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Vasari, Giorgio; Carlo Manolessi Erben [Contr.]
Delle Vite De Piv Eccellenti Pittori, Scvltori Et Architetti (Parte Prima, e Seconda) — In Bologna: Per li Manolessi Stampatori Camerali, 1681

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https://doi.org/10.11588/diglit.72518#0087

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dubbie come le nossre,e sorsè più, e per il più bisogna sondare il giudicio di tali cofe
in siile conietture; che ancor non sieno talmente deboli, che in 'tuttosi scofino dal
segno : io credo non mi esser punto partito dal verone penso, che ogni vno che que- Principio et
staparte vorrà diseretamente considerare ; giudicherà, come io ,quando dito^ra '"" "'">
io dissidi principio di queste arti esiere siata l'istessanatura, e l'innanso modello , ^*^^e
la bellissimasabbrica del mondo,& il maestro, quel diurno lume, insoio per gratia
singulare in noi, il quale nonsolo ci bàsattisuperiori alli altri animali ; mutali
(je è lecito dire) a Dio. Ese ne'tempi nosiri si è veduto ( come io credo permolti
esempi, poco innanzi poter mossrare ) che isemplici sanciulli, e resamente alle'-
nati ve' bosehi, in sull'esempio solo di quefie belle Pitture,e Sculture della natura;
con la vivacità del loro ingegnosa persesteffi hanno cominciato a difegnare;quso
to più si può,e debbe versinamente penjare, qve' primi buomini, i quali , quanto
manco erano lontani daljuo principio,e diurna generatone tanto erano più Perset-
ti, e di migliore ingegno ; effi da per loro , hauendo per guida la natura: per mae-
stro l'intelletto purgatifimo ; per efempio si vago modello del mondo , bauer dato
origine a queste nobilifome Arti; e da picciol principio a poco a poco migliorando-
le, condottele sinalmente a persezione ? Tgpn voglio già negare, che e'non siata-
to vn primo, che cominciale, che io sò molto bene, d?e è bqogno,cbe qualche vol-
ta,e da qualcuno venisse il principio ; ne anche negherò efere siato po libile , che Le dette arte
ito aiutane L'altro,& insere , & aprile la via al difegno, al colerei rilievo, ^ imitari
perche io so, che 1 ^rte nofera e tutta imitazione della 'Natura, principalmente, e ''^l* nttu
poi, perche uà fenonpuosalir tanto alto delle cose,che da quelli,che miglior Mae- "'•
sri dijegiudica , sono condotte. Ma dico bene , che il volere determinatamente
affermare chi cofano cofloro susero è cossa molto pericolosi a giudicare^ sorfè po^
co ucceferia afapere, poiché vegliamo la vera radice, & ordine donde ella na-
ste . 'Perche poiché delle opere, che sono la vita, e la sama dèlli Artesici, le pri-
me, e di mano in mano le seconde , e le terge , per il tempo , che consuma cinico-
sa venner manco , e non emendo allhora chi scriuesse , non potettonoesiere alman-
co per quella via conofeiute da pofleri ; Vennero ancora a esiere incogniti gli Ar-
tesici di quelle; Ma da che gli scrittori, cominciarono a sar memoria delle cose
sate innanzi a loro , non potettono già parlare di quelli , de quali non battevano
potuto batter notitia, in modo, che primi appo loro vengono a esser quelli;de quali
era siata ultima a perdersi la memoria. Si come il primo de' Poeti, per consenso
commise si dice esser Homero ; non perche innanzi a lui non ne susse qualcuno,
che nesurono,se bene non tanto eccellenti , e nelle co(efue istesse si vede chiaro,
ma perche di quei primi tali quali essi surono, era perfagià due mille anni sà^ni
coglione . Però lasdando quefla parte indietro; troppo per l'antichità sua incer-
ta , vegliamo alle cofe più chiare della loro persettione,e rovina, e resauratione,
eper dir meglio rinaseita , delle quali con molti miglior sondamenti potremo ra-

giovare•
Dico adunque , essendo però vero , che elle cominciassero in Roma tardi , se le
prime sigure surono come s dice il simulacro ai Cerere satto di metallo , de'beni
di Spurio Cassio . Il quale perche macbinauadi sai si Rè,sù morto dal propriogPa-
dre, senga rispetto alcuno . Che se bene continuarono l'Arti della Scultura^ del-
la Pittura insino alla consumatione de' dodici Cefori, non però continuarono ir
quella persezione, e bontà , che battevano havuto innanzi ; cerche svece negli
ediseis che secero, succedendo Pvno all'altro gl'Imperat ori , che ogni giorno que-
^ ^ ^r" declinando, venivano a poco a poco perdendo l'intera persezione del
r'' ^ ^gno , Edi ciò posono rendere chiara tessimonian^ l'onere di Scultura , e
^^ i z d°Ar-

Pittura, e
Scub^r^ TO^
Linciarono in
Roma tardi.
Non continue
tono in ^erfa©
none.
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