Delle Istorie
4BS
pra ìl sao lctto ignudo, c pregò Messer Gincopo che
quello da lui non iì potcva fare facesse eg!i. Messer
Giacopo ancora che vecchio, e in ssmiH tumulti
l\on pratico, per fare qucsta ultima esperienza della
fortuiia loro, salì a cavallo con forse cento annati,
flnti prima per fìmile iinpresa preparati, e se n’an-
dò alla piazza dc! palagio, chiamando in suo aiuto
ii popolo e h Iibertà, Ma perchè suno era dalJa
forruna e liberalirà dei Medici fatto sordo, l’ altro
irt Firenze altramente non fì desiderava., non gli fu
risposto da alcuno, Solo i Signori che la parte su-
periore dei palagio fìgnoreggiavano, con salsi lo sa-
Jutarono, e con le minaccie in quanto potevano lo
sbigottirono. E stando Messèr Giacopo dubbioso,
fu da Giovanni Saristori suo cognato incontrato, il
quale prima lo riprese dcgli scandoli mossì d3 loro ;
clipoi lo confortò a tornarsene a caia, asfermandogli
chess popolo e Ja libertà era a cuore agli altri citta-
dini come a lui, Privato adunque Messer Giacopo
d’ogni speranza, veggendosi ncmico, Lorcnzo vivo,
Francescò ferito , e da niuno seguitato, non sipendo al-
rro che farsi , deliberò di salvare se poteva con la
suga la vita, e con quella compagnia che egli ave-
va lèco in piazza, fì uscì di Firenze per andarne in
Romatma, In queflo mezzo tutta Ja Città era in ar-
nie e Lorenzo de’Medici da molti armati accom-'
pagnato, s; ers nellc siie case ridotro : II palagio dal
pòpolo era stato ricuperato , e gli oecupatori di
quello turti fra prefì e morti. Già ner tutra la cit-
tà si gridava il nome de Maedici e le membra dc’
morti, o sopra le punte dels anni fìtte, o pcr là
città strascinate iì vcdcvano; e ùaicheduno con pa-
role
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pra ìl sao lctto ignudo, c pregò Messer Gincopo che
quello da lui non iì potcva fare facesse eg!i. Messer
Giacopo ancora che vecchio, e in ssmiH tumulti
l\on pratico, per fare qucsta ultima esperienza della
fortuiia loro, salì a cavallo con forse cento annati,
flnti prima per fìmile iinpresa preparati, e se n’an-
dò alla piazza dc! palagio, chiamando in suo aiuto
ii popolo e h Iibertà, Ma perchè suno era dalJa
forruna e liberalirà dei Medici fatto sordo, l’ altro
irt Firenze altramente non fì desiderava., non gli fu
risposto da alcuno, Solo i Signori che la parte su-
periore dei palagio fìgnoreggiavano, con salsi lo sa-
Jutarono, e con le minaccie in quanto potevano lo
sbigottirono. E stando Messèr Giacopo dubbioso,
fu da Giovanni Saristori suo cognato incontrato, il
quale prima lo riprese dcgli scandoli mossì d3 loro ;
clipoi lo confortò a tornarsene a caia, asfermandogli
chess popolo e Ja libertà era a cuore agli altri citta-
dini come a lui, Privato adunque Messer Giacopo
d’ogni speranza, veggendosi ncmico, Lorcnzo vivo,
Francescò ferito , e da niuno seguitato, non sipendo al-
rro che farsi , deliberò di salvare se poteva con la
suga la vita, e con quella compagnia che egli ave-
va lèco in piazza, fì uscì di Firenze per andarne in
Romatma, In queflo mezzo tutta Ja Città era in ar-
nie e Lorenzo de’Medici da molti armati accom-'
pagnato, s; ers nellc siie case ridotro : II palagio dal
pòpolo era stato ricuperato , e gli oecupatori di
quello turti fra prefì e morti. Già ner tutra la cit-
tà si gridava il nome de Maedici e le membra dc’
morti, o sopra le punte dels anni fìtte, o pcr là
città strascinate iì vcdcvano; e ùaicheduno con pa-
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