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Rosa, Salvatore
Satire — Amsterdam, [1695] [Cicognara, 1038]

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https://doi.org/10.11588/diglit.27075#0079
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Tn , , (77)
J0 ) che vorrei veder quello terreno
Tritolemo piantar d’Attica mede
i Per seminarvi poi Cancro, e veleno?
'' J° j che vorrei, che in cenere cadeile
Ciò, che il Mondo hà d’altero, e di vitale 5
. E la Terra col Ciel si seonuolgesife ?
^°n seppi mai goder, se non del male :
, E so!o à gl’occhi miei grato sarebbe
Il far dell’Uniuerso un Funerale.
0 " aggior nemico di mèl’huomnon Irebbe,
Che pensando à lasciar la forma fiumana ,
w L’aspettato morir nulla menerebbe .
E tu mi chiami à riueder l’insana
Turba de i Viui, perfida, e malvaggia,
.Senza Fè, senza amor, cruda, inhumana ?
Elio tel’perdoniy Sai pur che selvaggia
Hò l’Alma, e che per genio aborro il tutttj*
p .fuor che lo stare in solitaria spiaggia.
godea di mirar con ciglio aseiutto
( Il traghetto , che san da quelle soglie
L’Alme perdute d’Acfieronfe al lutto,
Se ne’mali, ò Timon, quieti le voglie ,
E le miserie altrui sol ti fan lieto ,
De’Secoli presenti odi le doglie .*
' Senti come cangiate il mio Sebeto
In siltri bellicosi hà le Zampogne,
Nè più si volge al mar tranquillo, e cheto ^
"lira i serpenti in bocca alle Cicogne,
, E quel fumo che al Ciel gir non s’attenta
, Olocaulìoèdifurti, e di vergogne j
; "lira che del morir nulla paventa
Chi le Carriere alle rapine hà ferme,
Echiun’ldrade’malihàdoma,espenta :
"Era L’alto ardimento ancorché inerme
Quante ingiultizie in un sol giorno opprime
E) n vile, vn scalzo, un Pescatore,un verme}
D 5 Mira
 
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