4 MUSEO PIO-CLEMENTINO
BASSI
RILIEVI
Questa mia opinione non è una semplice congettura. Gli Egizj che inven-
tarono Je lucerne, secondo Clemente Alessandrino (a), dovettero eziandio far uso
de candelabri , che servirono per sostenerle. Una prova che fosser noti i candelabri
agli Egizj è il vedere , che ne fu ordinato uno da Dio a Mosè , mentre tuttavia erra-
vano gli Ebrei pe deserti , ove non è verisimile che altri oggetti proponete loro
ad imitare , sennonchè quelli eh' eran familiari alle arti Egiziane , o Fenicie. Ora
il candelabro di Mosè era certamente Angolare pel dividerli che iaceva in sette
calami o scapi , ma ciaseuno di questi scapi conteneva , come appunto il primo
de' nostri, tre tazze o crateri (b ) , alternate da un anello o pomo, e da un fiore.
Dunque il Greco artefice non si partì dalla moda antichissima , e primitiva, alme-
no rispetto alla Grecia, nels ornare con varj piattelli, uno all' altro sovrapposto con bel
disegno , lo scapo del suo candelabro.
Né quest' ornamento era scevro di qualche utilità. Se facea d'uopo aver il lume
più basso, si potea seorciare il candelabro , togliendone una o due parti, e posandovi
su la lucerna. Potean servir quelle tazze per collocarvi gli utensili opportuni ad accen-
dere , conservare, e spegnere il lume (r) . Oltracciò ne candelabri domestici questa serie
di crateri impediva all' olio , sé ne versasse la lucerna , di spandersi ad imbrattare le parti
inferiori del candelabro , più soggette ad esser tocche , in particolare nel cangiarlo
di sito. I candelabri domestici ne più antichi tempi erano altisiìmi (d).
L'uso però de' nostri candelabri dovrà credersi certamente sacro , poiché ,
secondo Cicerone, la lor grandezza ci mostra efìfere ssati destinati a qualche tempio
o sacrario , di quelli sorsè compresi nella villa Adriana , dove nel secolo seorso
furono dissotterrati (?).
Di gran candelabri cossumati ne'templi possono darci idea que' due gran-
dinimi , che veggonsi nelle navi laterali del tempio di Venere Pafia in varj me-
daglioni di Settimio Severo , e de suoi figli. Due altri che osiervansi in una pittura
d'Ercolano (/) sostengono due lucerne d' argento in forma di due colombe ,
e sono ricchi e ornatisiimi : nelle fasee finalmente del portico del Panteon osiser-
vansi intagliati de' nobilissìmi candelabri su cui posano delle lucerne triangolari di
bellisfima sorma. Questi nelle basi, negli scapi , ne' crateri son quasi la ripetizione
de' nostri. Penso adunque essere i nostri Candelabri serviti di lucernieri , come oltre
il testi-
(a ) Stromar. lib.L p. $06., C ediz. di Sylburgio. Ateneo dice , che (e) Francesco Contini nella Defcrizione della villa Adriana lettera L.
l'invenzione delle lucerne non era antica xV. 20.; e a questo allude an- n. 31. li dice trovati da Monsig. Bulgarini in un sito vicino ad un
cora Marziale XIV. 39., cosa che dee intenderà" rispetto a'Greci, che tempio rotondo, in quella parte ov'egli crede che sotte l'Accademia
1'ebber , come pare, dagli Egiziani. Quindi recente ancora dovea della villa Adriana. Gli acquiftò il Card. Francesco Barberini , che
essere l'uso de'candelabri fatti per fostegno delle lucerne. li ripofe nel fuo palazzo, ove fi fono ammirati per più d'un secolo.
(b) Exod.xxv. v.33. queste tazze erano tagliate a pizzi nell'estre- Ha quindi ofservato il eh. Sig. Ab. Gaetano Marini ( Giornale di Pifa
mità, come la teca di un'animandola , o di una noce : Tres fcyphì 1771. tom.lll. pag.156.)» che per errore C\ dicono trovati a Paleftri-
quajiinnucismodumper calamo*Jìnguloi. Ksctr^i \ichiamano «'Settanta, na nel rame inserito srai monumenti risarciti dal Cav. Cavaceppi
(O Patrick al luogo citato dell' Esodo , penfa che ie tazze del can- tomo ni. tav.58. e 59.
delabro Mofaico, oltre al raccorre ciocché cadeva dalle lucerne, con- (/) Pitture d'Ercol. tomo ni. pag. 1. nella vignetta . Gli esposi-
teneffero ancora dell'acqua. t0ri non fi fono avvifati, che le colombe di color bianco sovrappofte
(d) I vafi fìttili detti Etrufci, ci mostrano candelabri altisslmi adoperati a'due candelabri potettero esser due lucerne d'argento in figura
ne conviti : così potTon vederfi pretto WinckelmannMon.ined. n.200. ove di colombe. Il trovarli tuttora pe'Mufei tante lacerne satte ad im-
a mezzo il candelabro, che ha un'afta lunghiAlma, fi offerva un fecondo magine di colombe , di cigni , e d'altri volatili , mi rende quefta-»
cratere : così ancora pretto il Fatteti Pìfiur. Etru/c. in i/afc. tav.ccuail. opinione molto verifimile.
