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Rosa, Salvatore
Satire — Amsterdam, [1695] [Cicognara, 1038]

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https://doi.org/10.11588/diglit.27075#0080
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(78)
Mira in basso vna tal’AIma sublime.
Che per serbar della sua Patria i fregi.
Le più superbe Tette adegua all’ime ;
Ecco ripullular gl’antichi pregi
De’Godri, e deg’Ancisci, e de’Trasiboli,
S’oggi vn vii Pelcator dà norma à i Regi {
Han le Gabelle ornai sin’i Postriboli »
E lo spolpato Mondo , ancorché oppresso j
Per soleuarsi un pò, sprezza i Patiboli j
Cedono i Cigni al Pellicano appretto ,
Al cui genio la morte è lieue intopo ,
Se per giouare altrui suena se fletto ;
Mà giàche il mio Ronzin pres’hà il galoppo )
Han così lunghe oggi i Monarchi l’ugna )
Che in vece di tosar, sortican troppo :
Ogni loro azzione al ben repugna >•
Poiché, lasciando ogni delitto impune ,
Nesiun della Giustizia il brando impugnai
Chi sa, che al variar di poche Lune,
Non habbiamo à prouar in batto ssato
Con Cristierno , ed Acheo catene , e fune ?
Che , se non cade in lor dal Cielo irato
Dietro al delito il folgore tonante,
Credonfi attenti al fulminar del Fato.
Chi fia quell’huom, che di trouar si vante,
Se con Licilio oprasse Occhiale , e Vaglio )
Principi giusti, e Città cade, e sante ?
Và la Terra per lor tutt’àsbaraglio :
La Fé; la nostra roba , il nostro onore
Divenuto è di lor gioco , e bersagiio .
S’Jo vantassì in veder Linceo vigore,
£ poscia havesse ogn’huom petto di vetro
D’un solo non saprei monstrarti il Core}
Corre un Secol si guado , e cosi tetro ,
Che con stupor di Crate , e d’Anacarsi
Gl’incaminati al Ben, tornano addietro.
Forz’
 
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