Mòngolo sti-
mata ila Giara
he Romana
per originale
VITA DI ANDREA DEL SARTO. Ì„
lamento limile a Mantoua ; Di che il Duca reltò sodisfattissimo , hauendoglie-
lo minimamente lodato , lenza esfersi auueduto della cola , Giulio Romano
Pittore , e discepolo di Rafaelle , il qual Giulio si sarebbe fiato sempre in quella
opinione , e1' Darebbe creduto di mano di Rafaelle. Ma capitando a Mantoua
Giorgio Vasari, il quale essendo fanciullo , e creatura di M. Ottauiano , haue uà del fa Mae.
veduto Andrea lauorare quel quadro , seoperse la cosa , perche facendo il dette stro.
Giulio molte carezze al Vasaro,e montandogli, dopo molte anticaglie, e Pittu* Scoperto sini
re, quel quadro di Rafaelle , come la miglior cosa , che vifusse , dille Giorgie, Immortali
l'opera è bellissima, ma non è altrimenti di mano di Rafaelle, come nò? disse
Giulio, non lo sò io, che riconosco i colpi, che vi lauorai sù ? Voi ve gli sete di-
menticati , soggiunse Giorgio, perche quelloèdimano d'Andrea del Sarto,e
per segno di ciò, eccoui vn segno ( e glie lo mostrò) che fu fatto in Firenze, per-
che quando erano insieme si scambiauano.Ciò vdiro,fece riuokar Giulio il qua-
dro, evillo il contrasegno,si strinse nelle spalle , dicendo quelle parole : Io non
lo Rimo meno, che s'ella falle di mano di Rafaelle,anzi molto più, perche è co-
sa fuor di natura . che vn' huomo eccellente imiti sì bene la maniera d'vn'altro,
/are ^ ohe co&
maraviglia i^
luminò Gina
ho.
Altro ritratto
e la faccia cosi limile . Balla, che si conosee, che cosi valse la virtù d'Andrea ac-
compagnata, come sola . E così fù col giudicio, e consiglio di M.Ottauiano Co-
disfatto al Duca, e non priuata Firenze d'vna sì degna opera ; la quale essendo- ' ,'1"^
gli poi donata dal Duca Alessandro , tenne molti anni appresso di se, e final- p^fy'ci
mente ne fece dono al Duca Cosimo, che 1' hà in guardarobba con mole' altre ;„,;,,[ '"
Pitture famose. Mentre , che Andrea faceua quello ritratto , fece anco per il Operaallega.
detto M.Ottauiano in vn quadro,solo la teda di Giulio Cardinal de' Medici,che
fùpoi Papa Clemente, limile a quella di Rafaelle , che fù molto bella; la qual
teda fù poi donata da esso M. Ottauiano al Vescouo vecchio de' Marzi • Non
molto dopo, desiderando M.Baldo Magni da Prato,fare alla Madonna della car-
cere nella sua terra, vna tauola di Pittura beildsima,doue haueua fatto fare pri-
ma vn'ornamento di marmo molto honorato,gli fù, frà molti alt ri Pitto ri,messo
ta ad Andrea
entrato , ma
con sotte ma^
no toltogli da
m' arrogante,
& ignorante.
inanzi Andrea ; onde hauendo M. Baldo,ancorché di ciò non s'intendelle mol-
to,più inchinato l'animo a lui,che a niun'altro, gli haueua quali dato intenzione
di volere, ch'egli, e non altri la facete, quando vn Nicolò Soggi Sansouiuo, che
il Seggi sri
haueua qualche amicitia in Prato,fù messo inanzi a M.Baldo per quell' opera, e
di maniera aiutato , dicendo, che non si poteua hauere miglior maestro di ui, ^„g@ ^ c-„
che gli fù allogata quell' opera . In tanto mandando per Andrea, chi 1'aiuraua, corfo d% httu,
egli con Domenico Puligo, & altri Pittori amici suoi, pensando al fermo , che il ra ma egh ac.
lauoro fusse suo, se n'andò a Prato, ma giunto trouò,che Nicolò non solo haue- tettò,eh. que.
ua riuolto l'animo di M. Baldo, ma anco era tanto ardito,e sfacciato,che in pie- f° sf^esse e@
senza di M. Baldo dis e ad Andrea , che giocherebbe seco ogni somma di danari v" '"° "°00
a far qualche cosa diramine chi facelle meglio tirasse. Andrea,che sapea qua • ^#rVc #
to Nicolò valere , rispose , ancorché per ordinario fiisse di poco animo ; Io hò
qui meco quello mio garzone , che non è slato molto all' arte, se tù vuoi giocar
seco, io metterò i danari per lui, ma meco no voglio,che tù ciò face a per nien-
te,percioche,fe io tivincessi, non mi sarebbe honore,e se io perderli mi sareb- Al
be grandissima vergogna . Edetto a M. Baldo, che delle l'opera a Nicolò, per- vn,;:^/#
•he egli la farebbe di marrera,ch'ella piacerebbe a chi andasse al mercato,se ne faure cheap.
