Rimalo im
perfetto per 1^
mone di Leo
meX, N
Statue,estorie
4x8 TERZA FARLE
concio a Baccio, mentre che i marmi ancora veniuano, ne fece vno di cera ,che si molto
ritrarr in lodato , & ancora ne fece vn cartone di biacca > e carbone della grandezza di
marmo il La quello di marmo. Venuti i marmi , e Baccio hauendosi fatto in Beluedere fare
coopti di Bel- vna turata con vn tetto , per lauorare , dette principio a vno de'putti del Loco-
"? onte, che fù il maggiore, e lo conduce di maniera, che'l Papa, e tutti quelli,che
gran sé ima. ^ ne intendeuano, rimasèro satisfatti, perche dall'antico al suo, non si scorgeua
quali differenza alcuna. Ma hauendo messo mano all'altro fanciullo,& alla sta-
tua del padre , che è nel mezo , non era ito molto auanti, quando morì il Papa.
Creavo dipoi A Iriano Sedo, se ne tornò col Cardinale a Firenze , doue s'mtrat-
teneua intorno a gli Audi del dileguo . Morto Adriano VI. e creato Clemente
Settimo, andò Baccio in polle a Roma,per giugnere alla sua incoronatone,nel-
la quale fece (fatue, e storie di mezo rilieuo, per ordine di Sua Santità . Conse-
°L"m^0J'r:ie g"^^'1 dipoi ^ ^P" stanze, e prouisione, ritornò al suo Lacoonte,Ja gualco
isteria coro opera, con due anni d1 tempo ,fù condotta da lui con quella eccellenza maggio-
^ ttoae di re>ch'egli adoperale giamai. Restaurò ancora l'antico Locoonte del braccio de-
Clemmevii. (ho, il quale emendo tronco, e non trouandosi , Baccio ne fece vno di cera gran-
de, che corrispondeua co'muscoli , e con la fierezza , e maniera all'antico , e con
Fin: il Laco% ^ s'vniua di sorte, che mossrò quanto Baccio intenderla dell'arte., E quello mo-
°lori dello g'11 seroì a 'are l'intiero braccio al suo. Parue quell' opera tanto buona a
0^";% ”ua Santità, ch'egli mutò pensiero, & al Rè si risoluè mandate altre statue anti-
so^4„ che' e quella a Firenze . Et al Cardinale Siluio Panierino Cortonese , Legato in
Firenze, il quale allhora gouernaua la Città, ordinò , che ponefleil Locoontg
nel Palazzo de'Medici, nella teda del secondo cortile, il che su l'anno 1525. Ar<
recò quell'opera gran fama a Baccio , il quale finito il Lacoonte , si dette a dile-
guare vna storia in vn foglio reale aperto, per sàtisfare a vn disegno del Papa ; Il
qual'era di far dipingere nella Capella maggiore di San Lorenzo di Firenze , il
martirio di San Cosimo, e Damiano, in vna faccia,e nell'altra quello di S.Loren-
zo,quando da Decio fù fitto morire sù la graticola . Baccio adunque l'historia
bìfpQ inge. di Sari Lorenzo dileguando sottilissimamente , nella quale imitò con molta ra-
pofe chinar. g one, & arte, vediti, & ignudi, & atti diuersi de'corpi , e delle membra , e varij
tino dis, Lo. efacitijdi coloro , che intorno a San Lorenzo stauano al crudele ufficio , e par-
#%^ ticolarmente l'empio Decio, che co minaccioso volto affretta il fuoco, e la mor-
te all'innocente Martire , il quale alzando vn braccio al Cielo,raccomanda lo
spirito suo a Dio ; così con quella storia satisfece tanto Baccio al Papa , ch'egli
operò , che Marc'Antonio Bolognese la intagliale in rame ,d che da Marc'An^
tonio fù fatto con molta diligenza, & il Papa donò a Baccio,per ornamento del-
3#cciòe fatto la sua virtù,vn Cavalierato ni San Pietro . Dopo questo tornatosene a Firenze,
dpi Papaia trouò G o. Francefco Rullici , suo primo Maestro , che dipingeua vn'historia di
Killer di san vna conuersione di S^Paolo; Per la qual colà prese a fare, a concorrenza del suo
P$etro^ Maestro , in vn cartone >vna figura ignuda d'vn S. Giouanni giouane neldeser-
^fy"!""°r" to>'l quale tiene vn'Agnello nel braccio sinistro ,&. il deliro alza al Cielo. Fat-
m^ s'9":e co dipoi fare vn quadro, si misé a colorirlo, e finito che fù ,lo pose a mossra sù la
'" "bottega di Mchelagnolo suo padre,dirimpetto allo sdrucciolo,che viene da Or-
'" ' sanmichele in Mercato nuouo. Fù da gli Artefici lodato il disegno, ma il colori-
5^4 il 'Glorio
Temane info, to non molto,per bavere del crudo,e non con bella maniera dipinto;,ma Baccio
riore a! &so. lo mandò a donare a Papa Clemente, % egli lofece porrein guardarobba, do-
ucancorahoggi si crocia , Era sino al tempo di Leone Decimo statocauato a
Ca^
VI
ta^
zodi^
^^
ttf^
Daniele Gig'
focoie , ini
ifflà#
soche dicet
tutore, eh
. Me^
Papa demi
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remici
po/oafarc
@ta di Sani
fflibsW
topreandai
polente £
^Sagrata
polo molti ar
bollini
tonconenz
^Ilezza ser
,ilcoife'i
dinamo, 1
Milo il
bbfringeu
Bài tu
Boffice
hhffi
Digrignai
Eromper)
Chelagnolo
I1,era,che
Carnei
^esse,&
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