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Vasari, Giorgio; Carlo Manolessi Erben [Mitarb.]
Delle Vite De Piv Eccellenti Pittori, Scvltori Et Architetti (Parte Prima, e Seconda) — In Bologna: Per li Manolessi Stampatori Camerali, 1681

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https://doi.org/10.11588/diglit.72518#0161

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prime finsero goffe , ne fanno fede come s e detto alerone alcune , che sono sopra
porta principale di S.Paolo di Firenze,& alcune,che di pietra sono nella Chi -
sa d'Ogni Santi, le quali sono così fatte, che più tolto muouono a tiso coloro, che
le mirano, che ad alcuna marauiglia, ò piacere. Et certo è ,che l'arte della Scul-
tura si può molto meglio ritrouare, quando si perdesse 1'esser delle statue, hauen-
do gl'huomini il viuo, & il naturale , che è tutto tondo, come vuol ella : che non
può l'arte della Pittura ,non essendo così pretto , e facile il ritrouare 1 bei dintor-
nbela maniera buona, per metterla in luce. Le quali cose nell'opere, che fanno
iPittori, arrecano maestà, bellezza , grazia, & ornamento. Fùin vna cola, alle
fatiche d'Andrea fauoreuole la fortuna : perche emendo state condotte in Pisa ,
come si è altroue detto , mediante le molte vittorie , che per mare hebbero i R-
sani, molte anticaglie , e pili, che ancora sono intorno al Duomo, & al Campo
Santo , elle gli fecero tanto giouamento, e diedero tanto lume , che tale non lo
potette hauer Giotto , per non si edere conseruate le pitture antiche tanto quan-
to le Sculture. E se bene sono spedo le statue delhure da fuochi, dalle rouine,
iedal furor delle guerre , e sotterrate, e trasportate in diuersi luoghi, si riconosee
nondimeno da chi intende , la differenza delle maniere di tutti i paesi, come per
esempio, la Egizia è lottile, e lunga nelle figure, la Greca è artificiosi , e di molto
sttidio negl'ignudi, e le tette hanno quali vn'aria medesima . E 1'antichislìma To-
sana difficile ne'capeli, & alquanto rozza. De' Romani, (chiamo Romani, per
la maggior parte quelli, che poi, che fù soggrogata la Grecia,si conducono a Ri-
ma, doue ciò che era di buono, e di bello nel mondo fù portato) quella dico è ta-
to bella per l'arie, per l'attitudini, pe' moti, per gl'ignudi, e per i panni, che si può
dire,che egl'habbiano canato il belio da tutte l'altre prouincie,e raccoltolo in vna
sola maniera, perche la ha com'è, la miglior, anzi la più diuina di tutte l'altre . Le

Ini quali tutte belle maniere, & abbellendo spente al tempo d'Andrea quella era_^
ffli solamente in vso, che dai Gotti, e da' Greci gossi, era siata recata :.. Toseana,on-

VITA D'ANDREA PISANO
,no in n^do bonomie prende ^^^ Lefefr
che non gl increbbe cambiare patria, parenti , facoltà, & nmtà A t4. Ltin, "^nto la % .
molto quella difficoltà, chebaueuano hauuto nella Scultura i n^fi "i '°U° ^'" "ea^
Stimma lui,le Sculture dedali erano sì rozz, ^^^ '"f° !% '"°'CT
t^naepùffc
esimente ebe
la Pittura.
/ le^ 4 imor%
e buona mfr
mera Grecano
^e/Ufa/le^
za, gratto,,
nameveo alla
Pittura.
Fà digrdgie.
aumento in
darli lame
buona manie,
ri In uso de
pili amichi.
Per qualù^gg
dano che fa.
cede alle fa.
tue d'agni me.
do siconfa la
diuersità delle
maniere.
Egiziaci,
t^reca» To/ca^
na. Romana.
Maniera Re.
mana più ec.
cellete^e diui.
n% dell altre»
Dette maniere
eranofreme al

1

de egli,considerato il nuouo disegno di Giotto, e quelle poche anticaglie, che g/-
erano note > in modo assottigl ò gran parte della grossezza di si seiaurata maniera
col suo giudicio,che cominciò a operar meglio,& a dare molto maggior bellezza

Gittica,e Gre^
cag°so•

tipo d'Andrea
()Rh alle cose,che non haueua fatto ancora nessun altro in quell'arte , inlinoa itempi e%°l° m^
suoi.Perche, conosciuto l'ingegno,e la buona prattica,e deprezza sua,fù nella pa- """"e"*
tria aiutato da molti, e datogli a fare, essendo ancora giouane , a S. Maria a Ponte
„ alcune figurine di marmo, che gli recarono così buon nome, che fù ricerco con °&fca bue.
^lift indanza'grandidima di venire a lauorate a Firenze per l'opera di S.Maria del Fio- @ dmgeg^b
''"";; re> c'ie baueua, essendosi cominciata la sacciata dinanzi delle tre porte, carestia di pratica, e de.
'’^'ti Maestri , che fecero le Itone , che Giotto haueua dileguato pel principio di detta ftrefy.
fabrica. Si condusse adunque Andrea a Firenze in seruigio dell' opera detta. E F^ ricerco per
perche disiderauano in quel tempo i Fiorentini renderli grato, & amico Papa Bo- I^™^ "e",
nifacio VIII. che allora era sommo Pontefice della Chiela di Dio , vollono, che M'"d%i0r;
ce<; inanzia ogni altra cosa Andrea facesle di marmo, e ritraete di naturale detto F^reQ'or^:
Pontefice . La onde messo mano a questa opera, non restò, che hebbe finita la fi- nano il ritrai
gura del Papa>& vn S. Pietro,& vn,S. Paolo, che lo mettono in mezode quali tre to di Papa Be-
I figure nfeio VMG

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