Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Sanutus, Marinus; Fulin, Rinaldo [Hrsg.]; Barozzi, Nicolò [Hrsg.]; Stefani, Federico [Hrsg.]
I diarii (1496-1533) (Tomo 3): [1.10.1499 - 31.3.1501] — Venezia: a spese degli autori, 1880

DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.67589#0355
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
681

MCCCCC, AGOSTO.

682

scrito molte teiere a recomandarse a questo magni-
fico vice consolo et merchadanti ; donde hanno fato
cerchar lemosine, se ha trovato ducati 210 ; et mis-
272 sier Malta Michiel e missier Antonio Diedo son stadi
a merchado con el turcho di reschatar el schierazo
et robe et homeni 48; ge davano ducati 1300, don-
de li turchi erano contenti, ma non volevano dar,
salvo homeni 30. Volevano tegnir i mazori, zoè no-
chieri, maestranze et bombardieri et garzoni ; et per
questo non son sta d’acordo. L’è stato preso sopra
ditto schierazo doi pelegrini milanesi ; uno haveva a
dosso ducati 1120 venitiani ; 1’ altro haveva ducati
580. Questi turchi hanno fato uno bel bulino.
Ozi in colegio fo aldito l’oralor di Ragusi, nome
Martim Theodoro, citadino de lì, qual vene con ma-
nege a comedo ; presentò letere dii retor et conscio
di Ragusi, de 5 avosto, in materia. Si duol di quelli
di Perasto, sotto Cataro, quali i hano tolto certi zu-
dei e tre done sul suo, e turchi li voi ; erano in con-
serva, venuti di Puia. Et per colegio fo scrito al re-
tor di Cataro li debbi render.
Noto, ozi su la piaza di San Marco, a hore 22
e 4/s, sier Jacomo Liom, quondam sier Michiel, dete
di uno cortello in una spalla a suo zenero sier Hiro-
nimo Mocenigo, el qual zenero à ’uto per moglie do
soe figlie, con dispensatiom perhò dii pontifice.
A dì 27 avosto. In colegio non fo il principe,
et 0 fu fato. Expedito quel di Berna ; e di mandar
in Albania el signor Schandarbecho. Et letere di
Trevixo et Vicenza, in materia di feni, di mandar in
la Patria di Friul ; et fo aldito Lorenzo di Grisoni,
orator di Sibinico.
Da Bassam, di sier Jacomo Cabrici, podestà et
capetanio, di 26. Come da Primolam scrive di co-
missarij nostri, come a dì 25 parlino li oratori regij,
re infetta, per la restitution dii capetanio delvam,
per il monte di Marcesene. Et per colegio li fo scrito
a essi nostri commessi, debino vegnir via.
Da poi disnar fo conseio di X, col colegio zercha
dacij ; rimessa al pregadi. Noto, ozi vene uno prete,
vien dii Zante, partì a dì 6 ; dice il signor turcho
buio il bastona, e dete Modon a sacho.
Lem, a Milam in questi zorni morite Marchexin
Stanga, cremonese, olim favorito dii signor Lodovi-
co, et in summa reputatione. Suo fradello Gasparo
era in questa terra.
A dì 28 avosto. In colegio, fo Santo Agustim,
leto letere.
Da Verona, di sier Hironimo Zorzi, el cavalier,
el sier Hironimo da cita’ da Peccaro, rettori, di 26.
Manda la deposition di uno citadim, mandato in

Eiemagna, e una letera dii castelan di la Chiusa. Dice
come a dì 16 partì, e a dì 17 fu a Trento, dove era
Frachasso con do Crivelli e milanesi mal visti da’to-
desclii. Et a Bolzam fo a dì 20, parlò a quel vichario,
fense per voler legne di rovere per il ponte de Li-
gnago ; e li disse, la fiera si faria questo San Borto-
lomio, e non voi guerra con la Signoria, per aidar
milanesi. Poi parlò a Jacomo Fontanella, medico,
qual li disse Modon era persso ; e uno familiar dii
Cardinal San Severin disse : Non voria il Cardinal
mio fusse qui, saria disperado, perchè l’imperador
voi ajutar milanesi, ma non poi ; li electori non vo-
tano, e dicono il ducha Francesco non pagò il censo
a l’imperio, ni el ducha Galeazo ; e questo re investì 272
Lodovico senza voler di electori. E tal parole lui
udite, fenzendo dormir. Et domino Gestar da Bol-
zam li disse : La fiera si fa, et el paese non voi
guerra ; e in la dieta F imperador volea romper a
la Signoria. Li fo risposto non era di far, per caxom
la è in guerra con il turcho. Item, a Yspurch vien
lanze, pesiamole eie., e vien date a chi non à arme,
acciò si fornissi. Et Belinzona è in man de’ sguizari.
Ilem, nel paese non si rasona di guerra, in con-
clusion.
Da la Chiusa, di Filippo Brochela, caslelam, a
li retori di Verona. Come passò de lì za 5 zorni
uno secretano di Napoli, con do cavali ; va in Eie-
magna ; havia letere dii suo re, e lo lassò passar.
E questo è quel Alvise Ripoi ; lamen starà vigilante
a quelli passerano.
Da Riva, di sier Piero Foscolo, provedador, di
24. Come à ricevuto nostre, non lassi passar ; farà
custodir li passi, e maxime li fiorentini anderano in
Eiemagna, da quel Nicolò di Cesari.
Di Asola, di sier Piero Lombardo, provedador.
Si scusa di le letere li fo scrito im più materie, et
si fa uno pozo de lì eie.
Fo leto una letera di Bernardo Salvego e com-
pagni, zenoesi, data a Zenoa, a dì 17. Come à
servito la Signoria di danari, e fato le spexe a’ co-
rieri ; à letere di cambio, prega siano pagate. Et
cussi fo ballotà ditte letere.
Fo etiam ballotà ducati 200 a sier Francesco
Capello, el cavalier, stato provedador a Rimano, dii
suo salario, a dover scontar in quello è debito di le
sue lanse. Ave 13 de sì, 9 di no; 0 fu preso. Voi
15 ballote. Balotà 2 volte. Lui si vene a doler assa’.
Fono electi 2 savij a pagar a 1’ armamento le
refusure de li savij ussiti, qual fono tuli ballotati ;
e rimase sier Pota Barbo, fo savio dii conseio, e
sier Beneto Zustignan, fo savio a terra ferma.
 
Annotationen