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Vasari, Giorgio; Carlo Manolessi Erben [Contr.]
Delle Vite De Piv Eccellenti Pittori, Scvltori Et Architetti (Parte Prima, e Seconda) — In Bologna: Per li Manolessi Stampatori Camerali, 1681

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https://doi.org/10.11588/diglit.72518#0074

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J4 1/L L L A
vede tante opere lauorate da' moderni, i quali con somma gratin , e bellezza han-
no adornato le fabbriche più notabili di tiitta l'Italia; che gli antichi rimangono
vinti di grande spatio. L'ultima finalmente lauora d'acquerello in sùlo stucco,
campando il lume con elio , & ombrandolo con diuersi colori. Di tutte quelle
sorti, che si difendono assai daltempo , se ne veggono delle antiche, & infiniti
luoghi a Roma , & a Pozzuolo vicino aNapoli. Équesta vlcima sorte si può an-
co benislìmo lauorare con colori sodi a fresco, lasciando lo stuccp biaco per cam-
po a tutte quelle, che nel vero hàno in se bella gratia,e fià elle si mescolano pae-
11, che molto danno loro dell'allegro ; e cosi ancora storiette di figure piccioli co-
lorite . E di quella sorte hoggi in Italia ne sono moki maestri, che ne fanno pro.
feffione, & in elle sono eccellenti .

Del modo del mettere d'oro a bolo , & a mordente , & altri modi.
Cap. XXriII.
BV veramente bellislimo segreto , & inuefligatione soffistica il trouar modo ,
che l'oro si battete in fogli si sèrtilmente , che per ogni migliaio di pezzi
Coro s facci battuti, grandi vifottano di braccio per ogni verso,bastasse frà l'artificio, e l'oro,
l'indoratura, il valore soto di sei seudi. Ma non fù punto meno ingegnosa cobi , il trouar mo-
do , a poterlo talmente difendere (opra il gelso , che il legno , od altro aseostoui
sotto , patelle tutto vna massa d'oro. Il che si fa in quella maniera . Ingessasi il
legno con gelso sottilissimo , impalato con la colla piu tolto dolce , che cruda, e
vi li dà sosta grosso più mani, secondo eh e il legno è lauorato bene, òmale. In
oltre raso il gelso, e pulito, con la chiara dell'vouo schietta , sbattuta sertilmente
con l'acqua clero otri, si tempera il bolo armene, macinato ad acqua sottilissima-
mente. Etifa il primo acquicolo, ò vogliamo dirlo liquido, e chiaro, e l'altro
Delirrnhta aFPrc's° I™ corpulento . Poi si dà con else almanco tre volte (opra il lauoro,
lino che e'topgliiper tutto bene. E bagnando dimano in mano con vn pennel-
Doratura a '° con^qua pura dono è dolo il bolo, vi si mette sù l'oro in foglia, il quale subito
mortone. 'appicca a quel molle , E quando egli è soppasso, non lecco, si brunisce con vna
zanna di cane, ò di lupo, sinche e'diuenti lucrante, e bello. Dorali ancora in vn'-
altra maniera , che si chiama a mordente , il che si adopera ad ogni sorte di cose,
pietre, legnatele, metalli, d'ogni spetie, drappi , e corami ; e non si brunisee co-
me quel primo. Quello mòrdente ,the è la maesira, che lo tiene, li fà di colori
seccaiicci a oglio di varie sorti, e di oglio cotto con la vernice dentroui ; e dalli in
, sui legno, che hà battuto prima due mani di colla. E poiché il morde te è dato
c°''"°" mentre, che egli è fresco, ma mezo lecco, vi si mette sù l'oro in foglie.
nmcddimosi può fare ancora con l'orminiaco,quando s'hàfretta , attesoche_,
''mentre si dà è buono. E quello serue più a fare selle , arabesehi, & altri orna-
menti, che ad altro . Si macina ancora di quelli fogli in vna tazza di vetro con vn
poco di mele, e di gomma, che serii e aiminiatori, & a infiniti, che col pennello
si dilettano fare proibii, e sottilissimi lumi nelle pitture. Elutti quelli sono beh
Assimi segreti, ma per la copia di elsi, non se ne tiene molto conto.

Del
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