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Visconti, Giambattista Antonio; Visconti, Ennio Quirino
Il Museo Pio-Clementino (Band 3): Statue del Museo Pio-Clementino — Rom, 1790

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https://doi.org/10.11588/diglit.3453#0089
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ówò vis ixiutèM rssirav. Diogene $ Apollonia crede,
che il Sole tragga a fé quell' acqua , che poi dal Nilo
è portata : poiché pensa egli, che la /tate appunto ri-
do/idi il Nilo, perchè il Sole in lui richiami e volga tutta
l umidità fotterranea [ non traduco la voce %gfrd<F<rtif,
credendola interpolata , come non collante con tutto
il senso ]. Ingegnosisfimo emblema dell' esereseenza
del Nilo è quello, o inventato , o soltanto espresso
dal noslro artefice . Oro simbolo del Sole, quel Nume
slesfo, che , secondo Filoilrato, li rappresentava affi-
ttente, al Nilo , come il dispensiero delle acque di quel
siume, che pili o men larghe le facea /correre fecondo
l' efìggen?a delle ftagloni [ Tapiac ctVw Saipwv Iqis-ms
vq § TripsiT(X\ TcqV cu'jwqs crvppsTpos Icon. lib.I. p-737-] >
quel Nume che signoreggiava insieme con sua madre
alle temperature dell' aria , onde credeansi avere in lor
balìa il dominio de* venti, [ Luciano Dial lovis & Men.,
eW. Noti &Zeph. ], solleva coli' antlia le acque del
Nilo, emblema del lor inalzamento in apparenza contra-
rio alle leggi della gravità, al tempo slesso che comanda
agliEtesj di opporsi col loro fiato allo sbocco troppo
sollecito di quelle acque feconde , e così alimentare
la sua diletta regione . Il serpe che si ravvolge al tubo
dell' antlia , poco sopra la mano d'Iside, è simbolo ge-
neralmente de' fiumi , come ha rilevato il dottissimo
Sig. Heyne [ Dissertazione/w/ trono dell' Ami eleo nella
raccolta diM. Jansen tom.vi. pag.76.], e particolar-
mente del Nilo, secondo l'osTervazione del Sig. Zoéga
[Num. Aegypt. p.i44- col. 2.]. Predo gli Egizj il serpe
era il simbolo ancora dell' Agatodemone , o Cneph,
come abbiamo altrove notato [ tom. il. tav. XVII. ],
alla qual divinità spettava particolarmente la tutela
del fiume nel basfo Egitto 5 e da lei prendeva nóme,
secondo Toiommeo, nel suo dividersi al Delta [Geogr.
libili, e. v. J, Ogni particolare sembra venire a soslegno
delle congetture esposle,e collimarsi bene a moslrarne
la verità, che forsè non è lusinga la somma probabilità
che ho supposla di quella nuova mia esposlzione.
Il pregio che davan gli Egizj alle acque del loro
fiume , sino a compassionare il reslo degli uomini privi
di quella vantata bevanda , cui comparavano alla fra-
granza del vino [ Sparziano ili Pefcennio cap. 7. ,
Ateneo lib. il. ] , rende ancor verislmile che i Greci
artefici Alessandrini lavorassero in una superba gemma
quella coppa ineslimabile , i cui basfirilievi alludesTero
con nobile e dotta composizione alle acque del Nilo,
perchè le bevesfe quindi [ ut gemma bibat] alcuna delle
Arsinoi, o delle Berenici, germane e madri di que' Re
Fiiometori e Filadelsi , nella corte de' quali il più
fino e dilicato lusso alle più squisite ricchezze videsi
accoppiato. Le vittorie d'Auguslo, o le profusioni
interessate di Toiommeo Aulete avran recato aRoma
Tom. III.

quello nobil giojello # saggio , ed ornamento de' teso-
ri e della magnificenza de' Lagidi.
Ero quali per tor la penna da quello scritto, quan-
do l'erudizione e la gentilezza dell' Emo Borgia mi ha
somminislrato insieme colla notizia d'un opuscolo re-
centemente llampato sull' argomento della regia tazza
Farnesiana , anche un esemplare dell' opuscolo slessb.
N' è V autore il Sig. Arciprete D. Vincenzo Maria San-
toli , il quale riconosee : in sigura /tante Osiavianwn
Augustum \ in figura virili trunco insidente Romulum ....
in siguris per aerem volitantibus Imperatoris famarri,
sw e potiusfriunenti maritimam vehitionem&c. Con chi
sé ne persuade io non ispenderò parola per dhTuader-
nelo. Intanto dalla deserizione del Sig. Arciprete,
il quale può aver osTervato con comodo 1' originale,
apprendo che sulla ripa dove siedon le Ninfe sono
rappresentate delle spiche di grano : ciò converrebbe
a meraviglia colla feracità dell' Egitto , cagionata
dalla inondazione del Nilo. Quando la Medusa scol-
pita nel fondo esleriore non sia un mero ornamento,
può come salutifero amuleto esser simbolo anch' essa
della salubrità delle acque Nilotiche.
Num. Zi La figura impresTa nel roveseio di una
medaglia di Sabina coli' epigrafe venvs genitrix,
dimoslra quanto fondata sla la denominazione data
al simulacro esposto alla tav. VIII., e quanto proprio
il reslituirvi invece del capo mancante un ritratto
di quella medesima Augusta. Che poi in simil atto
comparislero più sla tue di Venere, è chiaro dal ve-
derli la slessa immagine al roveseio di Giulia Pia
coli' epigrafe veneri felici.
Num. 2. Vedali il seguente num. 3.
Nnm. 3. Il Sig. Ab. Tanini, che dopo aver rac-
colto un immenso numero di belle e rare medaglie
Imperiali, si accinge a comunicare al pubblico le sue
dovizie , preparandoci un ben ragionato e copioso
Supplemento al Bandurio ; conserva nel suo Museo
la presente medaglia di Gallieno, nel cui roveseio
veggonsi due sporticelle piseatorie, prese dagli altri
espositori per due pesei, ma che il lodato antiquario
deserive per quel che veramente sono. In quelle io
ravvilo quelle celle de' peseatori che sono anch' oggi
in uso, e che diceansi propriamente a-7rupihcL,/piridia,
nome ben conveniente alla lor figura turbinata. I lacci
che appariseono sulla lor sommità servivano persospen-
derie in guisa di bilancia ad un baslone traverso che
s'imponevano i peseatori sui collo , come si vedo
accennato in alcune pitture scherzevoli fra quelle
dell'Ercolano. Quindi è, che sono per lo più gli /pi,
ridj nominati in plurale * Avevano allora anche
il nome d' 'Aaixxa,, come può vedersi in Esichio
[ v. QspfjLiov : aggiungasi la lettera d' Hemslerhuis ri-
portata nel!'Esichio d'Alberti alla voce 'A?U7ro\eì] .
Simili celle son rappresentate ancora in due antichi
^ musai-
 
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