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Rosellini, Ippolito
I monumenti dell'Egitto e della Nubia (Band 3,1): Monumenti del culto — Pisa, 1844

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https://doi.org/10.11588/diglit.4684#0095
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che questo personaggio simbolico così appellato
era in sostanza una forma di Horus, come da me
fu altrove provato (i). E qui infatti rappresenta
apertamente l'immagine consueta di quel dio, ie-
racocefalo con pschent; ma poiché non potevasi fi-
gurare Horus offerente ad Horus medesimo, gli fu
dato il nome di Phrè, quantunque non abbia in
testa la ordinaria insegna del disco.

Altrove si rappresenta il giovane dio titolare del
tempio in unione alle deità onorate nel tempio me-
desimo ((rvvvccoiQ ùeols) . Lo vediamo specialmente
in un quadro ove un monarca, qualificato col ti-
tolo e nome di Jutocratore Cesare, fa offerta di
un quadro ardente d'incenso a tre deità sedute (2).
La prima è, secondo le insegne e la iscrizione po-
stale innanzi, Seb il giovane degli dei mondani. La
seconda è JMetpe la grande generatrice degli dei
mondani, signora del cielo e delle dee, signora di
Manlak. Nella terza finalmente figurasi il giovane
dio di Kalabscieh, Malul dio grande, signore di
(Man)uèb, grande di raddoppiata forza , spirito
domatore? (3).

(1) Monum. Stor. t. iv, pag. 385.

(2) Tav. M. d. C. n.° XV, fig. 1.

(3) S econdo fi senso dei due gruppi CO-Dt-CyCTT
 
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