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Nolli, Giovanni Battista; Ehrle, Franz [Vorr.]
Le piante maggiori di Roma dei sec. XVI e XVII: riprodotte in fototipia (Band 6): Roma al tempo di Benedetto XIV: la pianta di Roma i Giambattista Nolli des 1748 riprodotta da una copia vaticana — Città del Vaticano, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.25723#0008
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6

Introduzione

frery, benché senza arrivare alla sua finezza ed esat-
tezza, il Nolli ci mostra la città in disegno geometrico,
nella maniera del Bufalini, del quale usò largamente
la esattissima geometria. La misurazione geometrica
offre largo posto alle iscrizioni ed è questo il merito
principale della pianta di Nolli. Ed infatti, oltre le chiese,
monasteri, seminari ed oratorii, si ha principalmente un
numero stragrande di palazzi ed abitazioni private, di-
modoché la ricca nomenclatura rende la pianta indispen-
sabile ai ricercatori della storia della città e delle loro
famiglie. E questo pregio maggiore della pianta, già ri-
levato qui sopra, è accresciuto di molto dai due larghi
indici che l’accompagnano. Il primo è ordinato secondo
i numeri e regioni della città e l’altro è alfabetico, ordi-
nato secondo gli oggetti.

Questi due indici diamo esattamente stampati e non
riprodotti in fototipia per non aumentare inutilmente
il prezzo della edizione.

La ricchezza ed importanza della pianta è larga-
mente attestata dal dotto specialista G. B. de Rossi, il
principe dell’archeologia romana.

Egli scrive:1 *

« Note di ruderi e monumenti antichi prese da G. B.

Nolli nel delineare la pianta di Roma conservate

nell’archivio Vaticano.

« Il eh. sig. D. Gregorio Palmieri ordinando le carte sciolte
dell’archivio vaticano s’imbattè in due fascicoli di forma ot-
tava di mano della prima metà del passato secolo, contenenti
accuratissime note archeologiche di ruderi e monumenti,
registrate nell’atto di misurare e delineare una grande pianta
di Roma; ai cui numeri, che salgono alla somma di 13.000,
nei margini di ciascun articolo è fatto richiamo. Mancano
uno o più cartelli intermedi tra il primo e l’ultimo, che soli
sono stati rinvenuti. Il dotto ed amico scopritore di cotesto
inedito ed ignoto grande lavoro topografìco-archeologico
cortesemente volle che io ne esaminassi la contenenza, il
pregio e ne cercassi l’autore. La menzione del cardinale Lo-
renzo Altieri come vivente, e dell’acquisto fatto da lui d’una
villa contigua alla Ludovisia presso la porta Salaria circa
24 anni prima che l’autore delle note e della pianta la mi-
surasse, rivela una data cronologica. Il predetto cardinale
morì nel 1741. Senza cercare minutamente dell’anno preciso,
in che egli acquistò la villa, è chiaro che il tempo di coteste
note coincide con quello della preparazione della grande
pianta di Roma pubblicata nel 1748 da Giovanni Battista
Nolli Bergamasco. La quale è giustamente celebratissima;
perchè la prima delineata in grandiose proporzioni con geo-
metrica esattezza; e servì alla delimitazione dei rioni ordi-

1 V. Studi e documenti di Storia e Diritto. Pubblicazione

periodica dell’Accademia di Conferenze storico-giuridiche. An. IV,
fase. 4° - IV. Roma, 1883, pp. 153-184 e anno V, fase. 1° e 2°. -

IV. Roma, 1884, pp. 109-157.

nata dal papa Benedetto XIV. Riprodotta poi molte volte
in moduli diversi è tenuta in alto pregio anche dagli archeo-
logi. 3 La coincidenza del tempo degli studi e note topo-
grafiche ed archeologiche rivelateci dai fascicoli dell’archivio
vaticano con quello della grande impresa del Nolli non è
fortuita: ne ho trovato la prova certa e definitiva nel codice
della Biblioteca vaticana 9027. Quivi a carte 184 121 si leg-
gono le prime bozze con correzioni ed aggiunte d DA'Indice
della nuova pianta di Roma, diviso nei quattordici rioni.
La prima scrittura di tipo della metà incirca del passato
secolo è d’un amanuense: le correzioni ed aggiunte sono di
mano del Terribilini, notissimo per l’enorme apparato di
schede e documenti sulle chiese di Roma conservato nella
Casanatense. In una delle aggiunte è nominato come re-
gnante Benedetto XIV. I singoli articoli dell’indice corri-
spondono a due numerazioni; la prima imputata a salti su-
pera la cifra di 10.000; la seconda più volte variata somma
a 1321. La prima è quella dei cartelli dell’archivio vati-
cano; la seconda nell’ultima sua forma corrisponde con i nu-
meri della Nuova pianta di Roma data in luce da Giovanni
Battista Nolli Bergamasco, Roma, 1748. È adunque indu-
bitato, che le note archeologiche dei due fascicoli superstiti
nell’Archivio vaticano appartengono agli studi preparatorii
della pianta del Nolli. E poiché in esse non appare l’opera
di alcun dotto antiquario, il quale avesse dato aiuto al geo-
metra topografo, ma quella di un inerudito osservatore delle
fabbriche antiche, delle quali materialmente notava le forme
e l’aspetto, mentre prendeva le misure per l’icnografìa, non
dubito che il nome del Nolli si debba restituire in fronte ai
due fascicoli anonimi.

« Il conte Bernardino Bernardini, patrizio romano, pub-
blicò la Descrizione del nuovo ripartimelo dei Rioni di
Roma fatto per ordine di N. S. Papa Benedetto XIVnel 1744 ;3
e benché la pianta del Nolli non fosse allora di pubblica ra-
gione, pure il Bernardini testifica che essa servì di base alla
nuova delimitazione dei rioni della città. Il Nolli adunque
pose alla disposizione della sovrana autorità l’originale del
suo tuttora inedito lavoro. Ciò parrebbe in relazione con la
presenza degli studi e delle note inedite di lui nell’Archivio
vaticano. Ma Gaetano Marini, prefetto degli archivi sotto
Pio VI e Pio VII, non conobbe coteste carte; imperocché
nella serie delle epigrafi dei tubi di piombo da lui aggiunta
a quella delle figuline ed opere doiiari (che ora è sotto i
torchi per cura della nostra Accademia) non registrò i tubi
letterati trascritti dal Nolli nella villa Negroni. Forse i fasci-
coli, di che trattiamo, vennero all’archivio colle carte del
Garampi, le quali furono consegnate dopo morto il Marini.

« Coteste note archeologiche posto a confronto colla
grande pianta del Nolli sono utili per la ricerca delle vestigia
di fabbriche antiche e pel confronto del loro stato odierno con
quello di quasi due secoli innanzi. Ora che di siffatte notizie

2 V. Jordan, Topographie, I, p. 163; II, p. 109.

3 Di questo importante libro fu fatta in Roma una seconda
edizione con aggiunte e nuova pianta dei confini dei Rioni nel-
l’anno 1810.
 
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