della fonte
di Egeria, che stava nel luco delle Camene, ed avea
avuto nome da quella ninfa antica del Lazio, la quale
avea consigliato Numa nel governo di Roma. Ovidio
Fast. lib. III. v. 263 e seg. Silio Italico De Bello Pu-
nico lib. IV. v. 365 e seg. Stazio Salvar, lib. V. §. III.
e Lattanzio Divinar. Inst. lib. L c.XXIL pongono quel-
la spelonca e la fonte nel bosco sacro a Diana nella
valle Aricina, e per conseguenza ben lungi dalla por-
ta Capena, dall'altro canto è pur chiaro il passo di Gio-
venale, che pone l'antro nel luco delle Camene presso
alla porta Capena, e lo descrive come troppo artificiale
ed ornato di marmi:
In valleni Egeriae clescenclimus et speluncas
Dissimileis veris; quanto praestantius esset
Numeri aquae viridi si margine clucleret unclas
Herba nec ingenuum violarent marmora tophum.
Laonde sembra che questa di Roma fosse una imitazio-
ne dell'altra, ovvero, che abusivamente era stato dato
il nome di Egeria a quella sonte consagrata da Numa
nel bosco delle Camene, dove le vestali ogni giorno an-
davano ad attinger l'acqua per astergere il tempio di
Vesta secondo Plutarco in Numa c. XIII. Della spe-
lonca e della fonte non rimangono vestigia, e ciò for-
se dee attribuirsi allo ssaldamento del Celio che 1' avrà
ricoperta. Ai moderni però fino dal secolo XVI. piacque
di ravvisare la spelonca di Egeria in quell'antro pitto-
resco non naturale, ma fabbricato esistente nella valle
della Cassarella due buone miglia lontano dalla porta Ca-
pena , e che altro non è che un ninfèo di qualche
villa privata eretto circa i tempi di Vespasiano, ornato
di statue, e rivestito di marmi fini, e delle statue ri-
mane ancora in fondo quella del fonte locale di cui 1'
acqua condottata sgorga per tre bocche ristaurate l'an-
 
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