SAGGIO
GEOMETRIA PRATICA
PER INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELL' ARCHITETTURA CIVILE
V/gni arte liberale ha un preciso bisogno della geometria. L' architettura ne
abbisogna più di ogni altra. Mancano i fondamenti di sua professione a quell'ar-
chitetto, che non possiede un sufficiente capitale di geometria. Quanto egli fa, sia
nel disegnare, sia nell' eseguire, dipende da questa madre scienza. Egli misura,
compone, divide, unisce le parti a tenore di giuste regole e norme, le dispone
con ordine, le adatta nelle positure convenienti, le accorda con opportune pro-
porzioni, le contorna con varie figure. Or chi non vede, che in tutte queste ope-
razioni è necessaria la geometria ? In vista di questa necessità, ci siamo determi-
nati a premettere un breve saggio di questa facoltà, affinchè serva di prepara-
zione all' architettura. Ce ne sapranno buon grado i principianti ai quali Io diri-
giamo, quando per esperienza ne conosceranno il vantaggio, o per dir meglio la
necessità.
CAPITOLO PRIMO
DEFINIZIONI
1. Il punto è un principio della estensione che non ha parti. La strada che
fa il punto passando da A in B chiamasi linea. La linea è retta o curva. Retta,
se applicando l'occhio ad un suo termine, non possono vedersi gli altri punti per
essere coperti da quel termine; A B fig. t. curva, se quel termine lascia gli altri punti
all' occhio cospicui ; C D, fig. 2. Si è scelta fra tutte questa definizione della linea
retta, perchè tutti i professori delle arti, appunto coli'applicare all'occhio le righe
giudicano se sicno dritte o no.
A». 3.
A
2. Se una linea retta ne incontra un'altra, le è perpendicolare quando non
pende a veruna parte. Le è inclinata ovvero obliqua , quando pende ad una
parte. A B è perpendicolare alla rotta C D, fig. 3. Ma 0 M è obliqua a D E, fig. 4. Se
due linee rette in un piano non s'incontrano mai, comunque prolungate, sono tra
loro parallele ; se prolungate s'incontrano, sono convergenti ad una parte, e di-
vergenti alla parte opposta. L 0 è parallela a G R, fig. 5. ma P Q è convergente
con B S verso i punti Q S, divergente verso i punti P 11, fig. 6.
GEOMETRIA PRATICA
PER INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELL' ARCHITETTURA CIVILE
V/gni arte liberale ha un preciso bisogno della geometria. L' architettura ne
abbisogna più di ogni altra. Mancano i fondamenti di sua professione a quell'ar-
chitetto, che non possiede un sufficiente capitale di geometria. Quanto egli fa, sia
nel disegnare, sia nell' eseguire, dipende da questa madre scienza. Egli misura,
compone, divide, unisce le parti a tenore di giuste regole e norme, le dispone
con ordine, le adatta nelle positure convenienti, le accorda con opportune pro-
porzioni, le contorna con varie figure. Or chi non vede, che in tutte queste ope-
razioni è necessaria la geometria ? In vista di questa necessità, ci siamo determi-
nati a premettere un breve saggio di questa facoltà, affinchè serva di prepara-
zione all' architettura. Ce ne sapranno buon grado i principianti ai quali Io diri-
giamo, quando per esperienza ne conosceranno il vantaggio, o per dir meglio la
necessità.
CAPITOLO PRIMO
DEFINIZIONI
1. Il punto è un principio della estensione che non ha parti. La strada che
fa il punto passando da A in B chiamasi linea. La linea è retta o curva. Retta,
se applicando l'occhio ad un suo termine, non possono vedersi gli altri punti per
essere coperti da quel termine; A B fig. t. curva, se quel termine lascia gli altri punti
all' occhio cospicui ; C D, fig. 2. Si è scelta fra tutte questa definizione della linea
retta, perchè tutti i professori delle arti, appunto coli'applicare all'occhio le righe
giudicano se sicno dritte o no.
A». 3.
A
2. Se una linea retta ne incontra un'altra, le è perpendicolare quando non
pende a veruna parte. Le è inclinata ovvero obliqua , quando pende ad una
parte. A B è perpendicolare alla rotta C D, fig. 3. Ma 0 M è obliqua a D E, fig. 4. Se
due linee rette in un piano non s'incontrano mai, comunque prolungate, sono tra
loro parallele ; se prolungate s'incontrano, sono convergenti ad una parte, e di-
vergenti alla parte opposta. L 0 è parallela a G R, fig. 5. ma P Q è convergente
con B S verso i punti Q S, divergente verso i punti P 11, fig. 6.