J° restai senza moto à quei portenti ;
Ed Ella, in me Assando i lumi attesi ,
Disdegnosa parlomi in quelli accenti :
Che vaneggi insensato/ O ve hai sospesi
I tuoi pensieri ? E da qual folle ardire
Si sono in te quelli furori acceii?
Sgridar tu vuoi i’uniuersal fallire
E non t’accorgi ancor, che tu consumi j
Senza profitto alcun, l’inspeti, e l’ire?
Torre il Vizio alla Terra in van presumi ;
Dunque lo sdegno tuo s’accheti, e cessi 3
E à quel , che tocca à te , ri volgi i lumi j
Mira con quanti obbrobj,e quanti eccelli
Dagl’Artefici proprj oggi s’oscura
II più chiaro mellier, che si profeilì :
Parlo dell’Arte tua, della Pittura,
Che divenuta infame in mano a molti $
Gli Dei s’irrita contro, e la Natura j
E in vece di punir gl’audaci, eliciti
Professòri di lei con dente acerbo ,
Tu verso il Mondo i tuoi furor rivoltir
E tanto empio il Pennel; tanto è superbo.
Che sol tra vizi si trallulla , e scherza 3
E delli sdegni tuoi tu fai risserbo .
Sotto la delira tua psovò la sferza,
Musica,e Poestà; vada del pari,
Coll’altre due sorelle, anco la terza ;
E se da’tuoi ssagelli aspri, ed amari
Alcun percossò esclamerà,- suo danno;
Dalle vocid’un solo il redo impari.
Sò,che la rabbia,e’1 concepito afsanno
Farà dire à colloro il tuo disprezzo
Quanto inventar, quanto sognar sapranno;
Tu, come scoglio alle procelle auvezzo ,
Non t’alterar giammai. Noto è per tutto 9
Che sol l’Odio del Vero essere sierezze.
G 3 Della
Ed Ella, in me Assando i lumi attesi ,
Disdegnosa parlomi in quelli accenti :
Che vaneggi insensato/ O ve hai sospesi
I tuoi pensieri ? E da qual folle ardire
Si sono in te quelli furori acceii?
Sgridar tu vuoi i’uniuersal fallire
E non t’accorgi ancor, che tu consumi j
Senza profitto alcun, l’inspeti, e l’ire?
Torre il Vizio alla Terra in van presumi ;
Dunque lo sdegno tuo s’accheti, e cessi 3
E à quel , che tocca à te , ri volgi i lumi j
Mira con quanti obbrobj,e quanti eccelli
Dagl’Artefici proprj oggi s’oscura
II più chiaro mellier, che si profeilì :
Parlo dell’Arte tua, della Pittura,
Che divenuta infame in mano a molti $
Gli Dei s’irrita contro, e la Natura j
E in vece di punir gl’audaci, eliciti
Professòri di lei con dente acerbo ,
Tu verso il Mondo i tuoi furor rivoltir
E tanto empio il Pennel; tanto è superbo.
Che sol tra vizi si trallulla , e scherza 3
E delli sdegni tuoi tu fai risserbo .
Sotto la delira tua psovò la sferza,
Musica,e Poestà; vada del pari,
Coll’altre due sorelle, anco la terza ;
E se da’tuoi ssagelli aspri, ed amari
Alcun percossò esclamerà,- suo danno;
Dalle vocid’un solo il redo impari.
Sò,che la rabbia,e’1 concepito afsanno
Farà dire à colloro il tuo disprezzo
Quanto inventar, quanto sognar sapranno;
Tu, come scoglio alle procelle auvezzo ,
Non t’alterar giammai. Noto è per tutto 9
Che sol l’Odio del Vero essere sierezze.
G 3 Della