tornò a Firenze , dotte gli fù allogata vna tauola per Pisa , diusla in cinque qua- portò marnato
dri , che poi fu polla alla Madonna diS, Agnefa , lungo le mura di quella Città, gho.
mata ila Giara
he Romana
per originale
VITA DI ANDREA DEL SARTO. Ì„
lamento limile a Mantoua ; Di che il Duca reltò sodisfattissimo , hauendoglie-
lo minimamente lodato , lenza esfersi auueduto della cola , Giulio Romano
Pittore , e discepolo di Rafaelle , il qual Giulio si sarebbe fiato sempre in quella
opinione , e1' Darebbe creduto di mano di Rafaelle. Ma capitando a Mantoua
Giorgio Vasari, il quale essendo fanciullo , e creatura di M. Ottauiano , haue uà del fa Mae.
veduto Andrea lauorare quel quadro , seoperse la cosa , perche facendo il dette stro.
Giulio molte carezze al Vasaro,e montandogli, dopo molte anticaglie, e Pittu* Scoperto sini
re, quel quadro di Rafaelle , come la miglior cosa , che vifusse , dille Giorgie, Immortali
l'opera è bellissima, ma non è altrimenti di mano di Rafaelle, come nò? disse
Giulio, non lo sò io, che riconosco i colpi, che vi lauorai sù ? Voi ve gli sete di-
menticati , soggiunse Giorgio, perche quelloèdimano d'Andrea del Sarto,e
per segno di ciò, eccoui vn segno ( e glie lo mostrò) che fu fatto in Firenze, per-
che quando erano insieme si scambiauano.Ciò vdiro,fece riuokar Giulio il qua-
dro, evillo il contrasegno,si strinse nelle spalle , dicendo quelle parole : Io non
lo Rimo meno, che s'ella falle di mano di Rafaelle,anzi molto più, perche è co-
sa fuor di natura . che vn' huomo eccellente imiti sì bene la maniera d'vn'altro,
/are ^ ohe co&
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luminò Gina
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Altro ritratto
e la faccia cosi limile . Balla, che si conosee, che cosi valse la virtù d'Andrea ac-
compagnata, come sola . E così fù col giudicio, e consiglio di M.Ottauiano Co-
disfatto al Duca, e non priuata Firenze d'vna sì degna opera ; la quale essendo- ' ,'1"^
gli poi donata dal Duca Alessandro , tenne molti anni appresso di se, e final- p^fy'ci
mente ne fece dono al Duca Cosimo, che 1' hà in guardarobba con mole' altre ;„,;,,[ '"
Pitture famose. Mentre , che Andrea faceua quello ritratto , fece anco per il Operaallega.
detto M.Ottauiano in vn quadro,solo la teda di Giulio Cardinal de' Medici,che
fùpoi Papa Clemente, limile a quella di Rafaelle , che fù molto bella; la qual
teda fù poi donata da esso M. Ottauiano al Vescouo vecchio de' Marzi • Non
molto dopo, desiderando M.Baldo Magni da Prato,fare alla Madonna della car-
cere nella sua terra, vna tauola di Pittura beildsima,doue haueua fatto fare pri-
ma vn'ornamento di marmo molto honorato,gli fù, frà molti alt ri Pitto ri,messo
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no toltogli da
m' arrogante,
& ignorante.
inanzi Andrea ; onde hauendo M. Baldo,ancorché di ciò non s'intendelle mol-
to,più inchinato l'animo a lui,che a niun'altro, gli haueua quali dato intenzione
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haueua qualche amicitia in Prato,fù messo inanzi a M.Baldo per quell' opera, e
di maniera aiutato , dicendo, che non si poteua hauere miglior maestro di ui, ^„g@ ^ c-„
che gli fù allogata quell' opera . In tanto mandando per Andrea, chi 1'aiuraua, corfo d% httu,
egli con Domenico Puligo, & altri Pittori amici suoi, pensando al fermo , che il ra ma egh ac.
lauoro fusse suo, se n'andò a Prato, ma giunto trouò,che Nicolò non solo haue- tettò,eh. que.
ua riuolto l'animo di M. Baldo, ma anco era tanto ardito,e sfacciato,che in pie- f° sf^esse e@
senza di M. Baldo dis e ad Andrea , che giocherebbe seco ogni somma di danari v" '"° "°00
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te,percioche,fe io tivincessi, non mi sarebbe honore,e se io perderli mi sareb- Al
be grandissima vergogna . Edetto a M. Baldo, che delle l'opera a Nicolò, per- vn,;:^/#
•he egli la farebbe di marrera,ch'ella piacerebbe a chi andasse al mercato,se ne faure cheap.
tornò a Firenze , dotte gli fù allogata vna tauola per Pisa , diusla in cinque qua- portò marnato
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