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MCCCCC, LUGLIO,
564
Or zonlo dal zcncral, andò a visitarlo su la soa ga-
lia a bore 2 di note; trovò quello in leto, scrive co-
loquij usati, et come il zeneral lo riprese. Dice è ga-
lle 35, zoè X col provcdador Pixani verso Modon,
13 grosse et 12 sotiì, et 8 seguita l’arma’ turchescha
con sier Hironimo Contarmi, provedador di F armada.
A dì 30 luio. In colegio, reduti da basso in ca-
mera solita, vene Piero Rizo, corier, con letere di
Eiemagna, di Marco Bevazam, secretano nostro. Et
mandò il principe fuora chi non era dii conscio di
X. Et vene 1’ orator di Pranza ; li coloquij abuti non
scrivo. Poi veneno li do araldi, e quel fra’ Mathio,
cavalier di Rodi ; et seperati et uniti fono alditi con
li capi di X, et leto le letere dii segnor turco, scrive
al re di Pranza con questa mansioni, qui soto ano-
tada, videlicet :
Sultani Baiasit, cam. per la Dio gracia imperador
grande et potentissimo, dominante l’Asia et Europa
et le soe aderentie etc., a lo illustrissimo et potentis-
simo et christianissimo re di Pranza, saluti1. Et è data
in campo a Chipsala, a dì mexe 14, videlicet aprii,
ne li anni dii propheta Mahumeth 905. Et in una
altra vidi, dice: data in campo, in li pavioni; e scrive
ne li anni di lo advenimento di Christo 1500.
Et poi fo leto un’ altra 1 tera dii Zalabin de Pi-
gona, scrita al grani maistro di Rodi, la qual comenza
in questa forma: A lo illustrissimo, fondatissimo,
veracissimo, et aspeto dolcissimo, et de fo fede de
.lesti grandissimo, el reverendissimo signor lo gran
maistro di Rodi, che Dio salve et mantegna, infinite
salutatone da la parte de me vostro amantissimo.
Strila al Rodiquin a fo luna di febraro 905. Et fo
chiamato il colegio dentro, per aldir oratori e lezer
letere.
Vene 1’ orator di Napoli. Disse havcr letere dii
suore: F armata yspana esser zonta in Sicilia, dicen-
do fo faria al proposito di la Signoria; c quando fo
Signoria scrivesse al roy, promelesse di non mole-
star il Reame, la si haria etc. El principe li rispose,
sapeva certo era venuta per andar centra infìdelli ;
adeo ditto orator rimase senza altra risposta.
220 Vene l’orator di Perara, dicendo havcr letere dii
suo signor, come a petizion dii roy andava a Mantoa,
a saper fo voluntà dii marchexe suo zenero, et quello
voi esser con dito roy ; et per tanto lo manda a co-
munichar a questa Signoria, come fiol nostro. Poi
disse, el signor missier Sigismondo, fratello dii du-
cila suo, ha certe raxon su Montorio, qual fo ven-
duto alias etc. E il principe li disse : Non è da parlar
di Montorio, e di l’andar a Manina à fato ben ad an-
dar, et obedir il signor re di Pranza. E cussi si parti.
Vene uno corier dii re di romani, con letere di!
re in recomandatiom di Antonio Burlo, retenulo a
Udene ; et prega la Signoria ge lo dagi in le mani,
Or, consultato in colegio, fo scrito a Udene, sospen-
desse la expedition di ditto Antonio Burlo, atento li
fo scrito facesse justicia; et ne era molti di colegio
che lo voliera render a petizion di esso re.
