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Visconti, Giambattista Antonio; Visconti, Ennio Quirino
Il Museo Pio-Clementino (Band 4): Bassirilievi del Museo Pio-Clementino — Rom, 1788

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https://doi.org/10.11588/diglit.3454#0115
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IOI

Lui dal paterno sianco appena schiuso
JJ Ore m'miftre di Saturnio al letto
Cinser d' un ferto d'edera, indovine
Ve' suturi suoi fati.
Nella patera mentovata più volte, nella quale il natal
di Minerva fu espresso, vedesi come nella noslra rap-
presentata qual levatrice di Giove una Dea seminuda,
che T epigrafe appella Thalna . Se cortei si averte per
Venere in quel monumento, dovrebbe per conse-
guenza riputarsi anche nel noilro per la medesima
Dea. Il dotto e giudizioso Sig. Heeren nella elegante
descrizione eh' egli fa della noslra patera è però di di-
verto parere [ Exposttio frammenti &c. Mufei Borgiani
Romae 1786. pag.9. not. (e)], ed io non ne vedo
certezza alcuna. Thalna è anche ivi 1' Ora che ha
maturato nel cervello di Giove la divina fanciulla
da Metide concepita . Ev seminuda come lo sono
spesiò le Grazie e le Ore loro compagne. In quan-
to al volatile rappresentato a' suoi piedi, non vedo
Il eli' arte di sisfatti monumenti come determinarlo,
piuttoslo per la colomba della pretesa Venere che
per T aquila aliante a Giove . Ma sia pur la colomba,
sarà una delle colombe Dodonee a Giove sacre ,
O di quelle che Giove sletto nudrirono , come pensa
nel citato luogo il Sig. Heeren . L'altra Dea asfiliente
alla naseita di Minerva è auro , thana , o t' hana ,
o anche hana , cioè Anna perenna , secondo le Ita-
liche tradizioni, la nudrice di Giove , 1' amica , e
la confidente della guerriera fanciulla [ Ovid. Fast.nl*
vers 659. e 667. e segg. ].
Tornando alla noslra patera , le lettere che son
vicine alla mezza figura alquanto detrite , son le se-
guenti :
JA^MA . . . UVJKD..
che il Sig. Ab. Lanzi, rintracciandovi il nome della ma-
trona a cui appartenne la patera , plausibilmente
hggQ, supplisce, e dislingue :
Larthia Lyjìa Anniae, vel Annaeae nata.
Un naslro che pende dalla bocca d'una masehera bar-
bata e fìlenica , segnata nel più alto della patera,
serve di fregio alla sloria , e la parte opposta non
manca vicino al manubrio dell' abbellimento d' un
gruppo disegnato al n. 2., e rappresentante gli scherzi
d'una Ninfa e d'un Fauno ne' Baccanali.
L'arte colla quale si osservan condotti i grafi-
. i- auesto singolarissimo bronzo è tale , che ino-
ltrando ancor la rozzezza e la inesperienza del di-
segno nelle mani che hanno eseguito il lavoro , che
pur non dovean essere fralle nazionali le più indot-
Tom.IV.

te, indica al tempo sieno la contemporanea perfe-
zione d'altri maeslri e d' altra nazione ne' medesimi
studj. La graziosa situazione dell' Apollo elegante-
mente contraposla, la dislribuzione ricca e sludiata
de' panneggiamenti nella figura di Tallona, il buon
guslo delle pieghe sui pallio che pende dalle spalle
di Giove , provano una invenzione ed una intelli-
genza ben superiore alla infelice maniera ond' è con-
tornato 1' infante Bacco , e all' imperfetto disegno
di molte altre parti. Il panneggiamento della Parca
inferiore è grosTolanamente imitato da opere Greche ;
il partito sletto di pieghe e simile disposizione di
figura vedesi neh" insigne Erma di marmo Greco
dissotterrato ne' lidi Laurentini dalla munificenza^
del Sig. Principe Chigi . Concludiamo che quanto
v' ha di buono dee aseriversi alla imitazione de' Greci
lavori ; tutta la rozzezza alle arti Italiche ancor de-
boli nelle non Greche città di quella regione. L'epo-
ca poi del monumento non mi sembra poterli ritrarre
più oltre del quarto secolo di Roma, giacché i pan-
neggi accusano certamente un tempo a Polignoto
non anteriore che in quel secolo visie , e gli orna-
menti , e le sludiate acconciature de' capi introdotte
furono ancora da quel maeslro. Da' caratteri non può
già trarsi argomento d' età più rimota , avendo ora
il Sig. Ab. Lanzi provato nella sua beli' opera che
vedrassi frappoco edita, aver perseverato le nazioni
Etrusche ed Italiche ne' loro alfabeti anche dopo
le guerre Puniche, e sino alia guerra sociale.
Num.3. E" riportata in grande la mano del fan-
ciullo retore scolpito nel bassorilievo , di cui si è
ragionato alla Tav. XV. pag. 27. not. (b). E il geslo
oratorio deseritto da Fulgenzio.
Num.4. Ecco il pie coturnato d'un bello e con-
servatissimo simulacro di Bacco della villa Ludovisi.
In mezzo alle allacciature è un ornamento che rap-
presenta la faccia d'Aerato , 7rpocrcù7rov p,óvov, come
lo deserive Pausania , e con due ali alla foggia ap-
punto de' moderni Cherubini. L' origine di quelle
immagini risale dunque alla buona antichità : non
però , che non debbano aversi per moderni lavori
tutti quelli ove sisFatte tesle alate s'incontrano, seri-
za che vi si posTa appropriare alcun rapporto co' Genj
Bacchici. Tale a mio credere è la gemma del Duca
d'Orleans edita in quella raccolta tom.il. tav.xxxiv.,
e illuslrata dall' Ab. Belley nelle Memorie dell' Accade-
mia delle IJcagioni &c. tomo xxvi. in 4., copia d'un ro-
veseio delle medaglie di Domiziano.
Nwn. 5. e 6. Sono le fiancate del sarcofago ri-
portato alla Tav. XLIV. : ivi ne sono siate spiegate
le rappresentanze.
Nwn.7. e 8. Son quesle le dodici forze d'Ercole
dislribuite a tre per tre intorno ad una bella ed aj>
tichisfima ara di marmo Pentelico, situata nel pian-
^c terreno
 
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