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Vasari, Giorgio; Evangelista Dozza (Erben) [Contr.]
Delle Vite De' più Eccellenti Pittori, Scvltori Et Architetti (Parte Terza Secondo Volume) — In Bologna: Presso gli Heredi di Euangelista Dozza, 1663

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https://doi.org/10.11588/diglit.72521#0167
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VITA DI TADDEO ZUCCHERO. ìi7
è dalla Voce di Giesù Christo, il quale figurò in vna gloria d'Angeli , in atte L» t^rf&&
punto, che pare che dica, Stulo, Saulo , perche mi perseguiti? Sono limila en- $ '"^ '/„
fe spauentati, e Ranno come insensati , e stupidi tutti isnoi, che gli Ranno d'in- ^'^^0 ftiw
corno. Nella volta dipinse a freseo dentro a certi ornamenti di ssocco tre storie ^'^
del medesimo Santo. In vna, quando essendo menato prigione a Roma , sbarca
neil'lsola di Malta,doue si vede, che nel far fuoco , se gli auenta vna Vipera alla
mano per morderlo , mentre in diuerse maniere Ranno alcuni marinari , quasi
nudi d'intorno alla barca. In vn'altra , è quando casèando della fineftra vno gio-
cane, è presentato a S.Paolo, che in virtù di Dio lo risuscita , e nella terza è lar
decollatone, e morte di elio Santo. Nelle faccie da basso sono , ùmilmente Lr
freseo due Rorie grandi. In vna S.Paolo, cheguarisce vno stropiato delle gam-
be, e nell'altra vna disputa, doue fà rimanere cieco vn Mago, che l'vna,e l'altra
fono veramente bellissime. Ma quest'opera essendò per la sua morte rimala im-
perfetta, l'hà finita Federigo qùesto anno ,esi è Scoperta con molta sua lodc_„,.
Fece nel medesimo tempo Taddeo alcuni quadri a olio, che dall' Ambasciatore
di quel Rè furono mandati in Francia . Essèndo rimaso imperfetto per la morte
del Salutati il Salotto del Palazzo de' Farnesi, cioè mancando due storie nell'en-
trata , dirimpetto al fineRrone, la diede a fare il Card. Sant' Agnolo Farnese a_^
Taddeo, che lo ccadusse molto bene a fine, ma non però passò Francesco,n<_,
anco 1'arriuò , nell 'opere fatte da lui nella medesima danza , come alcuni mali-
gni,& intridili erano andati dicendo per Roma, per diminuire con false calti- Seufa&Ta&t
nie la gloria del Salutati, e se bene Taddeo si difendete , con dire , che hàueuD^'* ,
fato rare il tutto a suoi garzoni, e che non era in quell'opera, di suamamo, k_,
non il disegno, e poche altre cole , non furono corali fcuse accettate , percioche
non si deue nelle concorrenze, da chi vuole alcuno superare, mettere in mano il
valore della sua virtù, e fidarlo a persone deboli, perochesi và a perdita manife
sta. Conobbe adunque il Card. Sant'Agnolo, huomo veramente di sommogiu<
dicio in tutte le cose, e di Somma bontà , quanto haueua perduto nella morter
del Saluiati -, imperoche se bene era superbo, altiero, e di mala natura , era nel-
lecose della Pittura veramente eccellentissimo. Ma tutrauia essendo mancati ssori/,b
in Roma i più eccellenti, si risoluè quel Signore, non ci essendo altri, di dare a^ ntfall@4
dipignere la Sala maggiore di quel Palazzo a Taddeo ,il quale la prefe volentie- T^m
ti,con Speranza di hauere a mostrare con ogni sforzo, quanta folle la virtù , e Sa-
per suo. Haueua già Lorenzo Pucci Fiorentino Cardinal Santiquattro, fatta fa*
re nella Trinità vna Capella, e dipignere da Perino del Vaga tutta la volta , Or
fuori certi Profeti, con due putti, che teneuano l'arme di quel Cardinale. Mar
emendo rimala imperfetta, e mancando a dipignersi tre facciate, morto il Cardi-
nale, que'Padri Senza hauer rispetto al giusto, e ragioneuoli , venderono all' Are
ciueseouo di Corfù la detta Capella ,che fù poi data dal detto Arciuefcoirò a di*
pignere a Taddeo. Ma quando pure per qualche cagione, e ri Spetto della Chie-
sa ,fusse Rato ben fatto trottar modi di finire la Capella , doueuano almeno in^
quella parte che era fatta j'nonconsentire , che si leuasie l'arme del Cardinale,
perfatui quella del detto Arciuefcouo , la quale poteuano mettere in altro luo-
go, enonfar ingiuria così manifesta alla buona mente di quel Cardinale. Per
hauersi dunque Taddeo tanpopere alle mani,ogni di Sollecitarla Federigo a tor-
natine da Venetia. Il quale Federigo dopo hauer finita la Capella del Patriarca
era in prattica di torre a dipignere la facciata principale della sila grande del
Consiglio , doue già dipinfe Antonio Venctiano. Ma legare, eie contrarietà,
che
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