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Greci parte del sito, ove eseguivasi lo spettacolo, esser dovea più
spaziosa che non presso i Romani, i quali la destinavano a' sena-
tori , e ad altre persone distinte , 2° che il proscenio o pulpitum
esser doveva presso questi men alto di quanto usavano i Greci
per non intercettare la visuale a coloro che sedevano nell'orche-
stra, quindi mentre i Greci solevan farlo alto io piedi, vedevasi
presso i Romani soltanto di cinque; 3° finalmente, ch'essendo il
proscenio destinalo presso i Romani non solamente alla rappre-
sentazione de' drammi, ma benanche della danza , esser doveva
più vasto. Per ottenere le quali cose ci mostra Vilruvio i pre-
cetti che guidavano gli architetti nella costruzione de' teatri, af-
fermando che i Greci, formato il circolo dell'orchestra, vi descri-
vevano tre quadrati, segnando in quel lato di essi ch'era più vi-
cino alla scena, la linea del proscenio, e poscia tirando un altra
linea a questa parallela e tangente al circolo, v'innalzavan la sce-
na, mentre i Romani usavano d'inscrivervi quattro triangoli, se-
gnando la linea del proscenio sul lato di quello ch'era più vicino
alla scena, che al par de' Greci ergevano sulla linea tangente al
circolo e parallela al proscenio. Per la quale operazione ne ri-
sultava, che presso i Greci l'orchestra riusciva più vasta ed il pro-
scenio più ristretto, e viceversa presso i Romani (63).
A queste sole restringonsi dunque le differenze fra i teatri gre-
ci , e i romani. Noi però procureremo, se pur mal non ci ap-
ponghiamo , di rilevarne qualche altra, la quale, come che non
possa riguardarsi qual segno univoco, tuttavia ne sembra che in
concorrenza degli altri caratteri di sopra osservati, possa guidarci
con maggior sicurezza a distinguere i teatri greci da quelli che
i Romani innalzarono.
Primieramente osserveremo che i teatri della Grecia , benché
edificati entro il recinto delle città, veggonsi tutti secondo l'uso
primordiale elevati indistintamente sul pendio di una rupe. Così
il teatro di Bacco e l'Odeo in Atene (64), e così pure il teatro di
Sparta (65). I tre teatri di Nemea, di Larissa e di Epidauro, os-
servali dal nostro eh. amico Sir W. Geli, erano altresì fabbri-
cati sul pendio di una collina (6Q), e tali sono ugualmente quelli
di Slratonica, di Laodicea, di Tarso, di Patara e dell' isola di Ci-
stene, del pari chi l'altro posto all'estremità del seno Glauco nella
Greci parte del sito, ove eseguivasi lo spettacolo, esser dovea più
spaziosa che non presso i Romani, i quali la destinavano a' sena-
tori , e ad altre persone distinte , 2° che il proscenio o pulpitum
esser doveva presso questi men alto di quanto usavano i Greci
per non intercettare la visuale a coloro che sedevano nell'orche-
stra, quindi mentre i Greci solevan farlo alto io piedi, vedevasi
presso i Romani soltanto di cinque; 3° finalmente, ch'essendo il
proscenio destinalo presso i Romani non solamente alla rappre-
sentazione de' drammi, ma benanche della danza , esser doveva
più vasto. Per ottenere le quali cose ci mostra Vilruvio i pre-
cetti che guidavano gli architetti nella costruzione de' teatri, af-
fermando che i Greci, formato il circolo dell'orchestra, vi descri-
vevano tre quadrati, segnando in quel lato di essi ch'era più vi-
cino alla scena, la linea del proscenio, e poscia tirando un altra
linea a questa parallela e tangente al circolo, v'innalzavan la sce-
na, mentre i Romani usavano d'inscrivervi quattro triangoli, se-
gnando la linea del proscenio sul lato di quello ch'era più vicino
alla scena, che al par de' Greci ergevano sulla linea tangente al
circolo e parallela al proscenio. Per la quale operazione ne ri-
sultava, che presso i Greci l'orchestra riusciva più vasta ed il pro-
scenio più ristretto, e viceversa presso i Romani (63).
A queste sole restringonsi dunque le differenze fra i teatri gre-
ci , e i romani. Noi però procureremo, se pur mal non ci ap-
ponghiamo , di rilevarne qualche altra, la quale, come che non
possa riguardarsi qual segno univoco, tuttavia ne sembra che in
concorrenza degli altri caratteri di sopra osservati, possa guidarci
con maggior sicurezza a distinguere i teatri greci da quelli che
i Romani innalzarono.
Primieramente osserveremo che i teatri della Grecia , benché
edificati entro il recinto delle città, veggonsi tutti secondo l'uso
primordiale elevati indistintamente sul pendio di una rupe. Così
il teatro di Bacco e l'Odeo in Atene (64), e così pure il teatro di
Sparta (65). I tre teatri di Nemea, di Larissa e di Epidauro, os-
servali dal nostro eh. amico Sir W. Geli, erano altresì fabbri-
cati sul pendio di una collina (6Q), e tali sono ugualmente quelli
di Slratonica, di Laodicea, di Tarso, di Patara e dell' isola di Ci-
stene, del pari chi l'altro posto all'estremità del seno Glauco nella