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Ramusio, Giovanni Baptista; Colombo, Cristoforo [Hrsg.]
Delle Navigationi Et Viaggi (Band 3): Nel Quale Si Contengono Le Nauigationi al Mondo Nuouo, alli Antichi incognito, fatte da Don Christoforo Colombo Genouese, che su il fu il Primo a scoprirlo a'i Re Catholici, detto hora le Indie occidentali .. — Venedig, 1556

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https://doi.org/10.11588/diglit.9379#0378
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DELLA HISTORIA
tutto xi.alb,eriquelli3che Plinio pone,che non perdono la foglia: cVfralisterpivi p0^1 ^ $
elio la cannaci ruuo.Et eosi sono x?.Et dice3che nel territorio Taurino, doue fu la 3t-e,
Sibari,era vna quercia3che non perdeua mai la foglia , ÒC che non cominciaua à germi e
ÒC à porre le foglie nuoue prima che veni Ase la meta della estate. Et coli sono Z4. iP€tiejieso/
quelle di alberi,che Plinio dice3che conseruano sempre le foglie,benche dica ancho,c . ^
gliano loro cadere,fuori che quelle della cima» De gli alberi di queste parti bisogna cPe - ^
ca al contrario di quello, che dicea Plinio,cioè che io non penso,che in queste Indie U j
uino sei alberi,che perdino la foglia: perche tutti gli altri del continuo la serbano. E£ ,^0,
li,che hora mi occorrono38t" che posso ricordarmi3duo soli sono quelli, che qui la Pe - 03
i'vno è salbero delle prune3che coli nella prouinciadi Nicargua lo chiamano3benche ^
no in effetto prufiema certi frutti rossi, che si somigliano alquanto3 Sl ne fanno v,n. ^i,
mangiandosi verde è vn frutto alquanto buono.Egli e pero più tolto vna spetie de è r\i)0>
che si sono detti di sopra,SC hano come hobide oua3cV si somiglia loro molto il frutto, Cs
che nel colore» Or queste che chiamano3prune3stanno vn certo tempo dell'anno ^°rl^
&C il medesimo fanno in questa isola Soagnuola li fichi di Cartiglia ♦ Et quelli ne anco
tutto gdono le foglie,percheòverde,osecca,sempre ve ne resta alcuna fino alle fog|ie tf,
ue.Scriue Plinio,che è tanta la forza del sito ÒC del luogo3che prelso à Memphi in EgJ*
in Elephantine di Thebaide non si vede3che ad albero alcuno cada vna fogliarne and1
vituDi modo,che quelIo,che egli dice di prouina'eparticulari,diciamonoidi questf 1 0.
Ma passiamo all'altra particularità notabile de legni di quelli Iuoghi38t" della loro frag ^
perche per quello3che fino ad hora si vede,poco durano» Si veggono in questa citta »
Domenico buoni edificrj,per quel poco, che ha, che vi si cominciarono ad edificareyc ^c,
ma si veggono le tauole delle porte3cV i traui3cY tutte le altre opere di legno cofì cqW ^
ÒC mangiate dalle tarle3c\: da i vermi,ó comixen3cV cosi inuecchiate ÒC guaste, che p1^ fit
vi fa qui il tempo di vn mese3che no suole fare quel di duo anni in
i Spagna. Ben creale
i difetticene ne' primi edifìci} di questi luoghi si veggono,debbono per lo più naseere C J
l'ho detto di sopra)dal no hauere saputo tagliare i legni al lor tempo3& da l'hauergh la
verdijcV non aseiuttiÒC secchi, ÒC dall'hauere poca isperientia hauuta del legname, jn ^
re quali oprare douelsero,perche più tempo durassero ♦ Ma la isperientia è quella,c'lC ^ ^ si
gna col tépo agli huomini, ÒC non è marauiglia come per essere stato cosi breue il tenlP,e(#
fìano questi errori fatti 3 ma più tosto come si fìano cosi in breue tante cose intesei^ ^
città cosi modernamente edificata. Per questa stessa ragione adunque si crede3cheul ^ 1»
ste difficultà ÒC altre Amili ne legnami ÒC edifici) si correggeranno per l'auenire , pot t o$
incominciano già ad intendere gli errori, ÒC si emendano tutta via. Et si vede,che li '^o
mi, che si lauorano hora3sono migliori assai ÒC più al propofìto, che non furono gia;qua
apena ne sapeuano il nome*
DELLA NATVRALE ET GENERAL^
Historia delle Indie Libro dedmo3doue si tratta de gli alberi
medicinalijcV delle proprietà di molte piante-
IL PROHEMIO.
Ssendofì ne' libri precedenti trattato de gli alberi fruttiferi3St" seluagg1 > jr^ {t*
loro diuersità,è cosa ragioneuole, che hora si passi à dire delli medicina»? ^
gnalati per le virtù loro3&: delle piante ancho co le loro proprietà. Douc ^
tialmente tratterò di quello3che io ho veduto3ò mi è venuto à notitia pc* ^
so di sofficienti ÒC vere informationi:percio che doue io ogni minimo w Kl »
Io haurò3nonvoglio3chese ne debbia credere più di quello3che delle cose dubie attirf™ ^
suole» Si che doue io non farò dubio alcuno3mi si potrà fedelmente credere, ÒC teneri^ ^
tissimo:perche ne la Maestà Cesarea vuole intendere fauole, nè ciò
saprei dirle dinan^nI)(7
Maesta;massimamente che queste cose sono da se stesse coli nuoue ÒC strane3che non
bisogno di fittioni, per dare admiratione alle genti, nèperrestarediringratiarne^tj,


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