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Ohi và cercando sol premi d’Eroi :
Per sentieri si duri è ben, che peni $
Il callo del desio chiama i rasioi.
ftlà perche in me ssogar tutti i veleni,
Tutti gl’inssussi atroci il Ciel villano,
Se di modefiia umile i voti hò pieni ?
Altro non chiesi mai, che viuer sano*,
E nè giubila il Cor ; Nè mi vergogno
Di guadagnar il pan di propria mano :
A golosi bocconi Io non agogno s
Chi và con fame à mensa , e (bracco à letto
Di piume, e di savor non hà bisogno !
E del mio genio|ogn’or cura, e diletto
Seguir Forme di pochi; E solo Audio
Che mi si legga in volto il cor c’hò in petto»
S6, che ogni inssusiso reo lieto hà il preludio >
Mà non deve temer Sorte indiscreta
Chi coll’Ambizion fatto hà il repudio .
E se Cecubo , ò Chio , Mitene, ò Creta
Non calcan le vendemmie al mio bicchiere s
L’onda pura del rio non mi si vieta ,•
Domo gradetti miei, cerco tenere
Soggetto alla ragion senso, che freme j
Nè fò palio maggior del mio potere.
Onde pullula il mal, spegnere il seme ;
Contro l’armi del Vizio esiser gagliardo}
E in cose certe radicar la speme.
Ne gl’eventi futuri Io filso il guardo.;
Che nulla giova il rallentar la corda,
Quando l’Arco di già scoccato hà il Dardo»
Vinco del posseder la voglia ingorda
Col pensare à Sichei ; £ ogn’or mi sforza
Sbandir da me ciò, che dal Ver discorda »
Col contertarmi ogni disafiro ammorza j
E se suenture mai scergo da lunge ,
Virtù di sofserenza al cor rinforzo.
E 3 S5
Ohi và cercando sol premi d’Eroi :
Per sentieri si duri è ben, che peni $
Il callo del desio chiama i rasioi.
ftlà perche in me ssogar tutti i veleni,
Tutti gl’inssussi atroci il Ciel villano,
Se di modefiia umile i voti hò pieni ?
Altro non chiesi mai, che viuer sano*,
E nè giubila il Cor ; Nè mi vergogno
Di guadagnar il pan di propria mano :
A golosi bocconi Io non agogno s
Chi và con fame à mensa , e (bracco à letto
Di piume, e di savor non hà bisogno !
E del mio genio|ogn’or cura, e diletto
Seguir Forme di pochi; E solo Audio
Che mi si legga in volto il cor c’hò in petto»
S6, che ogni inssusiso reo lieto hà il preludio >
Mà non deve temer Sorte indiscreta
Chi coll’Ambizion fatto hà il repudio .
E se Cecubo , ò Chio , Mitene, ò Creta
Non calcan le vendemmie al mio bicchiere s
L’onda pura del rio non mi si vieta ,•
Domo gradetti miei, cerco tenere
Soggetto alla ragion senso, che freme j
Nè fò palio maggior del mio potere.
Onde pullula il mal, spegnere il seme ;
Contro l’armi del Vizio esiser gagliardo}
E in cose certe radicar la speme.
Ne gl’eventi futuri Io filso il guardo.;
Che nulla giova il rallentar la corda,
Quando l’Arco di già scoccato hà il Dardo»
Vinco del posseder la voglia ingorda
Col pensare à Sichei ; £ ogn’or mi sforza
Sbandir da me ciò, che dal Ver discorda »
Col contertarmi ogni disafiro ammorza j
E se suenture mai scergo da lunge ,
Virtù di sofserenza al cor rinforzo.
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