nenee della
Chiesa#
Giouanni Me
dici muore e
Cosimo suosi
gfóuosofe pro^
&w0»i,
' ITA murar
sogo al cote.
228 SECONDA PARTE
ti ,& il luogo, & a tanti nobili sepoltuarij , che vedendoui cominciare,seguit^
, ranno le lor Captile, con tutto quel , che potranno , e massimamente , che altro
fi er disili "CO'''0'" n°' non retta» saluo le muraglie , che rendonotestimonio di chi n'è sta-
'sa,: to autore » centinaia , e migliaia d' anni. Inanimito Giouannùdalle parole di Fi-
sti^'el rima. ÙPP°> deliberò fare la Sagrestia, e la Capella maggiore , insiemecon tutto il cor-
po dellaChiesa , se bene non volsono concorrere altri , che sette calati appunto ,
perche gli altri non haueuano il modo, e furono quelli, Rondmelli ,Ginori dalla
Stufa, Neroni, Cimi, Marignolli, Martelli , e Marco di Luca, e queste Capellesi
haueuono a fare nella Croce • La Sagrestia fù la prima cosa a tirarli inanzi , e la
Chicsa poi li mano in mano. Bper la lunghezza della Chiesa si venne a conce-
dere poi di mano in mano le altre Capelle a' Cittadini pur popolani. Non fù fi-
nita di coprire la Sagrestia , che Giouanni de' Medici passò a l'altra vita ,è rimale
. „ Cosimo suo figliuolo, il quale hauendo maggior animo, che il padre, dilettandost
" '"" 'e"e memorie, fece Seguitar, quella, laquaìe fòla prima cosa ,ch' egli facess^o
murare, e gli recò in tanta delettazione, che egli da quitti inanzi, sempre fino al-
la morte fece murare . Sollecitaua Cosimo quella opera con più caldezza,e men-
tre s'imbastiua vna cosa, faceua finire l'altra . Et hauendo preso per ispassò que-
sta opera, ci staua quali del continuo ; e causò la sua sollecitudine, che Filippo for-
FilWoccmph ni [a Sagrestia, e Donato fece gli stucchi, e così aquelle potticciuole 1' ornamento
£ tDon": " Ptetra> ale porte di bronzo. E fece far la sepoltura di Giouanni suopadr<_,,
^fà lavori. '°"° vna gran tauola di marmo retta da quattro balaustri in mezo della Sagre-
Sephurm di ^ia » doue si parano i preti : e per quelli dicala sua nel medesimo luogo fece fea
parata la sepoltura delle femine, da quella de' maschi. Et in vna delle due stan-
zette, che mettono in mezo l'Altare della detta Sagrestia fece in vn canto vn^
pozzo, & il luogo per vn lauamini . Et in somma in quella fabbrica si vede ogni
cosa fatta con molto giudicio. Haueuano Giouanni, e quelli altri ordinato fare
il coro nel mezo, sotto la tribuna ; Cosimo lo rimutò col voler di Filippo , ch^_,
fece tanto maggiore la Capella grande , che prima era ordinata vna nicchia più
picciola, che e'vi si potette fare il coro, come (là al presente : e finita, rimale a fa-
re la tribuna del mezo,& il resto della Chiesa. La qual tribuna, & il redo , non?
si voltò se non doppo la mortedi Filippo . Questa Chiesa èdilonghezza braccia
JErnre di chi ^44>e vi si veghono molti errori , ma frà gli altri quello delle colonne mede nel
wfe mano piane, senza metterei sotto vn dado,che lusse tanto alto,quanto era il piano delle
mila sbua base de' pilasti, posati in sù^e scale , cosa , chea! vedere il pilastro più corto, che
dopo la fua la colonna, fa parere zoppa tutta quell'opera. E di tutto furono cagione i consi-
^^ gli di chi rimale doppo 1 ui,che haueuono inuidia al suo nome,e che in vita gli ha-
ueuano fatto i mo selli contro, de' quali nientedimeno erano slati con sonetti fatti
da Filippo, suergognati ; e dopo la morte, con quello se ne vendicarono, non so-
to in quest'opera, mà in tutte quelle , che rimarono da lauorarsi per loro . Lafciò
il modello,e parte della calonaca de' preti di elio S. Lorenzo finita,nella quale fe-
ce il chiostro lungo braccia 144. Mentre,che questa fabbrica si lauoraua, Colimo
il disegno ^'Medici volerla far fare il suo Palazzo, e così ne dille l'animo fuo a Filippo,che
À, W^«o Po^i °gni altra cura da canto, gli fece vn belHIìmo,e gran modello per dettoPa-
&Cofano Me- lazzo,il quale situar voleua dirimpetto a S.Lorenzo sàia piazza intorno,intor-
&i. noisolato. Doue l'artisicio di Filippo s'era talmente operato, che parendo a Cofe
marroppo suntuosà , e gran fabbrica, più per fuggire 1' inuidia , che a spesa ; la-
Cofarro 'afa (ciò di gretterìa in opera .E mentre, che il modello lauoraua, sol'eua dire Filippo»
t^frfa che ringraziai la solte di tale occasione, hauendo a fare vna caia > di che haueua
hauuto
Chiesa#
Giouanni Me
dici muore e
Cosimo suosi
gfóuosofe pro^
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' ITA murar
sogo al cote.
