VITA DI AGNOLO GADDI. n5
Orbino, & aC^^ di Casello molte bell'opere; E Stefano da Verona, il quale _, Stesano dare
ìu,\ dipinte in fresco perfettissimamente, come si vede in Verona sua patria in più r^ Dipitfe
'" 1 ^hi, & in Mantoa ancora in molte lue opere. Costui fralaltre cole fù Eccel- ™ "efa Per'
&''^ lente nel fare con bellissimearie i volti de'putti, dellefemine , e de ' vecchi come fe"am0"e, e
''M si può vedere nell'opere sue, le quali furono imitate , e ritratte tutte da quelPie-
0'% (oda Perugia Miniatore, che miniò tutti i Libri, che sonoa Siena in Duomo
,,\ nella Libreria di Papa Pio, eche colori in sreseo prattic
r°tte,& iA
sù eccellente
in formar I'l
! F^
n°n Ify
^q
M^
Dnna,vnk
kfiata ridi
UV""- U \ t rtede volte de
nella Libreria di Papa Pio, eche colori m freseo pratticamente. Fu anche disee- i pmtnefeso
polo d'Agnolo , Michele da Milano,eGiouanni Gaddi suo fratello , il quale nel ne , e vecchi,
chostro di S.Spirito, doue sono gl'Archetti di Gaddo, e di Taddeo,fece la dispn- Pietro da Pe-
ta di Christo nel Tempio con i Dottori, la Purificatone della Vergine , la Tenta- rugia minia*
rione di Chiotto nel Deserto^ il Battemmo di Giouanni,e finalmente emendo in l°rf> epratico
espettatione gràdiVima,si morì. Imparò dal medesimo Agnolo la Pittura Cenino c°L°"tore &
di Drea Cennini da colle di Valdelsà, il quale ,come affezionatissimo dell'arido 'cestino fcol -
fcrisleinvn Libro di sua mano, i modi del lauorare, a freseo , a tempera, a colla, „ "d'Asolo
&agomma, &in oltre, come si minia, e come in tutti i modi si mette d'oro . Il fcrtffe v» Li-
quii libro è nelle mani di Giuliano Orefice Sanese ecc.maestro,& amico di quell' bro di lavori
arti. E nel principio di quello suo Libro trattò della natura de'colori,così mine- re Pitture in
rali ,come di cane , secondo , che impaiò da Agnolo suo Maestro , volendo, poi divedi modi,
che forsè non gli riusei imparare a perfettamente Dipignere, sapere almeno le
maniere decolori, delle tempere, delle colle, e dello ingeslare , e da quali colori
douemoguardare , come dannosi nel mescolargli,& in ìomma molti altri auuer-
timenri, de'quali non fà bisogno ragionare, essendo hogginotissime tutte quelle
cole, che costui hebbe per gran secreti, e rarissime in que' tempi. Non lascierò Colende qua^
di dire, che non fà menzione, e forfe non doueuano edere in vso , d'alcuni colo- li mancavano
ri di catte, come, terre rosse seure, il cinabrese , e certi verdi in vetro , si sono si- ' Pittori anti^
mdmente ritroviate poi, la terra d'ombra, che è di caua, il giallo Santo, gli sinal- ''"•
ti a freseo, & in olio; & alcuni verdi, e gialli in vetro , de' quali mancarono i Pit-
tori di quell'età. Trattò finalmente de'Musaici, del macinare i colori a olio , per Lavori di Cen
w^
asterfeù
diboi#
inate^
Agnolo difee*
anni 24
^cliCT
t^
'01^°" ;
uni
far campi, 10111 , azurri , verdi, e d'altre maniere : E de'mordenti, per mettere, nino.
d'oro,ma non già per sigure . Oltrel'opere, che costui lauorò in Firenze col suo Dice di rè ef*
Maellro: E di sua mano sottio la loggia dello Spedale di Bonifazio Lupi, vna No- ferftfto dodici
stra Donna con certi Santi di maniera sì colorita, ch'ella si è insino a hoggi molto ann'fc°toe
bene conseriiata . Questo Centino nel primo Capitolo di detto suo Libro , par- ?"',',;
landò di se stesso, dice quelle proprie parole. Cennino di Drea Cennini da Colle àgnolo 'disee'*
di Valdelsa fin informato in nella detta Arte dodici anni , da Agnolo di Taddeo di Giotto
da Firenze mio Maestro ,il quale imparò la detta Arte da Taddeo suo padre : Il
quale fù battezzato da Giotto, e fù suo discepolo anni ventiquattro. Il quale _> Giotto mute
'oi^ Gioito rimutò l'arte del dipignere di greco in latino,e ridusTe al moderno,e beb- la mamera
C be certo più compiuta, ch^hauesse mai nesluno. Quelle sono le proprie parole ^ dipignere
di Cennino , al quale parue, si come fanno grandissimo benefizio quelli , che di d'^reca >
greco traducono in latino alcuna cosa, a coloro, che il greco non intendono : che ^ mot
cosi tacelle Giotto, in riducendo l'arte della Pittura, d'vna maniera non intesa ne „'so^ Auto*
conoseiuta da nessuno (se non se forse, per goffissima) a bella , facile , a piaceuo- re,
lissima maniera , intesa , e conoseiuta per buona di chi hà giudicio , e punto del Valore di roso
'$i°neuole. I quali tutti discepoli d'Agnolo gli fece honore grandissimo,& egli ba lattata da
"^i figliuoli suoi, ai quali , si dice lascìò il valore di cinquanta milla fiorini 0 Agnolo , efa
pili, sepellko in Santa Maria Nouella, nella sepoltura,che egli medesimo haueua sepoltura.
