2g2 L A
jl suo domicilio in Colonia , ore
mori nel 1667.
KUYCK ( Giovanni Van ) ,
buon pittore sul vetro, nacque cir-
ca il i53o, e fu lungo tempo te-
nuto prigione in Dort per le sue
opinioni religiose. Ad uno de’ giu-
dici che operava per la sua libera-
zione regalò il Giudizio di Saio-
mone da lui dipinto , nel quale il
giudice era ritratto nella figura di
Salomone. Ma vociferandosi odagli
ecclesiastici che questo magistrato
volesse salvare il pittore per avere
quest’ opera, si vide costretto a
condannarlo ad essere bruciato vi-
vo a Doi’t nel 1572.
KUYP ( Alberto ) , nato in
Dort nel 1606, fu allievo di suo
padre pittore assai mediocre, e ben
tosto lo sorpassò. Kuyp dipinse pae-
si quasi sempre di vedute ridenti
con fiumi ora correnti ora tran-
quilli , arricchendoli di barchet-
te, ec. Viene assai lodato per aver
saputo dare ai suoi paesi 1’ aria
del mattino , del mezzodì e del
cader del sole. Fece pure diverse
vedute di Dort, presentando nel
canale un copioso numero di scia-
luppe e di barchette ornate per fe-
steggiare l’arrivo del principe d’O-
range. Fu facile e corretto dise-
gnatore, ed i suoi animali, e par-
ticolarmente i cavalli, sono tutti
presi dal naturale. Non è noto l’an-
no della sua morte.
LA
LAAR ( Pietro vander ) ,
detto il Bamboccio , nacque in
Laaren del ifii3. Non si conosco-
no con sicurezza i suoi primi mae-
stri , ed è noto soltanto che passò
giovanetto in Italia , fissando la
sua dimora in Roma. Gl’ Italiani
lo chiamarono Bamboccio, perchè
tutto contraffatto di corpo; ma la
natura lo aveva largamente com-
pensato di tali difetti , dandogli
singolari talenti non solo per la
L A
pittura, ma ancora per la musica,
ond' era da tutti amato , ed in
particolar modo da Poussin e da
Claudio Lorenese. Dopo sedici an-
ni di soggiorno in Roma , i suoi
congiunti lo affrettavano a tornare
in patria , ove i suoi quadri si
vendevano a carissimo prezzo. Con
dispiacere lasciò Roma , e giunse
in Amsterdam nel 1 ti39 , e di là
in Arlem, ov’ era desiderato da
suo fratello. Giunto all’ età di (io
anni, le sue infermità si andarono
aggravando, e la consueta sua al-
legria si converti in una cupa ma-
linconia che, rendendolo insoppor-
tabile a sè stesso e agii altri , lo
condusse al sepolcro nel 1673. Par-
lando delle pitture dì quest’uomo
singolare, mi terrò al giudizio de-
gli scrittori italiani. Quest’ uomo
unico nel suo genere non rappre-
sentò che azioni del basso popolo
in piccoli quadri, bagordi , risse ,
mascherate, ec. Le sue figure, per
lo più dell’ altezza di un palmo,
hanno tanta vivacità, e sono così
opportunamente situate nel paese
che loro serve di fondo, che sem-
bra allo spettatore di vedere come
a grande distanza eseguirsi vera-
mente F azione rappresentata. Seb-
bene si gridasse contra il pittore
che faceva discendere l’arte a così
vili imagini, convenivano gli arte-
fici, anche di cose serie, che i qua-
dri di Laar potevano riuscire utili
per lo studio del vero e delle tinte.
•—•—•— Roelan no v va.n , fra-
tello del Bamboccio, nacque nel
1610, e studiò in patria la pittu-
ra sotto lo stesso maestro col mi-
nor fratello Pietro. Dall Olanda
recaronsi assieme in Italia senza
mai abbandonarsi, e dipinsero gli
stessi soggetti quasi egualmente be-
ne ; ma Rolando mori giovane in
Genova, e tutta la gloria tornò al
minor fratello. Non si trovano ope-
re di Rolando che in Italia, ma
d’ ordinario attribuite al più cele-
bre fratello,
jl suo domicilio in Colonia , ore
mori nel 1667.