228 SECONDA PARTE
ti ,& il luogo, & a tanti nobili sepoltuarij , che vedendoui cominciare,seguit^
, ranno le lor Captile, con tutto quel , che potranno , e massimamente , che altro
fi er disili "CO'''0'" n°' non retta» saluo le muraglie , che rendonotestimonio di chi n'è sta-
'sa,: to autore » centinaia , e migliaia d' anni. Inanimito Giouannùdalle parole di Fi-
sti^'el rima. ÙPP°> deliberò fare la Sagrestia, e la Capella maggiore , insiemecon tutto il cor-
po dellaChiesa , se bene non volsono concorrere altri , che sette calati appunto ,
perche gli altri non haueuano il modo, e furono quelli, Rondmelli ,Ginori dalla
Stufa, Neroni, Cimi, Marignolli, Martelli , e Marco di Luca, e queste Capellesi
haueuono a fare nella Croce • La Sagrestia fù la prima cosa a tirarli inanzi , e la
Chicsa poi li mano in mano. Bper la lunghezza della Chiesa si venne a conce-
dere poi di mano in mano le altre Capelle a' Cittadini pur popolani. Non fù fi-
nita di coprire la Sagrestia , che Giouanni de' Medici passò a l'altra vita ,è rimale
. „ Cosimo suo figliuolo, il quale hauendo maggior animo, che il padre, dilettandost
" '"" 'e"e memorie, fece Seguitar, quella, laquaìe fòla prima cosa ,ch' egli facess^o
murare, e gli recò in tanta delettazione, che egli da quitti inanzi, sempre fino al-
la morte fece murare . Sollecitaua Cosimo quella opera con più caldezza,e men-
tre s'imbastiua vna cosa, faceua finire l'altra . Et hauendo preso per ispassò que-
sta opera, ci staua quali del continuo ; e causò la sua sollecitudine, che Filippo for-
FilWoccmph ni [a Sagrestia, e Donato fece gli stucchi, e così aquelle potticciuole 1' ornamento
£ tDon": " Ptetra> ale porte di bronzo. E fece far la sepoltura di Giouanni suopadr<_,,
^fà lavori. '°"° vna gran tauola di marmo retta da quattro balaustri in mezo della Sagre-
Sephurm di ^ia » doue si parano i preti : e per quelli dicala sua nel medesimo luogo fece fea
parata la sepoltura delle femine, da quella de' maschi. Et in vna delle due stan-
zette, che mettono in mezo l'Altare della detta Sagrestia fece in vn canto vn^
pozzo, & il luogo per vn lauamini . Et in somma in quella fabbrica si vede ogni
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il coro nel mezo, sotto la tribuna ; Cosimo lo rimutò col voler di Filippo , ch^_,
fece tanto maggiore la Capella grande , che prima era ordinata vna nicchia più
picciola, che e'vi si potette fare il coro, come (là al presente : e finita, rimale a fa-
re la tribuna del mezo,& il resto della Chiesa. La qual tribuna, & il redo , non?
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wfe mano piane, senza metterei sotto vn dado,che lusse tanto alto,quanto era il piano delle
mila sbua base de' pilasti, posati in sù^e scale , cosa , chea! vedere il pilastro più corto, che
dopo la fua la colonna, fa parere zoppa tutta quell'opera. E di tutto furono cagione i consi-
^^ gli di chi rimale doppo 1 ui,che haueuono inuidia al suo nome,e che in vita gli ha-
ueuano fatto i mo selli contro, de' quali nientedimeno erano slati con sonetti fatti
da Filippo, suergognati ; e dopo la morte, con quello se ne vendicarono, non so-
to in quest'opera, mà in tutte quelle , che rimarono da lauorarsi per loro . Lafciò
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&Cofano Me- lazzo,il quale situar voleua dirimpetto a S.Lorenzo sàia piazza intorno,intor-
&i. noisolato. Doue l'artisicio di Filippo s'era talmente operato, che parendo a Cofe
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