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Visconti, Giambattista Antonio; Visconti, Ennio Quirino
Il Museo Pio-Clementino (Band 6): Busti del Museo Pio-Clementino — Rom, 1792

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https://doi.org/10.11588/diglit.3246#0040
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BUSTI T A V. X V.

*5

Ciò può ba/ìare circa il [oggetto. Il fregiar di raggi la corona , o la testa
era un degli antichi emblemi dell' effigie del Sole , o di chi secondo la mitologìa
appartenevagli assai da vicino ; quindi la corona radiata del Re Eeta figlio del Sole
presso Orfeo, o per meglio dire Onomacrito (a), donde ha forsè desunta Virgilio
quella del Re Latino (£). Gli esempli poetici danno a iìffatte corone dodici raggi,
e ciò forsè con buone e sonili ragioni (r) : altre n'ebber gli artefici che preferirono
ordinariamente il numero settenario 9 bastante all'ornato del capo, e forsè più piace-
vole all' occhio , perchè i raggi son meno spessi , e quindi è più semplice la decora-
zione . Sette erano in fatti i raggi del colosso del Sole in Roma (d), e i vestigj di sette
vedonsi ancora sì nella flatua Borghesiana , sì nella bella testa Capitolina cono-
sciuta per Alessandro, monumenti ambedue che ci rappresentano il Sole stesso (*).

(a) Argon. 8 ri:
AktIitì tyhoyicug ,
Caput i'ilì cìngebat corona simbriata
Radiis ardentibus.
(b) Aenetd. xil. v- 162.-
. . . cui tempora circum
Aurati bis /ex radii sulgentia cingunt
Solis avi/pecimen.

Al gran Serapi uno Jìupendo tempio ,
E 7 Dio fteffo di tratti aurei raggiante .
Penso che la voce /3oàoì letteralmente iaclus, debba qui interpretarsi
per raggio, presfo a poco come nell'Odissea diconsi metaforicamente
èsipó,Tu>v $q\o\ , gli/guardi [A. 150.]. Dello stesso Dioscoro edituo di Se-
rapide si fa probabilmente menzione in un' altra colonnetta di marmo
bigio con Greca epigrafe della collezione Pio-Clementina , la quale
non essondo siata sinora né letta, né intesa a dovere, benché più volte
publicata [prima dal Fabretti Inferìpt. cap.vi. n.185., poi dal Sjg. Schow

C APAni AIK AITOIC
CTNNAOIC0EOIC.CTATIOC
KOAPATOC.OKPATICTOC
NEtOKOPOC.EK.MErAAOJN
KINATNOÒN.nOAAAKlC
CO)©EIC.ETXAPlCTa)N
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AATni
T O N E N K A N 60 B CO
METATOTBCO MIGKAPIOT
AIOCKOPOCNECOKOP..
TOTMErAAOTGAP.....
ANE0HKA

