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sentila, che l'infelice città abbandonala al furore della sfrenata
soldatesca, soffriva gli orrori di un sacco tremendo, nel bollore
del quale, malgrado il divieto del consolo, periva trafitto da ignoto
soldato il più grand'uomo della Sicilia, il sommo Archimede(181).
Così l'iniquità di Merico fé' che Marcello per via di un tradi-
mento quel fine conseguisse, cui non aveva potuto raggiungere
in quattro anni per la via di una guerra con sì grand'arte e
con potentissima forza esercitata. Cadde la misera Siracusa, e con
essa scomparvero la gloria e la potenza siciliana; e tanta preda
trassero i Romani dall' espugnata città , che uguale non avriala
apprestata, come in seguito non l'apprestò, l'istessa opulenta Car-
tagine. Gli ornamenti, le statue e i famosi dipinti che Marcello
recava sul Tebro, aprivan la mente de'Romani all'ammirazione
ed al gusto delle arti elleniche, e perciò avvenne che dalla vinta
Siracusa ebbesi Roma i primi incitamenti a quell'amore pel lusso,
per la civiltà e per le arti, onde sursero poscia quegli stupendi
monumenti , che, non ostante il volger di tanti secoli e non
ostante la nostra ammirazione pel greco magistero, attirami tut-
tavia il plauso e lo studio del mondo incivilito.

Alla resa di Siracusa succedea poco appresso quella di Agra-
gante conquistata dal nuovo console Levino ; laonde venuta in
potestà de'Romani quell'altra parte dell'isola posseduta innanzi
da Cerone e da' Cartaginesi, creavasi una seconda provincia delta
Siracusana, che al par dell'altra di Lilibeo, era al reggimento di
un pretore e di un questore affidata (182).

Divenuta serva di Roma Siracusa del pari che Sicilia tutta ,
cessò di aversi una particolare esistenza , e quindi scomparve
dalle pagine dell'antica Istoria; e se talvolta figurar vi si vede,
egli è soltanto per vieppiù consolidarne la miseria e l'abiezione.
Così appunto avvenne nelle funestissime guerre servili , di cui
fu Sicilia l'angosciosa arena 5 così parimente nelle guerre di Sesto
Pompeo. Per sì fatte vicende, e per la politica del console Levino,
i Siciliani abbandonato il mestier delle armi, eransi volti all'a-
gricoltura(i83) 5 ma neppur queste a lor prò esercitavano; poiché
i campi siciliani vedevansi per la più parte posseduti da' romani
patrizi, i quali, come in terra di conquista, eran venuti a par-
tirsi i nostri campi (i84)- E a tal segno eran prostrate le forze
di Siracusa, che sul finire dell'Olimp. CLXXVI il pirata Eracleo,
 
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