Vene Piero Rizo, corier, dentro; qual in zeno-
chioni referite, come Marco Bevazam, secretario, era
smallato, e ritornava indrio, expedito dal re ; qual
si amallò andando. Ilem, zonto dal re arivò a F ho-
staria, e fo messo guardie ninni li parlasse ; e la raina
non volea li desse audientia, et uno pre’ Lucha si
operò, et li fo dato audientia in una chiesia ; e poi
do zorni li dete fo risposta in scriptis. Ilem, lì è ora-
tori di Hongaria, Polonia, Napoli e Spagna ; e che
missier Gualtier di Stadion è a fo corte, e disse alcu-
ne parole chative dicevano milanesi conira la Signo-
ria. Ilem, fo dieta è fornita, et l’imperio li dà al re,
per anni 6, 50 milia homeni pagali, con questo el
vadi a recuperar le terre di F imperio, ma non è stà
termina dove debbi principiar. Capetanio il ducha
Alberto di Baviera, e con lui va 18 deputati, zoè 6
cavalieri per li baroni, 6 doctori per li ecclesiastici,
et 6 altri por il populo; e che il ducha Federico di
Saxonia, con do altri, è andati oratori al re di Pran-
za; et il ducha Alberto di Saxonia è ocupà in una
altra guerra. Ilem, fo Eiemagna à mal animo centra
fo Signoria, e si dice, a San Bortolomio si darà prin-
cipio, e si vedrà gran cosse. Ilem, li fieli di Lodovico
è a Yspurch, et che el Cardinal di San Scverim fè far
una oratiom in la dieta el dì di fo Madalena conira
venitiani, dicendo li tien luogi di fo chiesia. Ilem, che
venendo esso corier in qua, scontrò in camino el
signor Galeazo di San Severino, andava in Ongaria.
Di Marco Bevazam, secretarlo nostro, date a di
18, in Augusta. Come in camini si amallò, et zonse
lì a dì..., e arivò a F hostaria. Li vene uno domino
Nicolò Rayner a ordinar, per nome dii re, F osto li
lazi bona compagnia, et che il re li daria audientia
quando li pareva, qual è alozato nel vescoado. Et
cussi andò da soa majestà, per una via di un zardim
secreta, et bave audientia dal re. Era con lui ditto
missier Nicolò Rayner, et con il re erano el conte di
Naxò, el dotor Struzoler, missier Nicolò da Per-
miani, missier Mathio Longer, e uno suo camerier.
Or, usato le debite reverende, et presentato fo letera
di credenza, exposé le tre cosse commesso. Et quel
doctor li rispose, nomine regis : quanto al turco, li
agrevava; ma soa majestà era implicito a le cosse di 220*
Pranza. Quanto a le diferentic di Grignà, manderia
MCCCCC, LUGLIO,
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Or zonlo dal zcncral, andò a visitarlo su la soa ga-
lia a bore 2 di note; trovò quello in leto, scrive co-
loquij usati, et come il zeneral lo riprese. Dice è ga-
lle 35, zoè X col provcdador Pixani verso Modon,
13 grosse et 12 sotiì, et 8 seguita l’arma’ turchescha
con sier Hironimo Contarmi, provedador di F armada.
A dì 30 luio. In colegio, reduti da basso in ca-
mera solita, vene Piero Rizo, corier, con letere di
Eiemagna, di Marco Bevazam, secretano nostro. Et
mandò il principe fuora chi non era dii conscio di
X. Et vene 1’ orator di Pranza ; li coloquij abuti non
scrivo. Poi veneno li do araldi, e quel fra’ Mathio,
cavalier di Rodi ; et seperati et uniti fono alditi con
li capi di X, et leto le letere dii segnor turco, scrive
al re di Pranza con questa mansioni, qui soto ano-
tada, videlicet :
Sultani Baiasit, cam. per la Dio gracia imperador
grande et potentissimo, dominante l’Asia et Europa
et le soe aderentie etc., a lo illustrissimo et potentis-
simo et christianissimo re di Pranza, saluti1. Et è data
in campo a Chipsala, a dì mexe 14, videlicet aprii,
ne li anni dii propheta Mahumeth 905. Et in una
altra vidi, dice: data in campo, in li pavioni; e scrive
ne li anni di lo advenimento di Christo 1500.
Et poi fo leto un’ altra 1 tera dii Zalabin de Pi-
gona, scrita al grani maistro di Rodi, la qual comenza
in questa forma: A lo illustrissimo, fondatissimo,
veracissimo, et aspeto dolcissimo, et de fo fede de
.lesti grandissimo, el reverendissimo signor lo gran
maistro di Rodi, che Dio salve et mantegna, infinite
salutatone da la parte de me vostro amantissimo.
Strila al Rodiquin a fo luna di febraro 905. Et fo
chiamato il colegio dentro, per aldir oratori e lezer
letere.
