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Vasari, Giorgio; Carlo Manolessi Erben [Mitarb.]
Delle Vite De Piv Eccellenti Pittori, Scvltori Et Architetti (Parte Prima, e Seconda) — In Bologna: Per li Manolessi Stampatori Camerali, 1681

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https://doi.org/10.11588/diglit.72518#0047

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ARCHITETTVRI

1,

Del modo di sare i T?aitimene dicommesso. Cap. VL

TVtte le cose, che trottar si poterono , gli antichi ancoraché con difficoltà in
ogni genere, ole ritrovarono, o di ritrovarle cercarono, quelle dico, ch'al-
ia villa degli huomini vaghezza , e varietà indurre potertelo ; trovarono dunque
fra 1'altre cose belle , i pavimenti di pietre spartici con varij mirti di porfidi,Ser- Lauo^ dite
pentivi, e graniti, con tondi , e quadri ,& altri (paramenti , onde s'imagin irono, cimenti ^
che fare si potessero fregi, fogliami, & altri andari didisegni, e figure . Onde per ""'' "e/, ^s,
poter meglio ricevere l'opera tal lavoro , tritavano i marmi; accioche ertendo ^e*e'mtfi
quelli minori potessero, per locampo, e piano con essi rigirare in tondo, e dirit- de"omféfam
to , & a torto , secondo che veniualor meglio : e dal commettere insieme quelli
pezzi lo dimandarono molàico . E ne i pavimenti di molte loro fabbriche le ne
seruirono: come ancora veggiamo all'Antoniano di Roma, & in altri luoghi, do-
ve si vede il musaico lavorato co quadretti di marmo piccioli;conducendo foglia-
mi, maschere,&: altre bizzarrie,e con quadri di marmo-bianchi,& altri quadretti
di marmo nero fecero il campo di quelli. Quelli dunque si lavoravano in tal mo- Modo dito,
do . Faceuasi lotto vn piano di stucco fresco di calce , e di marmo, tanto grosso, "^^
che bastasse per tenere in sei pezzi commessì fermamente , sinche fatto presa si
potessero (pianar di sopra ; perche facevano nel seccarsi vna presa mirabile , &
vno smalto marauiglioso , che ne l'vso del caminare , ne l'acqua non gli offende-
va. Ondeessendo quella opera in grandidima consideratione venuta , gl'inge-
gni loro si misero a speculare più alto;essendo facile a vnainuentione trovata ag- Mussici piò
giugner sempre qual cola di bontà . Perche fecero poi i musaici di marmi più sutilmente to
fini , e per bagni, e per rtufe i pavimenti di quelli , e con più lottile magirtero, e morati imi.
diligenza quei lavoravano sottilissìmamente, facendoli pesci variati ,& imitando tA"d° '* ''''.
la Pittura con varie sorti di colori atti a ciò più specie di marmi;mescolando anco
fra quelli alcuni pezzi triti di quadretti di musaico di olsa di pesce,c'hanno la pel-
le lustra. E cosi vivamente gli facevano , che l'acqua portavi di sopra, velandoli,
purché chiara forte , gli faceva parere viuissimi ne i pavimenti , come se ne vede
in Parione in Roma in casa di M.Egidio, e Fabio Sarto. Perche parendo loro que-
lla vna Pittura da poter reggere ali'acque,& a iventi,& al Sole per l'eternità sua;
e penando, che tale opra molto meglio lontano,che d'apprello ritornerebbe»;
perche così non si seotgerebbono i pezzi, che'l musaico d'appresso fà vedere, or-
dinarono per ornar le volte , e le pareti de i muri , dove tai cose si haueuano a ve-
der di lontano. E perche lustrassero, e da gl'humidi,& acque si difendertelo pen-
saiono tal cola douersi fare di vetri; e così gli misero in opra: e facendo ciò bellis-
simo vedere,ne ornarono i tempij loro,& altri luoghi; come veggiamo hoggi an-
cora a Roma il tempio di Bacco, & altri. Talché da quelli di marmo derivano
querti, che si chiamano hoggi musaico di vetri. E da quel di vetri s'è partato al
musaico di gusei d'huouo; e da quelli al musaico del farle figure, e le storie di
chiaro scuro pur di commertì, che paiono dipinte ; come tratteremo al suo luogo
nella Pittura?

Se ne seruiro-
no in opere ve®
òbito da Ion«
tano sacendoli
dì vetri.

Altri musso
CI.
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