KUYCK ( Giovanni Van ) ,
buon pittore sul vetro, nacque cir-
ca il i53o, e fu lungo tempo te-
nuto prigione in Dort per le sue
opinioni religiose. Ad uno de’ giu-
dici che operava per la sua libera-
zione regalò il Giudizio di Saio-
mone da lui dipinto , nel quale il
giudice era ritratto nella figura di
Salomone. Ma vociferandosi odagli
ecclesiastici che questo magistrato
volesse salvare il pittore per avere
quest’ opera, si vide costretto a
condannarlo ad essere bruciato vi-
vo a Doi’t nel 1572.
KUYP ( Alberto ) , nato in
Dort nel 1606, fu allievo di suo
padre pittore assai mediocre, e ben
tosto lo sorpassò. Kuyp dipinse pae-
si quasi sempre di vedute ridenti
con fiumi ora correnti ora tran-
quilli , arricchendoli di barchet-
te, ec. Viene assai lodato per aver
saputo dare ai suoi paesi 1’ aria
del mattino , del mezzodì e del
cader del sole. Fece pure diverse
vedute di Dort, presentando nel
canale un copioso numero di scia-
luppe e di barchette ornate per fe-
steggiare l’arrivo del principe d’O-
range. Fu facile e corretto dise-
gnatore, ed i suoi animali, e par-
ticolarmente i cavalli, sono tutti
presi dal naturale. Non è noto l’an-
no della sua morte.
LA
LAAR ( Pietro vander ) ,
detto il Bamboccio , nacque in
Laaren del ifii3. Non si conosco-
no con sicurezza i suoi primi mae-
stri , ed è noto soltanto che passò
giovanetto in Italia , fissando la
sua dimora in Roma. Gl’ Italiani
lo chiamarono Bamboccio, perchè
tutto contraffatto di corpo; ma la
natura lo aveva largamente com-
pensato di tali difetti , dandogli
singolari talenti non solo per la
L A
pittura, ma ancora per la musica,
ond' era da tutti amato , ed in
particolar modo da Poussin e da
Claudio Lorenese. Dopo sedici an-
ni di soggiorno in Roma , i suoi
congiunti lo affrettavano a tornare
in patria , ove i suoi quadri si
vendevano a carissimo prezzo. Con
dispiacere lasciò Roma , e giunse
in Amsterdam nel 1 ti39 , e di là
in Arlem, ov’ era desiderato da
suo fratello. Giunto all’ età di (io
anni, le sue infermità si andarono
aggravando, e la consueta sua al-
legria si converti in una cupa ma-
linconia che, rendendolo insoppor-
tabile a sè stesso e agii altri , lo
condusse al sepolcro nel 1673. Par-
lando delle pitture dì quest’uomo
singolare, mi terrò al giudizio de-
gli scrittori italiani. Quest’ uomo
unico nel suo genere non rappre-
sentò che azioni del basso popolo
in piccoli quadri, bagordi , risse ,
mascherate, ec. Le sue figure, per
lo più dell’ altezza di un palmo,
hanno tanta vivacità, e sono così
opportunamente situate nel paese
che loro serve di fondo, che sem-
bra allo spettatore di vedere come
a grande distanza eseguirsi vera-
mente F azione rappresentata. Seb-
bene si gridasse contra il pittore
che faceva discendere l’arte a così
vili imagini, convenivano gli arte-
fici, anche di cose serie, che i qua-
dri di Laar potevano riuscire utili
per lo studio del vero e delle tinte.
•—•—•— Roelan no v va.n , fra-
tello del Bamboccio, nacque nel
1610, e studiò in patria la pittu-
ra sotto lo stesso maestro col mi-
nor fratello Pietro. Dall Olanda
recaronsi assieme in Italia senza
mai abbandonarsi, e dipinsero gli
stessi soggetti quasi egualmente be-
ne ; ma Rolando mori giovane in
Genova, e tutta la gloria tornò al
minor fratello. Non si trovano ope-
re di Rolando che in Italia, ma
d’ ordinario attribuite al più cele-
bre fratello,