P 2 fatto
Orbino, & aC^^ di Casello molte bell'opere; E Stefano da Verona, il quale _, Stesano dare
ìu,\ dipinte in fresco perfettissimamente, come si vede in Verona sua patria in più r^ Dipitfe
'" 1 ^hi, & in Mantoa ancora in molte lue opere. Costui fralaltre cole fù Eccel- ™ "efa Per'
&''^ lente nel fare con bellissimearie i volti de'putti, dellefemine , e de ' vecchi come fe"am0"e, e
''M si può vedere nell'opere sue, le quali furono imitate , e ritratte tutte da quelPie-
0'% (oda Perugia Miniatore, che miniò tutti i Libri, che sonoa Siena in Duomo
,,\ nella Libreria di Papa Pio, eche colori in sreseo prattic
r°tte,& iA
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UV""- U \ t rtede volte de
nella Libreria di Papa Pio, eche colori m freseo pratticamente. Fu anche disee- i pmtnefeso
polo d'Agnolo , Michele da Milano,eGiouanni Gaddi suo fratello , il quale nel ne , e vecchi,
chostro di S.Spirito, doue sono gl'Archetti di Gaddo, e di Taddeo,fece la dispn- Pietro da Pe-
ta di Christo nel Tempio con i Dottori, la Purificatone della Vergine , la Tenta- rugia minia*
rione di Chiotto nel Deserto^ il Battemmo di Giouanni,e finalmente emendo in l°rf> epratico
espettatione gràdiVima,si morì. Imparò dal medesimo Agnolo la Pittura Cenino c°L°"tore &
di Drea Cennini da colle di Valdelsà, il quale ,come affezionatissimo dell'arido 'cestino fcol -
fcrisleinvn Libro di sua mano, i modi del lauorare, a freseo , a tempera, a colla, „ "d'Asolo
&agomma, &in oltre, come si minia, e come in tutti i modi si mette d'oro . Il fcrtffe v» Li-
quii libro è nelle mani di Giuliano Orefice Sanese ecc.maestro,& amico di quell' bro di lavori
arti. E nel principio di quello suo Libro trattò della natura de'colori,così mine- re Pitture in
rali ,come di cane , secondo , che impaiò da Agnolo suo Maestro , volendo, poi divedi modi,
che forsè non gli riusei imparare a perfettamente Dipignere, sapere almeno le
maniere decolori, delle tempere, delle colle, e dello ingeslare , e da quali colori
douemoguardare , come dannosi nel mescolargli,& in ìomma molti altri auuer-
timenri, de'quali non fà bisogno ragionare, essendo hogginotissime tutte quelle
cole, che costui hebbe per gran secreti, e rarissime in que' tempi. Non lascierò Colende qua^
di dire, che non fà menzione, e forfe non doueuano edere in vso , d'alcuni colo- li mancavano
ri di catte, come, terre rosse seure, il cinabrese , e certi verdi in vetro , si sono si- ' Pittori anti^
mdmente ritroviate poi, la terra d'ombra, che è di caua, il giallo Santo, gli sinal- ''"•
ti a freseo, & in olio; & alcuni verdi, e gialli in vetro , de' quali mancarono i Pit-
tori di quell'età. Trattò finalmente de'Musaici, del macinare i colori a olio , per Lavori di Cen
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Maellro: E di sua mano sottio la loggia dello Spedale di Bonifazio Lupi, vna No- ferftfto dodici
stra Donna con certi Santi di maniera sì colorita, ch'ella si è insino a hoggi molto ann'fc°toe
bene conseriiata . Questo Centino nel primo Capitolo di detto suo Libro , par- ?"',',;
landò di se stesso, dice quelle proprie parole. Cennino di Drea Cennini da Colle àgnolo 'disee'*
di Valdelsa fin informato in nella detta Arte dodici anni , da Agnolo di Taddeo di Giotto
da Firenze mio Maestro ,il quale imparò la detta Arte da Taddeo suo padre : Il
quale fù battezzato da Giotto, e fù suo discepolo anni ventiquattro. Il quale _> Giotto mute
'oi^ Gioito rimutò l'arte del dipignere di greco in latino,e ridusTe al moderno,e beb- la mamera
C be certo più compiuta, ch^hauesse mai nesluno. Quelle sono le proprie parole ^ dipignere
di Cennino , al quale parue, si come fanno grandissimo benefizio quelli , che di d'^reca >
greco traducono in latino alcuna cosa, a coloro, che il greco non intendono : che ^ mot
cosi tacelle Giotto, in riducendo l'arte della Pittura, d'vna maniera non intesa ne „'so^ Auto*
conoseiuta da nessuno (se non se forse, per goffissima) a bella , facile , a piaceuo- re,
lissima maniera , intesa , e conoseiuta per buona di chi hà giudicio , e punto del Valore di roso
'$i°neuole. I quali tutti discepoli d'Agnolo gli fece honore grandissimo,& egli ba lattata da
"^i figliuoli suoi, ai quali , si dice lascìò il valore di cinquanta milla fiorini 0 Agnolo , efa
pili, sepellko in Santa Maria Nouella, nella sepoltura,che egli medesimo haueua sepoltura.
P 2 fatto