Vene 1’ orator di Napoli. Disse havcr letere dii
suore: F armata yspana esser zonta in Sicilia, dicen-
do fo faria al proposito di la Signoria; c quando fo
Signoria scrivesse al roy, promelesse di non mole-
star il Reame, la si haria etc. El principe li rispose,
sapeva certo era venuta per andar centra infìdelli ;
adeo ditto orator rimase senza altra risposta.
220 Vene l’orator di Perara, dicendo havcr letere dii
suo signor, come a petizion dii roy andava a Mantoa,
a saper fo voluntà dii marchexe suo zenero, et quello
voi esser con dito roy ; et per tanto lo manda a co-
munichar a questa Signoria, come fiol nostro. Poi
disse, el signor missier Sigismondo, fratello dii du-
cila suo, ha certe raxon su Montorio, qual fo ven-
duto alias etc. E il principe li disse : Non è da parlar
di Montorio, e di l’andar a Manina à fato ben ad an-
dar, et obedir il signor re di Pranza. E cussi si parti.
Vene uno corier dii re di romani, con letere di!
re in recomandatiom di Antonio Burlo, retenulo a
Udene ; et prega la Signoria ge lo dagi in le mani,
Or, consultato in colegio, fo scrito a Udene, sospen-
desse la expedition di ditto Antonio Burlo, atento li
fo scrito facesse justicia; et ne era molti di colegio
che lo voliera render a petizion di esso re.
Vene Piero Rizo, corier, dentro; qual in zeno-
chioni referite, come Marco Bevazam, secretario, era
smallato, e ritornava indrio, expedito dal re ; qual
si amallò andando. Ilem, zonto dal re arivò a F ho-
staria, e fo messo guardie ninni li parlasse ; e la raina
non volea li desse audientia, et uno pre’ Lucha si
operò, et li fo dato audientia in una chiesia ; e poi
do zorni li dete fo risposta in scriptis. Ilem, lì è ora-
tori di Hongaria, Polonia, Napoli e Spagna ; e che
missier Gualtier di Stadion è a fo corte, e disse alcu-
ne parole chative dicevano milanesi conira la Signo-
ria. Ilem, fo dieta è fornita, et l’imperio li dà al re,
per anni 6, 50 milia homeni pagali, con questo el
vadi a recuperar le terre di F imperio, ma non è stà
termina dove debbi principiar. Capetanio il ducha
Alberto di Baviera, e con lui va 18 deputati, zoè 6
cavalieri per li baroni, 6 doctori per li ecclesiastici,
et 6 altri por il populo; e che il ducha Federico di
Saxonia, con do altri, è andati oratori al re di Pran-
za; et il ducha Alberto di Saxonia è ocupà in una
altra guerra. Ilem, fo Eiemagna à mal animo centra
fo Signoria, e si dice, a San Bortolomio si darà prin-
cipio, e si vedrà gran cosse. Ilem, li fieli di Lodovico
è a Yspurch, et che el Cardinal di San Scverim fè far
una oratiom in la dieta el dì di fo Madalena conira
venitiani, dicendo li tien luogi di fo chiesia. Ilem, che
venendo esso corier in qua, scontrò in camino el
signor Galeazo di San Severino, andava in Ongaria.
Di Marco Bevazam, secretarlo nostro, date a di
18, in Augusta. Come in camini si amallò, et zonse
lì a dì..., e arivò a F hostaria. Li vene uno domino
Nicolò Rayner a ordinar, per nome dii re, F osto li
lazi bona compagnia, et che il re li daria audientia
quando li pareva, qual è alozato nel vescoado. Et
cussi andò da soa majestà, per una via di un zardim
secreta, et bave audientia dal re. Era con lui ditto
missier Nicolò Rayner, et con il re erano el conte di
Naxò, el dotor Struzoler, missier Nicolò da Per-
miani, missier Mathio Longer, e uno suo camerier.
Or, usato le debite reverende, et presentato fo letera
di credenza, exposé le tre cosse commesso. Et quel
doctor li rispose, nomine regis : quanto al turco, li
agrevava; ma soa majestà era implicito a le cosse di 220*
Pranza. Quanto a le diferentic di Grignà, manderia