Questo costume di coronar di raggi le personc mitologiche congiunte Charta papyr. Muf. Borg. pag.ói.J, sembrami opportuno ripetere in
in parentela col Sole mi fornisee una congettura per dare qualche questo luogo ; tantoppiù che appattienc interamente al culto di Sc-
spiegazione alla pittura Ercolanese [ tomo il. tav. x. ] , la cui esposi- rapide, la cui immagine esponiamo . Eccola:
zione stesFa prova abbastanza eh'è siata sinora inesplicabile . Vedonsi
rappresentate in quell'intonaco due mezze figure muliebri seminude,
una è coronata di minuta fronde , I' alrra lo è di raggi , ed ha due
nastri ad armacollo che le traversano gli omeri e i fianchi. Indietro
è una figura virile pur radiata rivolta verso la prima delle due Dee .
Nel fondo sui monte è un'altra figura che sembra d' un rustico. A me
pare che la donna radiata con que' nastri a traverso il peno non ossor-
vati dagli espositori, posTa essore l'Aurora, detta ancor da' Greci 'H^*,
e Dies da' Latini, sorella del Sole, la quale vedesi alata nelle monete Ro-
mane de' Plauzl, e que' naslri ad armacollo nelle antiche arti soglion te-
ner luogo d' ali, come il dimostrano alcune immagini della Vittoria,
dell' Iride, e delle Parche , inoltre quella d'Icaro a villa Albani . [ Vedasi
il nostro tomo IV. pag.89. (a), e pag.99., e le note della tav.IV. supe-
riore, Cavaceppi to.nl. tav.5. e 4., Winckelmann Mori, sned.p.13 9. ]. ^ ^ ^^^ ^^^^
L'altra Dea seminuda,la cui corona può dirsi di mirto, sarà Venere, Cioè = 1ayj.7ri<Pi %$ tóì$ a-wmoK, dsoig Immg KoefyaToj ó x^Ti^tg nd-
e il giovine radiato Fetonte; non già il Fetonte Ovidiano, ma 1 Esiodeo xoyg òk pi^aXw kivcKmv cuSàg, ìvxwrw wiSnm .
e quello delle favole Attiche e delle Ciprie , figlio dell' Aurora , ed ìAiùg <™, ari™ .
amante riamato di Venere, anzi con Adone stesso confuso [ Esiodo tov a> >«tvw/3&> pna. ra (à(àfMrx.a.QÌx Aió<ncogp« nd>M^g tv fityàha 2a^a-
Theog. v.986., Apollodoro lib.nl. e. 14. n.3.,ed ivi Heyne ]. La rustica tj«Tos àr&wca .
divinità allude forsè semplicemente al sito montuoso e silveltre che ora
non possiam determinare , essondo periti gli scritti dove quelle favole Serapidi & Diis qui commune tcmplum habent Stattat Quadratus optimus
erano esposte , che pure avean servilo di soggetto alle belle arti, come aedituus e magnìs periculis Jaepe /ervatus dedicavi.
da un luogo benché alquanto mutilato di Pausania si fa manifesto Propìtius tibìsum.bono anìrrosis . Queste parole si suppongono di Serapide.
[Attica, o sia lib.I. cap. III. j . Questa circostanza rende ancor più prò- Eum [ Serapidem ] qui ejl in Canopo [ /eu Canopi vel^ hydriae figura J ,
babile la miaesposizione , che spero persuaderà maggiormente chiunque cum parva ara Dio/corus tedinoti magni Serapidis dedicavi.
vorrà consederare le altre opinioni che si son proposte su quel difficile II Sig. Schow cosi leggeva le ultime otto linee :
e nel suo genere unico monumento. lAlù,s cr'" «Aw*m
(e) Vedasi l'Ale andrò ad Tab. Heliacam, nel qual bassorilievo i raggi Tov tv K*vu/2u> pira. t« p»^jAj« Au<rxofo( , veano^i, &eois roig piya\us
del Sole son dodici. M^y *"$»**
(d) Quello ch'era già di Nerone, e che ha dato il nome al Co- Credo che il Serapidc in Canopo altro non sia che un Serapidc a for-
lossoo. Vittore nella Regione quarta dice , che solla testa del Sole ma d'idria : quindi è che d'altro Serapidc in Canopo parla Pausania
sostituita a quella di Nerone, radii/eptem/uere longitudine pedum xxu. S. deserendocelo a Corinto [Iib.il. cap.iv. J . E poi opinione molto
Forsè dalle immagini del Sole , che a suo tempo eran frequenti, fondata degli espositori di cose Egiziane , che il Dio Canobitico
avea desunto Nonno l'attribuirgli soli sette raggi in vece di dodici, adorato principalmente nella città di Canopo fosfo appunto Io stesso
quando ci rappresenta il Sole che corona il figlio [ lib.xxxvm. v.3 05.] Scrapide , considerato nelle sue relazioni col Nilo. Vedasi ciò che
iSvrhm àuTÌmg fà 7&om{toirir \Afy.%, ne deduce diffusamente Jablonsky nel sovente citato Fanti). Aeg. lib.v.
E /ette raggi attorno al crin gli avvolge. . cap.iv.,oltre lo Schlacgero nella dissortazionc de numo Hadrìanì'plumbeo'.
(e) Se n'è parlato nel tomo I. pag.28. (a). AI costume di ornar La picciol'ara o colonnetta cspressa colla voce PupiTiófiov ignota a'Lesso
di raggi così dorati le teste del Giove Sole Serapide Ci rifenscc forsè cografi, nra abbastanza chiara nel marmo e nel lignisicato, è forsè una
l'espressione d'un epigramma [ Grutero pag.LXXXV. 5. ], nel quale Dio- di quelle che van decreseendo verso la sommità, qual è appunto la co-
(coto fìutom edituo d'un tempio di Serapide dice d'aver fatto eriggere sonnetta su cui posa il Canopo Capitolino : le quali colonnette sorvi.
N»èv jtwc <riyct,\om* 'S.a.famstg v\^iìmog yano veramente d' are, coni' è diinostrato nella Raccolta del Cavi
*Hc^' àvTQv X?VT* 7ra.pya,VQWTa, /SssAoT? . tom.I. tav. xsx. e XX. *

BUSTJ

Tom. VI

TAVa
 
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