^ IN
dosi di lui più circostanziata me-
moria
INDIA (Tullio) , valoroso fre-
scante veronese, ritrattista e co-
pista insigne, fiori nella prima me-
tà del itì° secolo. Fu suo figliuolo
—-- Bernardo, il quale
probabilmente dalla scuola del pa-
dre passò a quella di Giulio Ro-
mano , come lo dimostrano le sue
opere che s’avvicinano assai allo sti-
le robusto di questo maestro. Con-
servansi in Verona varie sue pre-
gevoli tavole , tra le quali una in
S. Bernardino fatta nel i5y2, l’al-
tra in S. Nazaro del 1584-
INGEGNO. V. Assisi Andrea.
IiNGEN ( Guglielmo Van ,
detto il primo ) , soprannome da-
togli in Roma, ove recossi giova-
netto dopo avere imparati i prin-
cipi dell’ arte in patria sotto An-
tonio Grebber. Raccomandato da
un vescovo de’ Paesi Bassi a Carlo
Maratti, fu da questi ammesso nel-
la sua scuola, e dopo un anno tro-
vatolo capace di lavorare da sè,
gli procurò diverse opere in al-
cune chiese di Roma. Dopo qualche
tempo il Maratta, che aveva pre-
so a stimar molto il suo allievo,
lo consigliò di recarsi a Venezia.
Colà studiò le più rinomate opere
di que’ grandi coloritori, e ne co-
piò molte sotto gli occhi di Le-
Febvre, che stava intagliando al-
cuni quadri di Paolo Veronese.
Finalmente dopo molti anni di as-
senza tornò in patria , ma colà cre-
dendo più utile ai proprj interessi
Amsterdam che Utrecht, andò a
stabilire la sua dimora in quella
città. Poche cose per altro fece que-
sto maestro, essendo morto giovane
ne’ primi anni del i8° secolo.
INGLES (don Giuseppe), nac-
que in Valenza nel 1718, e fu al-
lievo di Richarte. Da principio non
dipinse che Sepolcri per la Setti-
mana Santa, e facciate di case; ma
in appresso fece varj ritratti ad
olio, ed altre opere di storia ab-
J O 371)
bastanza lodevolmente, in partico-
lare per conto del colorito. Mori
in Valenza nel 1786. Nel convento
della Mercede, ed 111 S. Agostino,
ed altrove conservansi alcune sue
opere.
•—-- Maestro Gior gio , fio-
riva circa la metà del i5° secolo,
e nel 1455 dipinse il grand’ alta-
re ed i laterali della chiesa dello
Spedale di Butirago, ove si fece
conoscere per uno de’ più valenti
pittori del suo tempo. Fece pure
per la stessa chiesa un S. Giaco-
mo ed un S. Sebastiano, ed il
duca dell’ Infantado protettore del-
lo spedai generale fece trasportare
queste opere a Madrid.
1NGOLI (Matteo), nato in
Ravenna nel 1587 , fu in Venezia
scolaro del Friso , ma prese ad imi-
tare le opere di Paolo e del Pal-
ma , cercando in pari tempo di for-
marsi uno stile più solido che va-
go , come lo dimostra il suo qua-
dro della Cena di N. S. ai Santi
Apostoli di Venezia ed in altre
chiese. Alla professione della pit-
tura aggiunse pure quella dell’ ar-
chitettura, ma non fece molte cose
nell’ una e nell’ altra, per essere
morto di peste nel 1631. 11 Bo-
schini lo loda assai, e non senza
ragione.
INGONI (Giovanni Batti-
sta ), modenese, fiorì dopo il
i55o, lavorò in concorrenza di
Nicolò dell’ Abate, ma non fece
cose di grande importanza.