BASSI
RILIEVI
Questa mia opinione non è una semplice congettura. Gli Egizj che inven-
tarono Je lucerne, secondo Clemente Alessandrino (a), dovettero eziandio far uso
de candelabri , che servirono per sostenerle. Una prova che fosser noti i candelabri
agli Egizj è il vedere , che ne fu ordinato uno da Dio a Mosè , mentre tuttavia erra-
vano gli Ebrei pe deserti , ove non è verisimile che altri oggetti proponete loro
ad imitare , sennonchè quelli eh' eran familiari alle arti Egiziane , o Fenicie. Ora
il candelabro di Mosè era certamente Angolare pel dividerli che iaceva in sette
calami o scapi , ma ciaseuno di questi scapi conteneva , come appunto il primo
de' nostri, tre tazze o crateri (b ) , alternate da un anello o pomo, e da un fiore.
Dunque il Greco artefice non si partì dalla moda antichissima , e primitiva, alme-
no rispetto alla Grecia, nels ornare con varj piattelli, uno all' altro sovrapposto con bel
disegno , lo scapo del suo candelabro.
Né quest' ornamento era scevro di qualche utilità. Se facea d'uopo aver il lume
più basso, si potea seorciare il candelabro , togliendone una o due parti, e posandovi
su la lucerna. Potean servir quelle tazze per collocarvi gli utensili opportuni ad accen-
dere , conservare, e spegnere il lume (r) . Oltracciò ne candelabri domestici questa serie
di crateri impediva all' olio , sé ne versasse la lucerna , di spandersi ad imbrattare le parti
inferiori del candelabro , più soggette ad esser tocche , in particolare nel cangiarlo
di sito. I candelabri domestici ne più antichi tempi erano altisiìmi (d).
L'uso però de' nostri candelabri dovrà credersi certamente sacro , poiché ,
secondo Cicerone, la lor grandezza ci mostra efìfere ssati destinati a qualche tempio
o sacrario , di quelli sorsè compresi nella villa Adriana , dove nel secolo seorso
furono dissotterrati (?).
Di gran candelabri cossumati ne'templi possono darci idea que' due gran-
dinimi , che veggonsi nelle navi laterali del tempio di Venere Pafia in varj me-
daglioni di Settimio Severo , e de suoi figli. Due altri che osiervansi in una pittura
d'Ercolano (/) sostengono due lucerne d' argento in forma di due colombe ,
e sono ricchi e ornatisiimi : nelle fasee finalmente del portico del Panteon osiser-
vansi intagliati de' nobilissìmi candelabri su cui posano delle lucerne triangolari di
bellisfima sorma. Questi nelle basi, negli scapi , ne' crateri son quasi la ripetizione
de' nostri. Penso adunque essere i nostri Candelabri serviti di lucernieri , come oltre
il testi-
(a ) Stromar. lib.L p. $06., C ediz. di Sylburgio. Ateneo dice , che (e) Francesco Contini nella Defcrizione della villa Adriana lettera L.
l'invenzione delle lucerne non era antica xV. 20.; e a questo allude an- n. 31. li dice trovati da Monsig. Bulgarini in un sito vicino ad un
cora Marziale XIV. 39., cosa che dee intenderà" rispetto a'Greci, che tempio rotondo, in quella parte ov'egli crede che sotte l'Accademia
1'ebber , come pare, dagli Egiziani. Quindi recente ancora dovea della villa Adriana. Gli acquiftò il Card. Francesco Barberini , che
essere l'uso de'candelabri fatti per fostegno delle lucerne. li ripofe nel fuo palazzo, ove fi fono ammirati per più d'un secolo.
(b) Exod.xxv. v.33. queste tazze erano tagliate a pizzi nell'estre- Ha quindi ofservato il eh. Sig. Ab. Gaetano Marini ( Giornale di Pifa
mità, come la teca di un'animandola , o di una noce : Tres fcyphì 1771. tom.lll. pag.156.)» che per errore C\ dicono trovati a Paleftri-
quajiinnucismodumper calamo*Jìnguloi. Ksctr^i \ichiamano «'Settanta, na nel rame inserito srai monumenti risarciti dal Cav. Cavaceppi
(O Patrick al luogo citato dell' Esodo , penfa che ie tazze del can- tomo ni. tav.58. e 59.
delabro Mofaico, oltre al raccorre ciocché cadeva dalle lucerne, con- (/) Pitture d'Ercol. tomo ni. pag. 1. nella vignetta . Gli esposi-
teneffero ancora dell'acqua. t0ri non fi fono avvifati, che le colombe di color bianco sovrappofte
(d) I vafi fìttili detti Etrufci, ci mostrano candelabri altisslmi adoperati a'due candelabri potettero esser due lucerne d'argento in figura
ne conviti : così potTon vederfi pretto WinckelmannMon.ined. n.200. ove di colombe. Il trovarli tuttora pe'Mufei tante lacerne satte ad im-
a mezzo il candelabro, che ha un'afta lunghiAlma, fi offerva un fecondo magine di colombe , di cigni , e d'altri volatili , mi rende quefta-»
cratere : così ancora pretto il Fatteti Pìfiur. Etru/c. in i/afc. tav.ccuail. opinione molto verifimile.