VITA DI BACCIO BANDINELLE 417
Quella fu poi finirà da Rafaelle da Monteiupo, e fù polla insieme con l'aire
di Maestio Andrea, ma non già pari a loro di bontà, Con rutto > che cosi ancora
sia degna di lode. Tornato Baccio a Roma , imperiò dal Papa , Der fattore del Statai d Orf
Cardinal Giulio de'Medci, solito a fauorire le virtù, & 1 virtuo(i,che gli fufc _, fa nel t^ffl
dato a fare per lo cortile del Palazzo de'Medici, in Firenze, alcuna staiua. On- 'Metta,
de venuto in Firenze, fece vn'Orfeo di marmo, il quale col suono, e canto placa
Cerbero, e muoue l'Inferno a pietà. Imitò in queslaopera l'Apollo di Beluede*
re di Roma, e fù lodatissima meritamente,perche con tutto, che l'Orfeo di Bac-
cio non faccia l'attitudine d'Apollo di Beluedere, egli nondimeno imita molto
propriamente la maniero del torso, e di tutte le membra di quello. Finita la da-
tua , fù fatta porre dal Cardinale Giulio nel sopradetto cortile , mentre ch'egli
gouernaua Firenze, (opra vna basa intagliata,fatta da Benedetto da Rouezzano
Scultore . Ma perche Baccio non si curò mai dell'arte dell'Architettura , norD
considerando 1& l'ingegno di Donatello, il quale al Dauide, che v'era prima_j,
hatieua fatto vna semplice colonna , sù la quale posaua l'imbasamento di sotto
fesso, & aperto, a fine,che chi padana di fuora vedelle dalla porta da via , l'altra
porta di dentro dell' altro cortile al dirimpetto ; però non hauendo Baccio que-
llo accorgimento , fece porre la sua statua sopra vna basa grossa, e tutta massic-
cia,di manieri, ch'ella ingombra la villa da chi passi, e cuopre il vano della pota-
ta di dentro, sì che palando, ei non si vede se'1 Palazzo và più in dietro , ò le fi-
nisee nel primo cortile . Haueu^il Cardinale Giul o fatto lotto Monte Mario à
Errori di Bara
tio per la fua
imperiti# del*
l Architetta.
ra.
Due Giganti
di ssocco in
Roma.
Disogno della
Roma vna bellissima vigna; in quella vigna volle porre due Giganti, e gli fece
fare a Baccio di stucco,che sempre fù vago di £ir Giganti, sono alti otto braccia,
emettono in mezo la porta , che và nei Uluatico , e furono tenuti di ragioneuol
bellezza. Mentre, che Baccio attendeva a quelle cose, non mai abbandonando
per suo vso il dlegnare, fece a Marco' la Rauenna, & Agostino Venetiano , in-
tagliatori di Rampe , intagliare vna storia dileguata da lui in vna carta grandini-
ma,nella quale era l'vccisione de'f nciulli innocenti, farti crudelmente morire
da Herode; La quale essendo stàta da lui ripiena di molti ignudi , di maschi, e di d^%e de gl
femine, di fanciulli viui , e morti , e di diuerse attitudini di donne , e d. Soldati, n,"',^^
fece conoseere il buon dileguo, che haueua nelle sigure , e l'intelligenza de'mu- {,„„&%;
scoli, e di tutte le membra, e gli recò per tutta Europa gran fama. Fece ancora'
vn beliamo modello di legno , e le figure di cera per vna sepoltura al Rè d'In*
ghilterra, la quale non sorti poi l'effetto da Baccio,ma fù data a Benedetto da_a Modello , eso
Rouezzano Scultore, che la fece di metallo Era tornato di Francia il Cardinale s?" Per v""
Bernardo Diuitio da Bibbiena^l quale vedendo, che'l Rè Francesilo non hatieua ^°'
cosa alcuna di marmo, nè antica , nè moderna , e se ne dilettarla molto, hatieua „^ ^^^
promesso a Sua Maellà di operare col Papa si , che qualche cosa bella gli man-
derebbe. Dopo quello Cardinale vennero al Papa due Ambaseiadori dal Rè
Franceseo,! quali vedute le (fatue di Beluedere,lodarono, quanto lodar si porfa,il
Laocoonte.il Card.de'Medici,e Bibbiena,ch'erano con loro, domandarono se il
Rè harebbe cara vna limile cosa; Risposero,che sarebbe troppo gran dono. Al-
Ihora il Card, gli dille, a Sua Maestà si manderà,ò quello,ò vn sinale, che non ci
sarà differenza . E risolutosi di farne fare vn'altroaim^atione di quello, si ricor*
dòdi Baccio,e màdato per lui,le domandò,se gli bastaua l'animo di fare vn Lao.