JOANES (Vincenzo), il Co-
rifeo della scuola di Valenza, cosi
feconda di grandi pittori. Nacque
costui a Fuente de la Higuera nel
1023 , locchè esclude F opinione di
alcuni scrittori spagnuoli che lo
fanno scolaro di Raffaello. Vero è
bensì che possedette molte delle
qualità che costituiscono 1’ eccel-
lente pittore : energia e correzione
di disegno, conoscenza della no-
tomia, onde si mostrò felicissimo
negl’ ignudi e negli scorci, pan-
dosi di lui più circostanziata me-
moria
INDIA (Tullio) , valoroso fre-
scante veronese, ritrattista e co-
pista insigne, fiori nella prima me-
tà del itì° secolo. Fu suo figliuolo
—-- Bernardo, il quale
probabilmente dalla scuola del pa-
dre passò a quella di Giulio Ro-
mano , come lo dimostrano le sue
opere che s’avvicinano assai allo sti-
le robusto di questo maestro. Con-
servansi in Verona varie sue pre-
gevoli tavole , tra le quali una in
S. Bernardino fatta nel i5y2, l’al-
tra in S. Nazaro del 1584-
INGEGNO. V. Assisi Andrea.
IiNGEN ( Guglielmo Van ,
detto il primo ) , soprannome da-
togli in Roma, ove recossi giova-
netto dopo avere imparati i prin-
cipi dell’ arte in patria sotto An-
tonio Grebber. Raccomandato da
un vescovo de’ Paesi Bassi a Carlo
Maratti, fu da questi ammesso nel-
la sua scuola, e dopo un anno tro-
vatolo capace di lavorare da sè,
gli procurò diverse opere in al-
cune chiese di Roma. Dopo qualche
tempo il Maratta, che aveva pre-
so a stimar molto il suo allievo,
lo consigliò di recarsi a Venezia.
Colà studiò le più rinomate opere
di que’ grandi coloritori, e ne co-
piò molte sotto gli occhi di Le-
Febvre, che stava intagliando al-
cuni quadri di Paolo Veronese.
Finalmente dopo molti anni di as-
senza tornò in patria , ma colà cre-
dendo più utile ai proprj interessi
Amsterdam che Utrecht, andò a
stabilire la sua dimora in quella
città. Poche cose per altro fece que-
sto maestro, essendo morto giovane
ne’ primi anni del i8° secolo.
INGLES (don Giuseppe), nac-
que in Valenza nel 1718, e fu al-
lievo di Richarte. Da principio non
dipinse che Sepolcri per la Setti-
mana Santa, e facciate di case; ma
in appresso fece varj ritratti ad
olio, ed altre opere di storia ab-
J O 371)
bastanza lodevolmente, in partico-
lare per conto del colorito. Mori
in Valenza nel 1786. Nel convento
della Mercede, ed 111 S. Agostino,
ed altrove conservansi alcune sue
opere.
•—-- Maestro Gior gio , fio-
riva circa la metà del i5° secolo,
e nel 1455 dipinse il grand’ alta-
re ed i laterali della chiesa dello
Spedale di Butirago, ove si fece
conoscere per uno de’ più valenti
pittori del suo tempo. Fece pure
per la stessa chiesa un S. Giaco-
mo ed un S. Sebastiano, ed il
duca dell’ Infantado protettore del-
lo spedai generale fece trasportare
queste opere a Madrid.
1NGOLI (Matteo), nato in
Ravenna nel 1587 , fu in Venezia
scolaro del Friso , ma prese ad imi-
tare le opere di Paolo e del Pal-
ma , cercando in pari tempo di for-
marsi uno stile più solido che va-
go , come lo dimostra il suo qua-
dro della Cena di N. S. ai Santi
Apostoli di Venezia ed in altre
chiese. Alla professione della pit-
tura aggiunse pure quella dell’ ar-
chitettura, ma non fece molte cose
nell’ una e nell’ altra, per essere
morto di peste nel 1631. 11 Bo-
schini lo loda assai, e non senza
ragione.
INGONI (Giovanni Batti-
sta ), modenese, fiorì dopo il
i55o, lavorò in concorrenza di
Nicolò dell’ Abate, ma non fece
cose di grande importanza.
JOANES (Vincenzo), il Co-
rifeo della scuola di Valenza, cosi
feconda di grandi pittori. Nacque
costui a Fuente de la Higuera nel
1023 , locchè esclude F opinione di
alcuni scrittori spagnuoli che lo
fanno scolaro di Raffaello. Vero è
bensì che possedette molte delle
qualità che costituiscono 1’ eccel-
lente pittore : energia e correzione
di disegno, conoscenza della no-
tomia, onde si mostrò felicissimo
negl’ ignudi e negli scorci, pan-