coonte pari al primo; Baccio rispose, che non che sarne vn pari,gli bastaua l'ani-
mo,ma di palare quello di peifettione.Rilolutcsi il Card.che vi meuesse mano,
Hhh 2 Bac-
Quella fu poi finirà da Rafaelle da Monteiupo, e fù polla insieme con l'aire
di Maestio Andrea, ma non già pari a loro di bontà, Con rutto > che cosi ancora
sia degna di lode. Tornato Baccio a Roma , imperiò dal Papa , Der fattore del Statai d Orf
Cardinal Giulio de'Medci, solito a fauorire le virtù, & 1 virtuo(i,che gli fufc _, fa nel t^ffl
dato a fare per lo cortile del Palazzo de'Medici, in Firenze, alcuna staiua. On- 'Metta,
de venuto in Firenze, fece vn'Orfeo di marmo, il quale col suono, e canto placa
Cerbero, e muoue l'Inferno a pietà. Imitò in queslaopera l'Apollo di Beluede*
re di Roma, e fù lodatissima meritamente,perche con tutto, che l'Orfeo di Bac-
cio non faccia l'attitudine d'Apollo di Beluedere, egli nondimeno imita molto
propriamente la maniero del torso, e di tutte le membra di quello. Finita la da-
tua , fù fatta porre dal Cardinale Giulio nel sopradetto cortile , mentre ch'egli
gouernaua Firenze, (opra vna basa intagliata,fatta da Benedetto da Rouezzano
Scultore . Ma perche Baccio non si curò mai dell'arte dell'Architettura , norD
considerando 1& l'ingegno di Donatello, il quale al Dauide, che v'era prima_j,
hatieua fatto vna semplice colonna , sù la quale posaua l'imbasamento di sotto
fesso, & aperto, a fine,che chi padana di fuora vedelle dalla porta da via , l'altra
porta di dentro dell' altro cortile al dirimpetto ; però non hauendo Baccio que-
llo accorgimento , fece porre la sua statua sopra vna basa grossa, e tutta massic-
cia,di manieri, ch'ella ingombra la villa da chi passi, e cuopre il vano della pota-
ta di dentro, sì che palando, ei non si vede se'1 Palazzo và più in dietro , ò le fi-
nisee nel primo cortile . Haueu^il Cardinale Giul o fatto lotto Monte Mario à
Errori di Bara
tio per la fua
imperiti# del*
l Architetta.
ra.
Due Giganti
di ssocco in
Roma.
Disogno della
Roma vna bellissima vigna; in quella vigna volle porre due Giganti, e gli fece
fare a Baccio di stucco,che sempre fù vago di £ir Giganti, sono alti otto braccia,
emettono in mezo la porta , che và nei Uluatico , e furono tenuti di ragioneuol
bellezza. Mentre, che Baccio attendeva a quelle cose, non mai abbandonando
per suo vso il dlegnare, fece a Marco' la Rauenna, & Agostino Venetiano , in-
tagliatori di Rampe , intagliare vna storia dileguata da lui in vna carta grandini-
ma,nella quale era l'vccisione de'f nciulli innocenti, farti crudelmente morire
da Herode; La quale essendo stàta da lui ripiena di molti ignudi , di maschi, e di d^%e de gl
femine, di fanciulli viui , e morti , e di diuerse attitudini di donne , e d. Soldati, n,"',^^
fece conoseere il buon dileguo, che haueua nelle sigure , e l'intelligenza de'mu- {,„„&%;
scoli, e di tutte le membra, e gli recò per tutta Europa gran fama. Fece ancora'
vn beliamo modello di legno , e le figure di cera per vna sepoltura al Rè d'In*
ghilterra, la quale non sorti poi l'effetto da Baccio,ma fù data a Benedetto da_a Modello , eso
Rouezzano Scultore, che la fece di metallo Era tornato di Francia il Cardinale s?" Per v""
Bernardo Diuitio da Bibbiena^l quale vedendo, che'l Rè Francesilo non hatieua ^°'
cosa alcuna di marmo, nè antica , nè moderna , e se ne dilettarla molto, hatieua „^ ^^^
promesso a Sua Maellà di operare col Papa si , che qualche cosa bella gli man-
derebbe. Dopo quello Cardinale vennero al Papa due Ambaseiadori dal Rè
Franceseo,! quali vedute le (fatue di Beluedere,lodarono, quanto lodar si porfa,il
Laocoonte.il Card.de'Medici,e Bibbiena,ch'erano con loro, domandarono se il
Rè harebbe cara vna limile cosa; Risposero,che sarebbe troppo gran dono. Al-
Ihora il Card, gli dille, a Sua Maestà si manderà,ò quello,ò vn sinale, che non ci
sarà differenza . E risolutosi di farne fare vn'altroaim^atione di quello, si ricor*
dòdi Baccio,e màdato per lui,le domandò,se gli bastaua l'animo di fare vn Lao.
coonte pari al primo; Baccio rispose, che non che sarne vn pari,gli bastaua l'ani-
mo,ma di palare quello di peifettione.Rilolutcsi il Card.che vi meuesse mano,
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